Dimenticare Monaco: 5 filosofie

Due notti a rivoltarci nel sonno.

I loop di Cuadrado ed Evra, come lame seghettate piantate nelle tempie e nello stomaco. I volti stralunati del mister e dei nostri dopo la gara. Come diceva Spalletti, la Champions ti dà la possibilità di condensare in un solo confronto il peso specifico di 38 o 76 gare di A. Per noi che respiriamo Juve 365 giorni l’anno, il minuto fatale all’Allianz conta più di 2 anni di chiacchiere, sogni, gioie e speranze.

Poi però tocca uscirne. Magari con filosofia. Ecco 5 filosofie per dimenticare Monaco.

FATALISMO.

C’è chi dice “Gli EPISODI!”. Cuadrado, Morata, Evra, Coman, Neuer. Era destino? Forse. Ma gli episodi vanno guardati tutti. A partire dai gol divorati da Muller a Torino, alle parate di Buffon sull’orlo del precipizio. Il Bayern detta legge in casa nostra per 70’ e manca il KO. Noi volitivi e grintosi a pareggiarla. La Juve incarta Pep per 70’, mancando però la fatality dello 0-3. Ma in mezzo ci sono anche un palo per loro e di nuovo il piede di Buffon sullo 0-1.

C’è chi dice “I CAMBI!” Il 99% di chi ora critica voleva Mandzukic subito. Il 99% di chi ora addita Evra lo magnificava fino a 2 secondi prima. Il 99% di chi dice “ci siamo abbassati troppo” diceva “ci siamo alzati troppo” sull’1-1 a Berlino.

C’è chi dice “I CENTIMETRI! I MINUTI!“. Abbiamo esaltato Sturaro per il salvataggio su James ed il gol all’andata, così come per il palo-autogol del portiere Olympiakos l’anno scorso. Ora Sturaro la spara alta dopo 3-4 scivolate e Neuer miracoleggia. Abbiamo goduto più volte al 93° contro il Toro, o per Zaza, e non possiamo, proprio noi, non sapere che le gare durano 95’, non 89.

C’è chi dice “L’ARBITRO!”. Degli arbitri si parla il giusto. Abbiamo difeso il 3-2 di Bonucci con la Roma troppe volte per fare i precisini sull’offside di Lewa, abbiamo segnato lo 0-2 all’Allianz due minuti dopo quello annullato a Morata, abbiamo vinto meritatamente ma con sviste arbitrali contro il Monaco per dannarci con l’arbitro di Monaco. Doveva andare così perché è giusto così. Il calcio è equo e democratico: se hai qualità e velocità segni 4 gol sfruttando gli errori difensivi del Bayern, così come, se attacchi la Juve per 70-80’, magari la Juve difende in modo sublime, ma qualcosa ti concede, e se hai Lewa, Muller, Robben, Thiago o Coman è probabile che passi. Succede sempre così, sia in Juve-Toro che in Atletico-Real. E’ il calcio.

NICHILISMO

C’è chi dice: “Siamo ancora caduti sul più bello, al 90° a Monaco, al 70° a Berlino. Cadremo sempre“. Tornano i demoni dello sprofondo, del #MoriremoTutti o del #QuandoRicapita. I nostri eroi difensivi imbiancano, i nostri giovani eroi vanno via, le inglesi hanno sempre più soldi, le spagnole dominano, il Bayern si rafforza coi nostri pezzi. Eppure, non è così.

La Juve è l’unico club UE (col Bayern) ad aver disputato finali Champions in ogni decennio dal ’70 in poi. L’unico (col Milan) ad aver disputato 3 finali di fila. L’unico che rinasce sempre perché ha struttura solida, dirigenza equilibrata, competenza, esperienza, spessore e un ambiente che lavora con criterio e coscienza, senza disfattismi, senza sensazionalismi. Non avremo i soldi inglesi ma c’eravamo noi a Berlino, non abbiamo ingaggi e fatturato Bayern, né Allegri ha l’aura divina di Guardiola, ma li abbiamo portati ai supplementari, mica per caso. Nessuno immaginava dopo l’addio a Vidal, Tevez e Pirlo di essere alla pari col Bayern, nessuno fantasticava dopo l’inizio disastroso di conseguire 15 vittorie di fila, 10 di fila senza gol subiti (due record secolari) e far impallidire Guardiola. I vecchi imbiancheranno, qualche giovane che non se la sente di rimanere andrà, ma noi resteremo la Juve.

