Vigilia di Juve-Atalanta, vigilia del match che vedrà i bianconeri tornare in campo davanti al proprio pubblico per puntare alla vittoria e proseguire il proprio cammino da capolista del campionato. Oggi, Massimiliano Allegri ha presentato il match ai giornalisti in occasione della conferenza stampa prepartita al Media Center di Vinovo, affrontando svariati temi, dai rientri previsti, alle scelte di formazione, fino alla voglia di immediato rilancio dopo il passo falso di Genova.
Il rientro di Dybala
«Paulo ieri ha svolto un mezzo allenamento con la squadra, per domani potrebbe essere convocato ma difficilmente giocherà. Sarebbe più per fargli riassaporare l’atmosfera del campo, più facilmente potrebbe rientrare mercoledì per il match di Champions».
Le scelte in attacco
«Cuadrado ha avuto un problemino, ora sta meglio ed è a disposizione, ma devo ancora valutarne l’impiego. Per quanto mi riguarda, Mandzukic e Higuain potrebbero giocare insieme: si stanno conoscendo meglio e stanno facendo bene. Gonzalo ha smaltito la piccola botta che aveva preso e ora sta bene».
Un unico obiettivo: vincere
«Il tempo aggiusta tutto. Nell’arco della stagione ci stanno dei passaggi a vuoto, domenica abbiamo commesso molti errori ma l’importante è continuare a migliorare e non farsi trasportare in maniera troppo negativa dagli errori. L’essere umano può sbagliare: la squadra veniva da tredici partite in campionato con undici vittorie e due sconfitte, siamo primi in Champions e in campionato. A Genova non è stata una bella partita, ma questo non vuol dire che la squadra abbia problemi e difficoltà. Domani dobbiamo assolutamente vincere.
Una sfida preparata bene, tutti insieme
Quando prendi queste botte, è normale che il giorno dopo, o due giorni dopo, una squadra di carattere tiri fuori l’orgoglio. Per la prima volta dopo tre mesi siamo riusciti a lavorare tutti insieme per una settimana intera, infortunati esclusi, e questo ci ha fatto sicuramente bene, come sarà la prossima settimana, nonostante la Champions, e quella successiva, prima dello scontro diretto contro la Roma. Dalle batoste bisogna uscire rinforzati, e cercare di fare sì che non si ripetano.
Gli uomini a disposizione
Per quanto riguarda la difesa, abbiamo Benatia, Chiellini e Rugani disponibili, così come Lichtsteiner, Alex Sandro e Evra. Sei difensori disponibili, siamo in abbondanza. Chiellini sta bene; Marchisio sta bene; per Barzagli c’è ottimismo, ovviamente non per questa o per la prossima partita, ma comunque il suo recupero sta procedendo; Dybala sta rientrando e Pjaca sta correndo. Bisogna pensare positivo e non farsi prendere dalla negatività.
La condizione di Pjanic e Khedira
Miralem è un giocatore importante, che si sta inserendo bene. Domenica ha fatto un bel gol su punizione, ha già realizzato un buon numero di reti ed assist, sono i numeri a dirlo, ed io non posso che essere contento di lui, così come lo è la società. Sami, dopo aver giocato poco o niente per due anni, l’anno scorso ha giocato 25 partite. Quest’anno tra campionato, Champions e Nazionale siamo già quasi a quota 20. Come ogni giocatore, non può avere la stessa intensità ad ogni partita, ma questo è normale per qualsiasi calciatore impegnato sostanzialmente in un match ogni tre giorni.
Il ritmo della Juve
Al momento la Juventus sta andando a velocità di crociera, che è la velocità che ti porta al fondo della stagione. A livello di classifica, più di questo non si può fare: siamo primi in campionato e in Champions, che poi le stagioni si decidano a marzo non c’è bisogno di ripeterlo…
Atalanta, avversario in salute
L’Atalanta sta facendo molto bene, ha giocatori giovani e bravi. Il campionato però è lungo e credo che alla lunga la classifica rispecchierà i valori delle squadre, da qui al 28 maggio. In questo momento è una squadra con ben pochi difetti, e le sette vittorie nelle ultime otto, con sei successi consecutivi in campionato, lo dimostrano. Quando hai a che fare coi giovani, hai tanto entusiasmo e spensieratezza. Poi l’Atalanta ha anche un ottimo allenatore, ed è una società che investe molto sui giovani, non a caso ogni anno lanciando giocatori importanti. Il Presidente Percassi ha dato un’ottima organizzazione al club, e questo è sicuramente un grande merito.
Il punto sul campionato
Quest’anno il campionato è molto bello, molto equilibrato. Tra le prime sette ci sono pochi punti di differenza, tutte sono ancora in lotta. Se il campionato fosse a 18 squadre, forse, l’equilibrio regnerebbe e la Serie A diventerebbe ancora più bella. Il campionato italiano, comunque, a livello tattico e tecnico, resta uno dei migliori al mondo.
