Diavoli, speroni, emiri: guida agli ottavi di Champions League

Ancora una volta ci siamo, nonostante le difficoltà e i momenti complicati la Juventus ha nuovamente raggiunto gli ottavi di finale di Champions League, una competizione imponderabile dove chi era dato per favorito a dicembre viene eliminato al primo turno a febbraio, dove le favole delle piccole squadre incrociano l’inesorabile abitudine alla vittoria delle big, una competizione dove il Barcellona può contemporaneamente vincere il proprio girone e scivolare in Europa League all’ultima curva.

Come ben saprete, il sorteggio per gli ottavi di finale si terrà lunedì 11 alle ore 12:00 in quel di Nyon; stante il secondo posto del raggruppamento raggiunto dalla Juve e la contemporanea vittoria della Roma nel proprio girone, ecco le 6 squadre che i bianconeri potrebbero fronteggiare nel prossimo turno di Champions.

Gruppo A – Manchester United

Serviva José Mourinho per riportare finalmente i Red Devils a recitare un ruolo da protagonisti nella massima competizione europea? Forse sì, forse bastavano un paio di campagne acquisti azzeccate, di certo gli attuali detentori dell’Europa League non vedono l’ora di tornare a fare la voce grossa in Champions come ai tempi di Ferguson, e pur non essendo inseriti tra le favoritissime vanno certamente trattati con riguardo. Lo United 17/18 è una delle più brutte e meno spettacolari squadre mai allenate da Mou, il che è tutto dire, ma con un’efficacia e una compattezza addirittura superiori a quanto mostrato in Premier. Passino le goleade a Cska e Basilea nelle prime due giornate, i voti di fiducia al governo Mou sono senz’altro le vittorie a reti bianche contro il Benfica, mentre la sconfitta di Basilea è archiviabile come uno di quei passi falsi che il vate portoghese si concede ogni tanto, solo e solamente nella fase a gironi. Protagonista del raggruppamento è stato il belga Lukaku, tanto criticato quanto prolifico, ben spalleggiato e servito dai vari Mata, Mkhitaryan (partito fortissimo e fermato da un infortunio), Rashford e soprattutto Martial, vero uomo in più dello United nelle ultime uscite. Mentre Pogba è sempre più uomo squadra e Matic si è rivelato uno degli acquisti più azzeccati dell’era post-Ferguson, dietro a coprire le falle dei non perfetti centrali mancuniani ci ha pensato il miglior De Gea mai visto, grazie al quale il MU ha chiuso con la seconda miglior difesa.
Se l’urna dovesse dire United, aspettiamoci le classiche partite ruvide, tatticamente complicatissime e decise da colpi o disattenzioni dei singoli. Potendo scegliere, guarderemmo altrove.

Come si è qualificato:

United – Basilea 3-0 (Fellaini, Lukaku, Rashford)
Cska – United 1-4 (Lukaku x2, Martial, Mkhitaryan)
Benfica – United 0-1 (Rashford)
United – Benfica 2-0 (autogol, Blind)
Basilea – United 1-0
United – Cska 2-1 (Lukaku, Rashford)

Gol fatti: 12
Gol subiti: 3
Capocannoniere: Lukaku (4)

Gruppo B – Paris Saint-Germain

Trascorsa la caldissima estate che ha visto il Psg protagonista indiscusso, in molti aspettavano al varco gli uomini di Unai Emery, l’allenatore più invidiato e nel contempo più sull’orlo del baratro. Il tecnico spagnolo ha polverizzato le critiche con un dominio imbarazzante quanto prevedibile in Ligue 1, accompagnato da prestazioni europee convincenti a livello di risultati e soprattutto di gioco, col record di reti segnate nella fase a gironi e schiacciando nella gara d’andata una grande storica come il Bayern . Detto dell’intesa sempre migliore tra Marquinhos e Thiago Silva, di un Dani Alves più che mai “animale da Champions” e di un Verratti straripante ma non ancora del tutto padrone del gioco, è evidente che la differenza la facciano quei tre là davanti che, tra manie di protagonismo e veri o presunti pianti da primedonne, quando decidono di giocare a calcio sembrano il Barça di Enrique. Il meno strombazzato, Cavani, ha raggiunto nelle ultime due stagioni vette di prolificità mai toccate, il giovane Mbappé si è calato con applicazione e intelligenza nel nuovo ruolo di ala destra brava ora a fare il vuoto in progressione ora a inserirsi e segnare, mentre Neymar sta semplicemente dicendo al mondo che, una volta terminata la diarchia Ronaldomessianica, lo scettro gli spetterà di diritto.
Punti deboli? La sconfitta di Monaco ha mostrato una squadra poco abituata a difendere, a soffrire e a compattarsi nei momenti difficili. Che sia meglio affrontarli prima che trovino una vera dimensione europea?