PRAGMATISMO

Ok, siamo usciti nel modo più crudele possibile. Ma vediamola così, passando il Bayern magari la “fortuna” stagionale ci avrebbe fatto beccare ancora Messi, o un Ibra famelico, o uno Zidane+CR7 stavolta spietati o magari avremmo giocato alla pari con lo stesso Wolfsburg con un Draxler beffardo alla Coman ed un altro arbitro germanofilo. Le delusioni atroci sono solo quelle finali. Qui invece avremmo avuto davanti, fino a Milano, altre 2-4 gare, con altre ricadute, recidive, polpacci, logorio psicofisico. E, infine, come sarebbe stato reggere un eliminazione Messianica ai quarti e un Sarri ad alzare la coppa Scudetto un giorno all’improvviso? O ancora, beffa delle beffe, come sarebbe stato aggiornare in alto il record di finali perse, ancora contro il cannibale Suarez e il saltimbanco Neymar, per di più in Italia? Atroce, molto più atroce.

POSITIVISMO

Il Bayern di Guardiola ha preso 3 gol in casa in 45′ solo contro Ancelotti e CR7 che vinsero la Decima. In assoluto, anche fuori casa, 3 gol in un tempo poi solo contro Messi l’anno scorso, un altro che l’ha vinta. 3 gol noi glieli avevamo anche fatti e poi chissà.. Eppure la Juve non ha mai disputato un tempo così sublime in Europa dai tempi di Lippi. Al bando la paura e la sindrome da Champions, quella vissuta con Capello e con Conte. Ormai la Juve è lì, per restarci. Guardiola ci invidia la capacità di difenderci in 8-9. Chi lo fa bene come noi? Forse solo l’Atleti di Simeone. Ma chi ha fenomeni come Pogba (prestazione di impressionante versatilità per colpi, tecnica, corsa, gol, assist e difesa) e Morata che poi si sacrificano anche in fase difensiva? Chi ha esterni acuminati come Sandro e Cuadrado che si trasformano in mastini? Si è spesso detto che la Serie A non è allenante. L’ha detto un tecnico che ha vinta in una A formidabile ma  rimediato figuracce in Europa. Eppure la A è tatticamente e difensivamente mostruosa per allenarsi alla Champions. Soprattutto se poi hai quella spavalderia, personalità, velocità e tecnica per esaltarti in Europa. Il modo in cui Allegri ha asfaltato Klopp, battuto Ancelotti, tenuto testa a Simeone, battuto Emery sul piano del gioco, ha soverchiato Pellegrini e sorpreso Guardiola, la dice lunga su quanto siamo forti tatticamente, oltreché mentalmente e tecnicamente. Non siamo qui per auto-esaltarci, siamo usciti in un ottavo. Ma pur sempre senza Chiellini, Marchisio e Dybala. E vedrete cosa combinerà il Bayern. La strada è quella, siamo forti, pochi cazzi.

EVOLUZIONISMO

Questa consapevolezza della nostra forza finalmente dimostrata anche in CL, ci porta poi a ripensare al prossimo futuro. Sono fiero di un club che rinnova il contratto a Morata in un momento totalmente negativo (e queste cose contano per i giocatori). Sono felice di un club che rinnova il contratto ad Allegri dopo un’eliminazione agli ottavi. Ripongo massima fiducia di un club che dopo Stadio e cittadella, riveste posti di prestigio nell’ECA e si ramifica sempre più in Asia e America. La strada è graduale e il sistema calcio Italia non aiuta. Gli errori sono dietro l’angolo, ma da quelli si impara. I Vidal, i Coman che ci castigano non sono diversi dal Morata che punisce il Real o dal Bonucci che affossa l’Inter. La differenza è che i nostri ex volevano andare via, negli altri invece ci abbiamo creduto quando nessuno lo faceva. Come con Pogba. L’evoluzione Juve incontrerà sconfitte, sbagli, beffe, probabilmente anche in Italia (prima o poi), ma sarà inesorabile e continua. Abbiamo il presidente più giovane ed illuminato in UE (sulla passione non si discute), un AD-DG cresciuto dai tempi della Samp a cui si può perdonare un lecito scivolone sugli arbitri, un DS che non sbaglia un colpo da anni (e gli ex Vidal e Coman sono indiretta conferma), un mister sempre qualificato agli ottavi che in Europa si esalta ma che in Italia infila due record difensivi mostruosi. Abbiamo under 23 fissi sulle copertine di giornali spagnoli e inglesi come desideri numero 1 di tutti i top club.

