Diciamoci la verità

Soprattutto considerato l’avversario e la rivalità con i nerazzurri, Inter-Juventus è forse sul podio delle gare più brutte dell’ultimo decennio e sa purtroppo tanto di resa da fine ciclo. Quello che succederà nelle prossime partite lo vedremo e lo commenteremo, ma nel frattempo è giusto dirsi le cose scomode su una gara che non va dimenticata, come chiesto dallo stesso Chiellini, e che va contestualizzata bene.

Non so se una partita così l’avremmo vinta senza alcuni errori di preparazione e di lettura dello staff tecnico. Magari l’avremmo persa uguale, non lo possiamo sapere. Ma siamo dinanzi all’ennesima gara (le altre le trovate qui) dove Pirlo dimostra, per citare un mio controverso tweet, di non essere un allenatore. Ancora, per carità, ma la mia lettura oggi resta questa.

Probabilmente è l’appassionato di basket in me che parla e mi fa giungere a queste conclusioni. Il basket è lettura e contromosse. È tempismo, è velocità nel pensare, nel leggere i punti deboli propri e avversari, è trovare soluzioni in partita. Vero, direte voi: il calcio è uno sport diverso, molto più episodico, dove conta molto di più la giocata individuale. Epperò, e giuro di non avercela con lui, continuo a vedere scelte quantomeno contestabili da parte del buon Andrea.

Ho letto tanti vostri tweet e feedback sulla gara di ieri, ma non mi capacito di come si ignorino totalmente cose importanti, in favore di giudizi sempre e solo sui singoli, sulla “rabbia”, sulla “condizione fisica”, sull’arbitro, sulle assenze, sul dna… sulle solite frasi generiche. Ogni tanto, mettere il campo al centro delle analisi può essere un diversivo interessante.

Quando si dice che Frabotta, Ramsey, Rabiot e Bentancur hanno giocato malissimo, bisogna dire pure il perché, o diventa uno scaricabarile per salvare ostinatamente chi li ha messi male in campo. Magari non avranno fatto la gara della vita, ma sono vittime di scelte scellerate in sede di preparazione della partita. Sarebbe giusto ad esempio sottolineare come la Juve senza palla sia stata indisponente: non ha mai fatto pressione e l’Inter per tutta la partita ha potuto servire Brozovic liberissimo davanti alla difesa con addirittura tanto campo per salire. Stessa cosa è successa con Barella, che avrà ricevuto decine di palloni in posizione di mezz’ala destra. Lì Ramsey si è fatto asfaltare non tenendolo mai e permettendo di fatto un 2 contro 1 costante Barella-Hakimi contro Frabotta, che è un 2 contro 1 che oggi non tiene nessun esterno della Serie A e forse d’Europa. Figuriamoci Frabotta. Da quel lato, probabilmente ci sarebbe dovuto finire Rabiot, più propenso alla fase difensiva del gallese, invece di metterlo a destra a piede invertito, con sta mania che ormai sfiora il patologico di invertire tutti. Avrebbe forse aiutato di più e tante situazioni pericolose dell’Inter le avremmo evitate. Si sarebbe potuto mettere lì Bentancur, in alternativa, con Arthur regista. Si poteva e doveva provare a fare altro, ma non quello fatto.

Capisco che Pirlo abbia in mente un’idea di gioco, ma l’allenatore bravo è anche colui che legge in anticipo queste situazioni e prova a metterci un rimedio. Lui, ieri, e lo twittavo già dopo l’annuncio delle formazioni, non l’ha fatto. E non l’ha fatto nemmeno all’intervallo, dove era giunto per miracolo con un solo gol di svantaggio e poteva ancora provare a rimediare. I tre cambi programmati in settimana, li ha effettuati tutti e tre al 59′, sul 2-0 per l’Inter. Avvenuto nel modo in cui è avvenuto (ci torno).

La cosa che lascia sconcertati è che su AterAlbus abbiamo ospitato un articolo di Luca Natalizi, in cui si presentava la partita con l’Inter mettendo in guardia la Juve proprio da questa situazione. Cito: “Le sorti della partita dipenderanno molto da come Pirlo deciderà di coprire la propria fascia sinistra. L’asse Frabotta-Ramsey ci appare un po’ inadeguato per esperienza e gamba”. E ancora: “Fondamentale il ruolo di Barella nell’ Inter di Conte. (…) è l’ex Cagliari l’uomo decisivo e da tenere sott’occhio in zona di rifinitura. Proprio quella è l’area (agendo prevalentemente sul centro-destra) dove sa far più male servendo con precisione i suoi compagni. Pirlo dovrà decidere se impegnarlo molto in un lavoro difensivo o affidarlo alle attenzioni di un centrocampista avvezzo alla fase difensiva”.

Non è che Conte abbia tirato fuori dal cilindro chissà quale magia tattica: ha fatto quello che chiunque, persino appassionati per hobby come noi, aveva previsto ampiamente. Quei “tattici” ormai tanto bistrattati sul webbe pane, salame e sensazioni. Ha fatto la stessa cosa che ha fatto Stroppa (mica Guardiola) nella gara col Crotone, quando ha letto la difficoltà a difendere di Chiesa e ha liberato Reca (che non è Hakimi, e che conferma come il problema non sia di uomini, ma di campo!).

