Dani Alves è bianconero. Questo pomeriggio il laterale brasiliano ha siglato l’accordo che lo legherà alla Juventus sino al 30 giugno 2018, con opzione a favore della società per un’ulteriore stagione.
Classe, doti atletiche ed esperienza internazionale: sono solo alcune delle qualità che fanno di Daniel Alves Da Silva, nato a Juazeiro il 6 maggio 1983, uno degli esterni più apprezzati nel panorama del calcio mondiale.
LA CARRIERA
Sono tre le squadre in cui, storicamente, ha militato il giocatore verdeoro: una brasiliana e due spagnole. Nell’ordine, fra il 2001 e il 2002 gioca nel Bahia, mettendo insieme 25 presenze e due reti. Dal 2002 al 2008 Alves si fa strada nella Liga, esattamente al Siviglia: in sei stagioni sono 175 le presenze e 11 i gol. Da qui il passo successivo, al Barcellona: in maglia blaugrana, Dani Alves si consacra nei più grandi palcoscenici internazionali, collezionando nella Liga in otto stagioni ben 247 presenze e segnando 14 gol, a conferma di una sua propensione al gioco offensivo.
Questo per quanto riguarda i campionati Nazionali: non va dimenticato che Dani Alvesè stato presente in Copa del Rey per 28 volte con il Siviglia segnando un gol e 54 volte con il Barça (anche in questo caso un gol).
A queste presenze vanno sommate, ovviamente, quelle internazionali: esattamente 90 con i catalani (5 i gol) e 47 con gli andalusi (in questo caso sono 4 le marcature)
LE VITTORIE
È un palmarès da vincente di razza, quello di Dani Alves, che ha trionfato per sei volte nella Liga con il Barça e per cinque in Coppa del Re (una di queste con il Siviglia). Cinque anche le vittorie in Supercoppa di Spagna, anche in questo caso una con il Siviglia e cinque con il Barcellona, squadra con la quale Alves ha ottenuto i successi più prestigiosi soprattutto a livello internazionale. Tre Champions League, due Supercoppe Europee e tre Mondiali per Club vinti in maglia blaugrana rendono incredibile una bacheca arricchita anche da un’altra Supercoppa Europea e due Coppe UEFA vinte con il Siviglia.
NELL’ULTIMA STAGIONE
Instancabile sulla destra, area del campo che copre praticamente in tutta la sua estensione, Dani Alves è stato un protagonista continuo della stagione del Barça. Nella Liga ha collezionato 29 presenze (2149 minuti), e questi sono alcuni dei numeri della sua annata.
A questi dati aggiungiamo 100 cross e 21 occasioni da rete create in stagione, la bellezza di 1459 passaggi positivi, a fronte di pochissimi falli (39, poco più di 1 a partita) con conseguente basso numero di cartellini gialli, 6, e nessuna espulsione.
Si diceva prima delle aree di campo coperte da Dani Alves: in questa grafica sono riassunte in modo molto chiaro.
Tornando ai passaggi, questa è infine la rappresentazione dei palloni smistati e di quelli ricevuti dal brasiliano, ovviamente sempre dalla parte destra del campo.
Classe, grande qualità e quantità, per uno dei laterali più forti e titolati al mondo. Che da oggi veste la maglia bianconera e che domani vivrà una giornata intensa: alle 9.30, Dani Alves sarà protagonista della conferenza stampa di presentazione che si terrà allo Stadium e che sarà trasmessa in diretta su Juventus.com, sulla nostra pagina Facebook ufficiale e su J|tv.
E negli studi del canale bianconero il brasiliano si recherà subito dopo la conferenza, per dialogare in diretta con i tifosi. Quindi tappa allo Juventus Store, dove i primi 34 che acquisteranno la sua maglia potranno farsela autografare direttamente da lui, per portare a casa uno magnifico ricordo del #DaniAlvesDay.
Le 3 domande che ci facciamo tutti su Dani Alves
Il secondo acquisto della Juventus ormai è una realtà. Dani Alves è sbarcato a Torino ed è pronto a mettersi a disposizione di Allegri; il terzino brasiliano è conosciuto e apprezzato dal grande pubblico, ma esistono dei punti interrogativi, delle domande che ci poniamo tutti cui cerchiamo di dare una risposta nelle prossime righe
Dove può giocare Alves, serve un cambio di modulo? E le sue caratteristiche?
di Francesco Andrianopoli
Secondo la bibbia statistica Transfermarkt, Dani Alves ha giocato in carriera 320 partite da terzino destro, sette da centrocampista di destra, quattro da ala destra, due da difensore centrale e due da terzino sinistro (nessuna di queste successiva al 2012).