Come si è qualificato:

Celtic – Psg 0-5 (Neymar, Mbappé, Cavani x2, autorete)
Psg – Bayern 3-0 (Alves, Cavani, Neymar)
Anderlecht – Psg 0-4 (Mbappé, Cavani, Neymar, Di Maria)
Psg – Anderlecht 5-0 (Verratti, Neymar, Kurzawa x3)
Psg – Celtic 7-1 (Neymar x2, Cavani x2, Mbappé, Verratti, Alves)
Bayern – Psg 3-1 (Mbappé)

Gol fatti: 25
Gol subiti: 4
Capocannonieri: Cavani, Neymar (6)

Gruppo E – Liverpool

Qual è il vero Liverpool? Quello che ha seppellito di reti Carrera o quello che si è fatto rimontare 3 reti dal Siviglia?  Se lo chiedono i tifosi e soprattutto Jurgen Klopp, che se da un lato ha trasformato i Reds in un’implacabile cooperativa del gol capace di creare tonnellate di occasioni in casa come in trasferta, dall’altro non è riuscito a risolvere i problema della fase difensiva, per nulla facilitato da intepreti probabilmente tra i peggiori delle 16 squadre qualificatesi agli ottavi. In Premier League la parte del leone l’ha recitata Momo Salah, attuale capocannoniere e diventato subito un imprescindibile per il tedesco, mentre in Champions stupisce la prolificità di Firmino, centravanti sulla carta ma non di mestiere, storicamente più abile nel ricamare per i compagni che nella finalizzazione. Sorprende in positivo anche la rinascita di Coutinho, che ha spazzato via i rimpianti blaugrana con una serie di prestazioni monstre nell’impensabile posizione di mezzala sinistra. L’altro lato della medaglia racconta di terzini molto più bravi a offendere che a difendere (il discutibile Alberto Moreno è ancora titolare solo per mancanza di alternative credibili) e di una batteria di centrali tra i quali Klopp ha pescato dal mazzo, come si suol dire, i “meno peggio”, probabilmente Lovren e Matip, con Joe Gomez ormai riconvertito a terzino.
Solitamente la Juventus va a nozze con squadre arrembanti ma difensivamente sprovvedute, ma il tridente tutto qualità e velocità (guai a dimenticare il concretissimo Mané) degli Scousers va temuto e rispettato in quanto tra i migliori d’Europa.

Come si è qualificato:

Liverpool – Siviglia 2-2 (Firmino, Salah)
Spartak – Liverpool 1-1 (Coutinho)
Maribor – Liverpool 0-7 (Firmino x2, Coutinho, Salah x2, Chamberlain, Alexander-Arnold)
Liverpool – Maribor 3-0 (Salah, Can, Sturridge)
Siviglia – Liverpool 3-3 (Firmino x2, Mané)
Liverpool – Spartak 7-0 (Coutinho x3, Firmino, Mané x2, Salah)

Gol fatti: 23
Gol subiti: 6
Capocannoniere: Firmino (6)