E allora vi chiedo: è davvero tutta colpa di Ramsey e Frabotta?

Torniamo sul gol, il secondo gol, quello che ci ha fatto tutti arrabbiare e urlare “non è possibile!”: quella situazione l’Inter la prova 10 volte a partita. Possiamo dire sia il marchio di fabbrica dei nerazzurri di questa stagione. Tutto il loro gioco si sviluppa spostando la palla sulla sinistra, per poi con cambi campo (molto spesso di Bastoni) servire appunto Barella o Hakimi dall’altra parte. Non si può subire gol su una situazione nota, come se non la si conoscesse. Per di più su un rinvio dal fondo e con tutto il tempo per sistemarsi. Vanno bene i principi di Viscidi, le analisi di Gagliardi, ma gli avversari li devi conoscere e devi studiare accorgimenti per evitare di farti uccellare da giocate prevedibili. Non si può, soprattutto, subire la stessa identica azione 3-4 volte in un girone: vuol dire che non hai ancora trovato rimedi a quelle situazioni, e sarebbe compito dell’allenatore farlo.

Quello che vorrei far capire è che quando su AterAlbus eravamo critici con la Juve, non era perché odiassimo Pirlo (anzi, idolo, riconoscenza eterna: come vi viene in mente una cosa del genere?), ma perché – come scritto anche oggi nell’articolo di Davide – le vittorie hanno spesso mascherato le problematiche di pressing alto-marcatura a uomo, che però ci sono e continuano ad esserci, e non sono nate ieri.

Chiudo ricordando a quelli che “con questo centrocampo è impossibile vincere” che l’anno scorso asfaltammo Conte A/R con Khedira (proprio lui), Pjanic e Matuidi la prima volta e con Bentancur regista, Ramsey mezz’ala e Matuidi la seconda. Non mi pare ci fossero Pogba e De Bruyne in campo. Né che si possa vincere solo con loro.

La Juve è ancora un cantiere, siamo d’accordo, e a Pirlo va dato il tempo di migliorare se stesso e la squadra. Nel farlo, però, onestà intellettuale imporrebbe di dirle tutte, le cose, e di criticare anche gli errori di percorso, in maniera serena (nessuna campagna o hashtag #out), ma senza rifugiarsi solamente e sempre nelle solite frase fatte che tanto piacciono a parte della stampa e dei tifosi.

Antonio Corsa.

Inter-Juventus è forse sul podio delle gare più brutte dell’ultimo decennio

Dopo la partita con l’Inter è partito il giudizio universale; e non poteva essere altrimenti, visto il significato emotivo della partita. Ho visto gente insospettabile perdere la testa e uscirsene con twittate da bimbominkia; ho visto fautori del calcio contemporaneo andare fuori di melone e chiedere il ritorno di Allegri; ho visto la solita collezione di aggettivi un pò patetici (vergognoso e inaccettabile i più gettonati) pronunciati da commentatori quasi sempre lucidi di vicende juventine; ho visto, in altre parole, il solito casino.

Tuttavia io non posso che citare me stesso e ripetere quanto detto neanche un mese fa:

Un allenatore nuovo che vuole cambiare sistema di gioco ha bisogno di tempo e, mentre quel tempo passa, la squadra non ha stabilità tecnica. L’impressione è che la Juve abbia un gioco a tratti bello ma molto, molto fragile e che, se l’avversario trova il granello di sabbia giusto da metterti nell’ingranaggio, vada in difficoltà enorme.

E attenzione, questa non è una giustificazione; è solo una fedele descrizione di quello che succede (ed era in certo senso inevitabile che succedesse). La Juve ha giocato quattro buone partite in 10 giorni; alla quinta, e contro un avversario con poche idee, ma chiare, si sono ripresentati gli stessi problemi. E, fatevene una ragione, continuerà così per tutto l’anno a meno di miracoli; perchè questo è quello che succede quando provi a cambiare le cose.

Io lo so che per un tifoso è dura da accettare, ma dopo nove anni di vittorie la dirigenza ha deciso di cambiare perchè ha giudicato esaurite le possibilità di progredire con questo sistema. E l’addio di Allegri, il migliore allenatore del mondo nel suo genere, ha sancito la fine di un’epoca. E la designazione di Pirlo è in totale continuità con quella di Sarri l’anno prima, perchè Sarri non è stato certo esonerato per motivi tecnici (su questo ho ha già scritto pure troppo e non mi ripeterò).

Dove ci porterà questa scelta non lo so, ma sicuramente non sono stupito delle convulsioni che sta causando (basta ricordare il primo anno di Klopp al Liverpool o il primo di Guardiola a Manchester) nè ho l’illusione che possano sparire solo perchè i tifosi battono i piedini per terra. Ci siamo messi in una avventura complicata, incerta e che io per primo non condivido. Ma per giudicare qualcuno devi partire dalle sue idee e non dalle tue.

Chi paga sceglie la musica; noi tifosi possiamo solo ballare (o decidere di uscire dal locale).

Kantor