E’ crudele, è giusto

Ho sentito la partita alla radio Jtv. Esperienza da non ripetere, non ho più il fisico per gli appuntamenti al buio. Poi l’ho vista in fresca differita alle 24, sempre sul canale tematico. Che ieri sera m’ha deluso, parlando troppo di arbitri. Non è stato il solo. La Juve ha fatto una ottima prestazione. Davvero ha ragione Paolo Rossi quando chiosa, questa Juve non s’era mai vista quest’anno. No, non s’era mai vista. Per un semplice motivo: per adeguarsi all’avversario, s’è giocato sopra ritmo. Che è una cosa molto spettacolare, molto empatica, che fa tifare e godere tutti. Che però ti presenta il conto specie se vai ai supplementari, specie in materia di lucidità. Non è neanche il fisico che si logora, è la testa che in alcune fasi non regge più. E abbiamo gli sfondoni. I goal di testa presi ieri sera ne sono la riprova. Abbiamo una gran difesa, una difesa da record. Sui goal presi di testa guardavano la palla. Difetti strutturali ? Errori tattici come ai tempi di Del Neri ? Errori tecnici ? No. Questa è una difesa strutturalmente feroce, che tatticamente non ha problemi di zone e merdate varie, che tecnicamente guarda palla avversario e anche il telespettatore insieme. Allo stesso momento. S’è trattato semplicemente di cali di attenzione dovuti all’eccesso di energie spese. Quando si predica la gestione delle risorse lo si fa per evitare quello che s’è visto ieri sera, non per rievocare Rocco o per passatismi nostalgici. I nostalgici stamane sono altri. E sono fuori tempo massimo. Sono quelli che dopo ieri sera rimpiangono Vidal e Coman, le cui cessioni avevano applaudito. La mia posizione è inattaccabile: di Coman non ho rimpianto nulla in quanto non mi ha mai convinto e sono certo che non avrebbe giocato titolare neanche quest’anno, mentre intorno a Vidal avrei basato la squadra. Tanti invece avevano apprezzato. La cessione di Coman in stile Borsa Valori, perché portava soldi freschi nelle tasche del club, come se fossero le loro. Quella di Vidal in stile Arancia Meccanica, perché bisogna dare una lezione agli ubriaconi. Questi tanti sono quelli che stamane fanno lezioni a Marotta affarista e incapace di gestire i ragazzacci.

Buffon ha parlato di occasione di crescita. Andiamo a farne una cosa concreta. Crescano:

  1. Stampa

gazzaI principali quotidiani oggi titolano in maniera emotiva, vittimistica. “E’ ingiusto”, “è crudele”. Affatto. Non è ingiusto, è il calcio. A parità di occasioni, chi segna vince. Chi non segna non vince. Quando Morata dopo aver dribblato tutta la Germania ti arriva a due passi da Neuer e ti calcia alle stelle, non devi commentare “Ah però che bella azione”. Lo devi rimproverare aspramente perché probabile t’abbia fatto perdere la partita. Il calcio non è l’etica di Kant: la coscienza devi tacitarla a costo di segnare di mano, e soprattutto il cielo stellato sopra di te se ci arrivi significa che hai fallito. Non è crudele, è l’essenza terra terra di un gioco che si fa coi piedi, che si vince in due o tre momenti di 90 minuti passati a cercare di fregarsi cadendo. Sempre più basso significa poi sempre più in alto.

 