Gruppo F – Manchester City

Tra un complimento al miglior tecnico dell’era moderna e un’infame sconfitta che ha privato la Champions della sua squadra più bella, Pep Guardiola ha avuto il tempo di mettere su un giocattolo niente male, che a una pericolosità offensiva ancora maggiore della scorsa stagione abbina ora la solidità e l’abilità nel controllo totale della gara del miglior Barcellona, quello appunto guidato dal santone catalano. Scherzi a parte, il City che si appresta ad affrontare gli ottavi di Champions è una delle più formidabili macchine da guerra degli ultimi anni, capace di dominare la Premier e di seppellire di gol il Napoli in uno degli stadi più ostici di Europa. Interpreti reputati acerbi come Sterling  (impressionante la sua rinascita) e Sané hanno imparato a mettere il loro sconfinato talento al servizio della tela dipinta da Pep, il tutto mentre Gabriel Jesus sta sbocciando come uno dei brasiliani più killer e incisivi di questa generazione e un fenomenale De Bruyne si è imposto come miglior centrocampista assoluto di questa prima parte di stagione. A rendere perfetto ciò che l’anno scorso non lo era, un terzino vero e serio come Walker e soprattutto il criticatissimo Stones, passato da oggetto misterioso a leader tecnico ed emotivo di una retroguardia che sembra aver trovato la sua dimensione. In Europa i Citizens hanno sofferto a tratti il gioco del Napoli, mostrando ogni tanto fiancoma dando comunque l’impressione di aver in pugno la gara, forse eccedendo in presunzione in alcuni frangenti.
La squadra più difficile del lotto, senza sé e senza ma.

Come si è qualificato:

Feyenoord – City 0-4 (Stones x2, Aguero, Jesus)
City – Shakhtar 2-0 (De Bruyne, Sterling)
City – Napoli 2-1 (Sterling, Jesus)
Napoli – City 2-4 (Otamendi, Stones, Aguero, Sterling)
City – Feyenoord 1-0 (Sterling)
Shakhtar – City 2-1 (Aguero)

Gol fatti: 14
Gol subiti: 5
Capocannoniere: Sterling (4)

Gruppo G – Besiktas

Non c’è da nascondersi, da qui a lunedì tutti sogneremo ogni notte la pallina della Juventus abbinata a quella con su scritto Besiktas Istanbul, fermo restando il rispetto per una squadra che ha vinto un girone equilibratissimo composto dalle blasonate Porto e Monaco e dalla matricola terribile RB Lipsia, coi turchi che sembravano dover recitare il ruolo di vittima sacrificale e che invece hanno stupito tutti vincendo il raggruppamento. Il principale fautore di questo piccolo capolavoro è il 65enne Senol Gunes, un signor nessuno in Europa che però sa solo vincere da quando siede sulla panchina delle Aquile Nere. Abile nel coinvolgere gran parte della rosa, Gunes sul mercato ha puntato sulla voglia di riscatto di giocatori considerati in fase calante, come Pepe, Negredo, l’olandese Lens e gli ex interisti Erkin e Medel, mentre sul fronte interno ha trasformato il 26enne Cenk Tosun (chirurgicamente decisivo in Champions con 4 gol e 2 assist in 6 gare) in un realizzatore puro, tanto che in due stagioni ha segnato quasi lo stesso numero di gol realizzati nel resto della sua carriera. Se dalla cintola in giù il Besiktas annovera soprattutto possenti giocatori di rottura, la trequarti abbina colpi e fantasia grazie ai talenti “dimenticati” Babel e Quaresma e soprattutto al brasiliano Talisca, dinoccolato e svogliato trequartista che nelle giornate positive può far impazzire qualsiasi difesa.
Fatte le dovute presentazioni, è ovvio che i turchi rappresentino l’avversaria più abbordabile, al netto delle difficoltà che una trasferta Vodafone Arena inevitabilmente comporta.

Come si è qualificato:

Porto – Besiktas 1-3 (Talisca, Tosun, Babel)
Besiktas – Lipsia 2-0 (Babel, Talisca)
Monaco – Besiktas 1-2 (Tosun x2)
Besiktas – Monaco 1-1 (Tosun)
Besiktas – Porto 1-1 (Talisca)
Lipsia – Besiktas 1-2 (Negredo, Talisca)

Gol fatti: 11
Gol subiti: 5
Capocannonieri: Talisca, Tosun (4)