Sappiamo dove andare, sappiamo cosa fare, sappiamo come dimenticare Monaco e ripartire.

Poi abbiamo Buffon che un minuto dopo il 120°, mentre compagni e popolo Juve sono devastati dice serafico:

Questo è un altro grande passo in avanti, vinceremo nei prossimi due anni.

E io, di Buffon, mi fido più di tutta la filosofia occidentale dell’ultimo millennio.

Sandro Scarpa.

Fa male, ma non #moriremotutti

di Luca Agazzi

Nella testa di un tifoso fa male. Malissimo.

Appena finita la partita partono i processi. C’è chi attacca l’arbitro, l’allenatore, i cambi, il preparatore atletico, Marotta, Evra, Pogba, Buffon, Guardiola, Coman, Vidal, Llorente, il calcio italiano in declino, la sfiga.

Succede, ultimamente siamo poco abituati alle sconfitte, non si sa bene come comportarsi e si cerca IL colpevole, come se la cosa possa farci stare meglio.

Poi però, dopo la delusione, qualcuno prova ad analizzare nei particolari la partita, più in generale la squadra. Basta poco e ci si accorge che non #moriremotutti come qualcuno (molti) vuole farci credere. Non era la “partita della vita”, quelle (con tutto il rispetto del caso) sono per le provnciali.

La verità è che in poco meno di un anno la Juventus ha eliminato il Real Madrid campione in carica in semifinale, è arrivata al 70’ della finale di Champions League con il Barça dei marziani sull’1-1 ed è stata a 2 minuti dall’eliminare il Bayern Monaco all’Allianz Arena, dopo 70’ quasi impeccabili. Le tre squadre più forti del mondo affrontate senza paura,ma con rispetto e  uscendone a testa alta.

E allora no, non #moriremotutti, l’anno prossimo saremo ancora qua a provare a lottare per qualcosa di importante.

Perché “Vincere è l’unica cosa che conta” significa anche avere un allenatore che dopo una partita afferma che “Siamo stati grandi, ma non abbastanza”, rendersi conto di essere sulla strada giusta e puntare dritti al prossimo obiettivo.

I 5 momenti NO di Bayern-Juve

Come insegna la nostra storia noi siamo abituati a non soffermarci troppo su quello che sono gli errori altrui, ma su ciò che si può e si deve migliorare nella gestione delle partite importanti. Riguardare certe immagini è duro, anzi durissimo anche perché non sono passate solo poche ore da una delle eliminazioni più brucianti della nostra storia di amore/odio con la Champions League.

Ho individuato quelli che per me sono stati i 5 momenti chiave, in senso negativo della nostra partita di mercoledì sera, 5 sliding doors che potevano cambiare la storia dell’incontro… ma che purtroppo non l’hanno fatto. Sia chiaro: con questa breve analisi non voglio mettettere nessuno sulla graticola, perchè si vince in 11 e si perde in 11, ma semmai intendo solo dare uno spunto di analisi in più per provare a non commettere più errori simili qualora ci si dovesse ritrovare in futuro nelle stesse condizioni.

43′ – La parata di Neuer su Cuadrado

L’occasione capitata sui piedi di Cuadrado a pochi minuti dalla fine del primo tempo avrebbe potuto essere la pietra tombale sulla qualificazione dei bianconeri ai quarti di finale. Il Bayern si salva invece anche grazie all’aiuto di un po’ di fortuna: il n°16 bianconero incrocia il tiro verso il secondo palo cercando di anticipare il movimento del portiere di solito volto a coprire il primo: Neuer però è ben piazzato e intercetta con la gamba sinistra…e poi è anche fortunato perchè la palla va sbattere sul palo e finisce per colpire il volto dell’attaccante colombiano che rimane a terra. Avrebbe potuto fare di più il n°16 bianconero? Forse no perchè l’angolo era davvero stretto e Neuer è stato bravo a coprire al meglio la propria porta. Capitolo fortuna: 8 volte su 10 la palla sbatte sul piede e va dentro, questa volta è andata sul palo…