  1. Atteggiamento verso l’allenatore

I cambi di Allegri non sono stati sbagliati. Ha giocato come volevate voi. Vi dà sempre retta. Come a Berlino, con Pirlo e Pogba insieme. E’ paradossale come un allenatore che dovrei criticare io, per eccesso di offensivismo, sia criticato come cagon solo perché lo disse Tevez, uno che ha imparato a vincere con la libertà senza condizionale offertagli con coraggio proprio dall’uomo senza coraggio, sol perché non va d’accordo con le teorizzazioni attuali sponsorizzate da tanti scartati dai campi di calcio e sintetizzabili in un narcisistico “La Regina d’Inghilterra sono me”. Allegri è uomo del Rinascimento contro i monaci medievisti del calcio a misura dell’Onnipotente, il calcio in ogni dove e in ogni luogo e conoscibile dai numeri come nuovissima Cabala; è umanesimo del realismo, gli schemi puttanate perché alla fine conta se sai come sfangarla senza imparare tutto a memoria; è l’anti intensità perché s’è limitati e s’ha da fare una cosa alla volta. Sennò finisci come la casalinga che brucia il pupo e veste il caffellatte. Come è successo ieri. Errori ad uscire dalla propria area 1 per l’ossessione oramai a furor di popolo dell’eterno costruire chissà che, 2 per evidenti inerzie d’agonismo. Uno che gioca sotto ritmo è lento perché vaglia le opzioni. Nel momento in cui in tv appare fiacco e poco televisivo offendendo le regine cabalistiche è in quel momento che sta facendo una cosa intelligente che forse può esserti utile. Uno che gioca sopra il ritmo e spesso, e allora quello fa come le scimmie. Fa come Don Lurio nel duetto con Lola Falana: testa, gambe, collo, one two three. E’ bello da vedere perché si muove di continuo, muove di continuo la palla, la smista, la passa, la stoppa, la passa al portiere, alla linea laterale. I cameraman impazziscono per lui, dà loro il pane cioè qualcosa da mandare in onda diverse volte. I ca-dueballistici non ne parliamo. Ogni movimento frenetico diventa nella telecronaca linea di passaggio, schema applicato, è un alto basso del 600. E giù uno sciorinare che anche per i commentatori significa pagnotta. In tutto questo ai tifosi cosa dovrebbe interessare, che la propria squadra vinca o di diventare un giorno Daniele Adani ? Se dici la prima, passi per dinosauro. Allegri che è furbo e conosce i polli non vuole passarci. Predica l’essenzialità del gestire ma poi se la gioca con mille mille offendenti. Nonostante ciò vien tacciato sempre di qualcosa. Ieri sera, i cambi. Ha tolto Morata che dopo una discreta prestazione da madridista doc (leone in Cl, fregnone quando il Real non mi guarda) s’era spento. E soprattutto perdeva tutti i duelli fisici. Sempre per terra. Mai una volta che ne abbia lasciato a terra lui, uno dei loro. Entra Mandzukic e anzitutto si comincia a menarli di brutto. Dopodiché con una grandissima difesa della sfera consegna la palla della partita a Lichtsteiner che non ha il coraggio (e la lucidità, vedi l’intensità che vi piace tanto di cui sopra) di darla di controtempo all’angolo opposto. Successivamente ancora Manzo trionfante nei duelli aerei e Sturaro che ci arriva kantianamente. Chi doveva entrare, Zaza ? Si può preferire a Monaco di Baviera in Cempions Lig un Zaza a un calibro internazionale ed ex Bayern come Mario Mandzukic ? No. Sarebbe come andare a Parigi e portarsi l’auricchio anziché il briè. Non l’avrebbe fatto nessuno, doveva farlo Allegri non si sa per quale pausa del cervello (che gli sarebbe stata rimproverata uguale). Manzo ha tenuto bassa la squadra ? Era già bassa. Il Bayern l’aveva messa sotto e giustamente, è una squadra fortissima fatta da gente che il campo se lo magna. A partire da Vidal. Era bassa e Pogba non saliva più. L’altro cambio contestato, Pereyra per Cuadrado. Nel calcio d’altri tempi guardando l’orologio lo avrebbero capito tutti. E subito. Oggi tocca pure spiegarlo, perché questi pensano a uno schema tattico pure se ci si gratta. Era un cambio anzitutto per perdere tempo. Per spezzare il ritmo. Come si faceva una volta. Quando il calcio era una virile e ingiusta scampagnata di furbettate e non la gaia giusta e calcolata scienza di oggi. Quel tempo quando il calcio si faceva coi piedi e non con le ali o la calcolatrice, robe del genere hai voglia. Per non parlare d’altro. Il cambio era in primis giustificato da questo: sto asserragliato a poco dal termine, anzitutto spezzo, rifiato. Poi c’è l’oggettività del metterne uno più fresco che potesse far salire oltre che tenere. Pogba oramai consumato dopo un primo tempo da prelibatezze che puoi avere Guardiola e un posto nei quarti ma certi piatti a casa tua te li scordi, etcetera. Pereyra serviva a questo. Ha fatto bene, male. Pereyra è questo. E’ come viene, è un non definito. Oggi gioca perché è buono per il calcio gender. Quello dove non c’è madre o padre, c’è offendente, difendente, poli senziente, multi deficiente. Quando c’erano i ruoli definiti, nel dubbio l’avrebbero messo in porta. In Coppa Italia.

max

  1. Arbitri

Non se ne parli. Ne ha parlato Marotta. A mio avviso, una gaffe. A caldo meglio non esprimersi. Non lo condanno, han fatto uguale e peggio i giornalisti e i tifosi. Dall’analisi dell’arbitraggio si passa al discorso delle tutele. Il discorso delle tutele ti porta a quello politico. Il peso. Il contrappeso. Poi se qualcuno ti fa notare, non conti in Italia e perché mai dovresti contare all’estero, finisce la discussione. Son cose sdrucciolevoli. La Juve ha sbagliato candidato alla presidenza Figc la scorsa tornata. Poteva condizionare l’operato dell’attuale presidente negoziando di volta in volta l’appoggio o la semplice neutralità. S’è scelto un’altra strada, quella che indicava Sky, ossia dalli al vecchio, viva le novità e viva il mondo che verrà. Il mondo che verrà non è venuto perché non viene mai. Nel presente, si è fuori. Probabilmente si sta lavorando per migliorare, per rendere importanti anche le prebende estere guadagnate per concessione proprio degli avversari di ieri sera. Sarà il tempo. Nel futuro vedremo. Se si vuol vedere il futuro, però bisogna sforzarsi di fare una cosa. Nel presente, meglio non vedere.

jonas eriksson

Alla fine della crescita, probabilmente non ce ne sarà una. La Juve non ha bisogno di crescere ulteriormente, è già ai vertici. Gli allenatori sono i capri espiatori ad ogni latitudine. E i tifosi sono quelli che sono, nel gioco di ruolo ne prendono diversi di volta in volta. Un giorno sono il signora mia ‘sti cileni sfascia carrozze e dove andremo a finire, i guardiani dell’ordine pubblico. Un altro sono i miliardari per procura, col portafoglio non a destra o sinistra ma nel cassetto. Un altro ancora sono i tutori della morale costituita ma anche gli spregiudicati e rampanti assalitori della morale degli arbitri. Signori, la Juve ieri sera ha giocato davvero bene. Regali abbiamo avuto noi, regali hanno avuto loro. Occasioni per segnare ad entrambi, noi abbiamo sbagliato e loro hanno segnato. Fino al 90° era stata la gara di Allegri, inutile calcolare l’incidenza dei cambi di una gara decisa in extremis tra l’altro neanche dal lato dei cambiati. Tra noi e il Bayern è finita pari, un sostanziale equilibrio. Deciso dalla migliore qualità loro di piazzarla. So che non crescerà nessuno per questo. Nel caso ci teniate, ricordatevi di restare da queste parti.

Vincenzo Ricchiuti.