Gruppo H – Tottenham

Non esattamente fortunatissimi nei sorteggi europei, stavolta gli speroni di Londra non hanno fatto prigionieri e hanno chiuso in vetta il girone più difficile di questa edizione addirittura a 16 punti, coi detentori del Real Madrid e l’imprevedibile Dortmund di Bosz lasciati a giocarsi il secondo posto. L’ottimo impianto di Pochettino raccoglie meritatamente i suoi frutti anche in Europa, poiché due stagioni consecutive a lottare per il titolo hanno abituato il Tottenham a non nascondersi nelle partite decisive, come testimoniato dalle terzine rifilate a Borussia e Real tra le mura leggendarie di Wembley. L’uragano Kane ha deciso finalmente di abbattersi anche sul palcoscenico continentale, spalleggiato dall’hipster e mortifero Dele Alli che con la sua classe indolente ha schiacciato il Real, mentre in fase d’impostazione e rifinitura gli Spurs si affidano allo splendente talento di Eriksen, inspiegabilmente dimenticato dalle big d’Europa e ora probabilmente inacquistabile. Detto del potenziale offensivo, con il nostro Llorente riserva di lusso, il Tottenham dietro ha trovato la quadratura grazie all’inserimento del giovane colombiano Davinson Sanchez in mezzo ai belgi Vertonghen e Alderweireld: Pochettino ha spazzato via le perplessità legate ai 40 milioni per lui versati all’Ajax e ha modellato la retroguardia sul ragazzo, passando al sistema a 3 e venendo ripagato da prestazioni via via sempre più convincenti.
Il Tottenham non possiede certo l’appeal europeo e la storia delle altre compagini in lista, ma un girone così duro vinto in maniera così convincente impone la massima cautela.

Come si è qualificato:

Tottenham – Dortmund 3-1 (Son, Kane x2)
Apoel – Tottenham 0-3 (Kane x3)
Real – Tottenham 1-1 (autorete)
Tottenham – Real 3-1 (Alli x2, Eriksen)
Dortmund – Tottenham 1-2 (Kane, Son)
Tottenham – Apoel 3-0 (Llorente, Son, N’Koudou)

Gol fatti: 15
Gol subiti: 4
Capocannoniere: Kane (6)

In difesa di Allegri

Allegri è bravo come un ‘santone’ olandese degli anni andati o è un bravo mescolatore di ingredienti al pari di un Trapattoni?
Il mister della Juventus si alterna tra questi estremi, nella critica ma anche nella discussione dei tifosi. Non si crede che la ‘Acciughina’ livornese sia portatrice di filosofie, teorie, metodi.
Con lui molti giocatori hanno fatto passi avanti, ma non si può dire. Il quadro deve esser sempre quello del gestore di campioni, del selezionatore al massimo e giammai dell’allenatore a tutto tondo.
Scoperto da Cellino, fatto diventar grande da Galliani è al comando della corazzata bianconera solo perché Antonio Conte ha deciso di andarsene. E’ questo il refrain.
Malgrado interviste e fotografie. Buoni vestiti e vittorie a ripetizione. “Manca l’affermazione internazionale…“. Come se l’Italia degli ultimi anni avesse sfornato eccellenze e non onesti pedalatori, vogatori sfortunati.
Allegri continua a qualificare le sue squadre nel turno decisivo della Coppa che conta. Allegri però non sembra avere i gradi del vate, dell’iniziatore.
Basterebbe guardare la partita in casa del Napoli, invece, per rendere merito all’allenatore juventino. La tecnica del maestro Maurizio Sarri è stato imbrigliata, confinata, dentro spazi di campo che erano decisi dai bianconeri in occasionale maglia gialla.
Bisognerebbe guardarli con attenzione certi incontri. Come arbitri di boxe.
Allegri ha menato per primo, con un ottimo Gonzalo Higuain, ed ha vinto. Limitando e gestendo, chiedendo sacrificio e predicando calma.
I critici dicono che non fa altro? I critici dovrebbero vedere un giocatore come Douglas Costa, che faticava ovunque, fare 40 metri indietro per bloccare la discesa del terzino avversario.
Non siamo tecnici laureati a Coverciano e restiamo tifosi, ma certi gesti tecnici e atletici riescono solo se c’è fiducia in chi comanda. Lo dice il rettangolo verde. Lo dicono i vecchi attori principali e quelli comprimari che affollano tv e radio. Quando parlano di Allegri lo fanno con rispetto. Mischiando al massimo un po’ i toni per esigenze di tifo.
Quello che succedeva con Marcello Lippi. E’ l’augurio più bello che sentiamo di fare a mister Allegri. Emuli il canuto signore di Viareggio e diventerà un professore vero.
Simone Navarra.