Allegri ha una grande occasione: mini-ciclo con il 4-3-1-2
Come catturare un momento particolare della stagione e svoltarlo a proprio favore. Nell’interesse personale e della squadra allo stesso istante. Allegri può farlo perché i mali sono mali e vengono per nuocere, non fosse che il calcio offre sempre una chance alternativa, una scappatoia risolutiva per la stretta attualità ed educativa per il futuro prossimo. La Juve ha un mini-ciclo significativo davanti a sé. Ed è ancora dentro l’anno solare 2016.
Si giocherà sempre in undici contro undici. La profondità della rosa a disposizione di Allegri scaccia però tautologicamente ogni genere di alibi: con gli eventi nefasti non si è (ancora) oltre ogni più irragionevole previsione. L’emergenza, invece, è la terza parola all’ordine del giorno nel vocabolario di chi punta a vincer tutto. Il monte partite previsto e prevedibile va di pari passo a un monte infortuni (da giustificata imprecazione) largamente protetto dalle scelte operate in sede di costruzione rosa: sovraccarico di centrali difensivi, assortimento delle coppie di esterni, variabili extra come Cuadrado e Asamoah, mucchio selvaggio di centrocampisti nonostante il mancato arrivo di uno tra Matuidi e Witsel, neanche si somigliassero, dopo la cotta per André Gomes.
Se Allegri è scaltro come è scaltro, coglierà l’occasione già contro l’Atalanta. Perché degli indisponibili ci si ricorda tutto, anche data e luogo di nascita, quando vince il rimpianto. Nel calcio però serve sempre essere proiettati in avanti: quindi catturare, fissare, sedimentare. Poi ripartire. E continuare a costruire una crescita costante, necessaria, di qui a giugno.
Allegri ha una enorme occasione. Tecnica e tattica. Può e deve sfruttarla anche se i risultati vengono prima del pensiero strutturale. Dicembre deve spaventare il giusto: ci saranno la rivelazione della stagione, poi il derby a chi ci crede di più, la Roma che cerca per l’ennesima volta la grande impresa. Infine la prima assegnazione di un titolo 16/17. Questa occasione Allegri ce l’ha davanti agli occhi, sul palmo di una mano che non può non prudere. Gli accadde anche (con più certezze e meno punti interrogativi a cui rispondere) anche nel mezzo delle due stagioni precedenti, soprattutto la prima, quella della Yellow Brick Road To Berlin. Ovvero vincere (o quasi) battaglie ben più impegnative attraverso la logica e i reduci. Quel che farebbe Napoleone al suo apice: rinunciare alla difesa a tre in assenza di chi l’ha resa una fortezza, inimitabile per assortimento e affiatamento; mettere al centro del confronto chi non può starne ai margini.
Il conto è presto fatto, i nomi sono quelli. Le variabili dovranno continuare ad agire sopra una costante, che ovviamente è l’assetto in assenza delle “certezze” del 3-5-2, volendo ancora spendibile, ma che oggi come oggi è un vestito tirato al punto che ogni piccola mossa può corrispondere a una scucitura se non a uno strappo.
Questa Juve, per migliorarsi e sublimarsi, ha bisogno di stare comoda. Come dentro una tuta. 4-3-1-2 senza forzature. Che veniva per di più raccontato come il modulo “di Allegri”.
- Lichtsteiner dove può ancora dare qualcosa di solido, nel ruolo storico con 40 metri di campo e non 70, con appigli ai lati e davanti.
- Due centrali su tre che ruotano, tutti diversi e compatibili (Benatia, Chiellini e Rugani); la riabilitazione sensata di Evra come quarto basso se e quando Alex Sandro va in debito di ossigeno.
- Vertici alto-basso del rombo di centrocampo, unica dorsale (oggi) dal potenziale assoluto per arrivare bene e in fretta a Higuain muovendo più velocemente il pallone nell’altra metà campo: Marchisio-Pjanic, non si scappa. A loro il compito di cercarsi e possibilmente trovarsi.
- Mezzo destro Khedira, ma mezzo destro e non cavallo d’assalto, dentro il campo per alleggerire Marchisio, senza rincorse che non sono il suo mestiere.
- Mezzo sinistro ampia scelta dal campionario, in attesa del mercato di gennaio (Sturaro il preferito di chi scrive, in questo contesto in cui serve protezione al trequartista un qualche vagito di dinamismo).
In attacco non c’è nulla a questo punto che vada spiegato. Con un Dybala di rientro e qualche lezione di temeraria applicazione si tornerà alla natura primaria delle cose. Ci guadagnano tutti, immaginando una contagiosa reazione a catena. Tutti eccetto uno, Cuadrado. Il colombiano però sarà sempre una risorsa a parte, un surplus da maneggiare con carezze e cura, visto che questa squadra non è stata pensata nè strutturata per canonici 4-4-2 o 4-3-3. Lui è diverso, ha caratteristiche da atipico e va digerito come tale. Delle tante modifiche di ruolo intraviste dal primo minuto (che hanno anche incluso Cuadrado), non una davvero convincente. Catturiamo anche questo suggerimento del campo e andiamo. Al 2017 ci penseremo a tempo debito. Così come ai giudizi sul mercato di correzione. Mai ultima parola fu più pertinente.