44-ErroreCuadrado

56′ – L’errore di Morata

Grande opportunità quella che capita a Morata che dopo una bella azione personale arriva in area di rigore ma da una buona posizione spara alto. Se è vero che un attaccante della classe di Morata poteva forse fare qualcosina di più, è altrettanto vero che anche in questo caso è pressochè perfetto il posizionamento del portiere del Bayern e fondamentale sembra la scelta di Alaba di immolarsi sdraiandosi di fatto davanti all’attaccante bianconero e costringendolo di fatto ad alzare il tiro.

57-ErroreMorata

56′ – Tre errori di gestione del pallone che costano il pareggio

Il rammarico più grande è forse l’errore doppio nella gestione del possesso palla negli ultimi minuti di gioco con il risultato ancora a proprio favore. Se Lichtsteiner ed Evra (che vedremo subito dopo) avevano già 90 minuti nelle gambe e hanno l’attenuante di una lucidità che poteva venire meno dopo una partita giocata al massimo, la stessa cosa non vale per Roberto Pereyra. El Tucu entrato in campo solamente esattamente 30 secondi prima, sbaglia un passaggio semplice verso Lichtsteiner (freccia verde) e costringe il compagno ad arretrare per giocare il pallone…

89-1-ErrorePereyra

…lo svizzero avrebbe 3 opportunità di passaggio per far mantenere il possesso palla alla propria squadra (palla nuovamente a Pereyra, oppure Khedira sul centro o Bonucci all’indietro, ma sceglie la via peggiore, tentando la cosa più difficile, ovvero un passaggio lungolinea verso Sturaro (marcato) sotto il pressing di Ribery che arriva come un treno a contrastarlo. Palla forzata che finisce in fallo laterale e possesso palla perso.

89-2-ErroreLicht

Possesso che viene recuperato comunque da Evra che fa l’unico vero errore dopo una partita di sacrificio da centrale difensivo aggiunto. Il francese ha davanti a se 3 opportunità: fare un rinvio lungo, giocare la palla verso Hernanes facendola passare fra Vidal e Lahm che gli corrono incontro, oppure tentare di mantenere il possesso. L’esperto difensore francese forse perde un po’ di lucidità e sceglie la terza. Vidal allunga il suo piede e riesce a intercettare il pallone…

90-ErroreEvra

…che per sua fortuna passa forse a un centimetro dal polpaccio sinistro del difensore francese della Juventus.

VidalEvra

Un misero centimetro che fa la differenza perchè permette al n°23 del Bayern di giocare il pallone velocemente su Coman. Il francesino nel frattempo si è smarcato sulla destra dalla marcatura di Alex Sandro e dal suo piede fa partire l’assist perfetto per il pareggio del Bayern 2 secondi dopo lo scoccare del 90°…

92′ – L’occasione sul piede sbagliato

Sono passati poco più di 120 secondi dall’inizio del primo tempo supplementare quando alla Juventus capita nuovamente un’ottima occasione per segnare la terza rete. Mandzukic libera al tiro Lichtsteiner che è costretto a tirare con il sinistro che non è il suo piede: ne esce così un tiro mollo sul secondo palo che Neuer para facilmente.

93-ErroreLichtTiro

107′ – Il contrasto “mollo” su Thiago Alcantara

Evra colpisce il pallone fra la testa e la spalla e rinvia verso l’esterno destro dell’area bianconera. La palla va nella zona in cui si trovano Thiago Alcantara e Roberto Pereyra. Il bianconero invece di cercare l’anticipo si muove verso l’avversario che gli ruba così il pallone ed è libero di fare lo scambio veloce con Muller e andare a segnare la rete del 3-2, un masso che atterra le speranze dei bianconeri.

107-ErrorePereyra

 

Da qui dobbiamo ripartire, con un filo più di fortuna, una migliore gestione e una maggior concentrazione nei momenti chiave forse la storia avrebbe potuto cambiare. Probabilmente era destino che dovesse andare così… Da tifoso però devo dire che inizio ad odiarle queste Sliding Doors, troppo spesso ci si chiudono davanti.

Maurizio Romeo.