Questi dati sembrerebbero confermare l’opinione più diffusa, secondo cui il suo ruolo naturale, e pressoché esclusivo, sia quello del terzino destro in una difesa a quattro; la realtà, però, è ben diversa.
A prescindere dagli allenatori che si sono avvicendati sulla panchina dei blaugrana, infatti, il Barca ha sempre ustilizzato la “salida Lavolpiana”: in possesso di palla i centrali difensivi si allargano, il volante scende in mezzo a loro e i due terzini si alzano sulla linea dei centrocampisti, se non oltre.
Considerando che il Barca passa la gran parte delle partite (tra il 65% e l’85% del totale) in fase di possesso, di fatto Dani Alves ha trascorso quasi tutta la sua carriera in Catalogna da esterno di centrocampo, protetto alle spalle dal difensore centrale di una difesa a tre, e chiamato a dialogare più con le mezzali e gli attaccanti che con la linea difensiva.
Approdando alla Juve, il suo adattamento nel 352 non dovrebbe quindi essere problematico: cambierà qualche meccanismo di uscita (sull’esterno basso avversario, in casa bianconera, escono preferibilmente le mezzali piuttosto che gli esterni), così come le trame di gioco, più dirette e meno elaborate, e sarà chiamato a fare meno il “regista aggiunto” e più il crossatore, ma la zona di campo occupata e i movimenti richiesti saranno grossomodo gli stessi.
Paradossalmente potrebbe essere più problematico per Allegri “reinventarlo” terzino destro qualora decidesse di riproporre la difesa a quattro e il centrocampo a rombo (soluzione che ha dato buoni frutti nella stagione 14/15 ed è stata invece rapidamente accantonata l’anno scorso): i bianconeri non adottano la salida Lavolpiana, e quindi il brasiliano potrebbe trovarsi a dover garantire una interpretazione del ruolo molto più bloccata e difensiva.
E’ bravo a difendere? Com’è la sua fase difensiva
di Andrea Lapegna
Se Gentil Cardoso diceva che “la miglior difesa è l’attacco”, Dani Alves può considerarsi uno dei suoi migliori discepoli. La fase difensiva di Alves poggia molto sulla forza di spingere gli avversari all’indietro quando attacca, contando sul fatto che dovranno inesorabilmente risalire grandi porzioni di campo. Per la posizione altissima, ha nelle corde un gran numero di intercetti (spesso nella trequarti avversaria), diventati sempre più centrali nelle transizioni negative di mister Allegri. Se questi non vanno a buon fine però, lascia grandi spazi dietro di sé e in questo senso Barzagli sarà probabilmente chiamato agli straordinari in uscita laterale. Il grande senso tattico e posizionale nella metà campo avversaria – che gli valse la nomea di “regista occulto” nell’ultimo Barcellona – cede spazio a scelte conservative se chiamato a rimanere basso. L’ottima tecnica di base gli permette disimpegni in scioltezza, ma mostra spesso lacune quando deve seguire l’uomo, a maggior ragione tagliando in diagonale.
Quali sono le principali differenze con Lichtsteiner?
di Mattia Demitri
Daniel Alves rappresenta un upgrade diffuso rispetto a Lichtsteiner, ci sono però alcune caratteristiche nelle quali la differenza è più marcata. Soprattutto nella costruzione della manovra, con l’esperienza accumulata al Barcellona, il brasiliano ha interiorizzato un know how unico, che gli consente una lucidità e una qualità nelle scelte paragonabile a quella di un centrocampista, un regista aggiunto. Tecnicamente è da sempre più dotato dello svizzero, ha delle soluzioni nel dribbling e nelle conclusioni sconosciute al pur puntuale terzino destro elvetico. Rilevante inoltre il bagaglio di presenze nelle sfide europee di vertice, i confronti frequenti e regolari con top team come Real Madrid e Atlético in Liga. Marcare almeno due volte all’anno Ronaldo, allenarsi quotidianamente contro Messi, Iniesta, Suarez, fa la differenza.