Passare in quattro giorni da +6 a +1, e passarci perdendo uno scontro diretto senza di fatto scendere in campo, fa male. Ma, oggi, cospargersi il capo di cenere dando per perso uno scudetto che, conti alla mano, vede ancora la Juventus come favorita, non è soltanto sciocco, è anche controproducente, perché fa arrivare alla squadra (che non è un mondo impermeabile all’esterno) un pessimismo funereo che potrebbe avere delle ripercussioni sul campo.
La partita col Napoli è stata brutta, molto brutta. Non per la scelta di lasciare il possesso agli avversari, ma per la totale mancanza di cattiveria da parte dei giocatori, per l’incapacità dell’allenatore (molte altre volte lucidissimo) di dare un’idea di gioco cambiando continuamente le carte in tavola nel corso dei 90 minuti. Il problema non è difendersi: la Juve l’aveva fatto anche al San Paolo, dove aveva però creato più occasioni del Napoli e aveva legittimamente vinto la partita. Il problema è stata la presunzione di poter gestire un avversario, fortissimo tecnicamente e tatticamente, che poteva (giustamente) apparire un po’ spuntato, ma che comunque ha giocatori in grado di punirti.
Ma da qua e dare lo scudetto per perso, ce ne corre. Visto che del resto quelli suonano oggi il de profundis alla Juventus sono gli stessi che una settimana fa davano per scontato il suo settimo alloro consecutivo. In realtà, la realtà è che vincere sette scudetti di seguito sarebbe un risultato pazzesco, perché la realtà è che vincere uno scudetto è difficilissimo. E questo deve essere chiaro a tutti quelli che minimizzano quanto fatto da una squadra eccezionale negli scorsi sei anni.
Ma se vincere il settimo titolo sarebbe straordinario, questo non può diventare un alibi per non vincerlo. La Juventus i numeri per riuscirci li ha tutti: ha la miglior rosa della Serie A, ha un allenatore che ha fin qui dimostrato di saper affrontare le grandi sfide, ha l’esperienza di tante partite decisive. E ha un punto in più del Napoli. Il calendario non è dei più semplici, ma sarebbe stato forse più complicato se la Juve l’avesse dovuto affrontare dando per scontata la vittoria finale. Anzi, ora, dal punto di vista psicologico, se non ci mettiamo noi tifosi ad avvelenare inutilmente l’ambiente, affrontare la prossima partita diventa più difficile per il Napoli dei festeggiamenti preventivi che per i bianconeri.
Quanto ai dubbi tecnici, la squadra ha fin 27 vittorie a fronte di 7 partite tra pareggi e sconfitte. Ovvero, sfiora l’80 per cento di vittorie. E ha di gran lunga la miglior differenza reti della Serie A, col miglior attacco e la miglior difesa. La qualità c’è. Il carattere c’è. La sfida è esaltante e lo è ancora di più alla luce delle recenti difficoltà. Arrivare secondi sarebbe tremendo, soprattutto perché a posteriori, lo sappiamo tutti, la narrativa sarebbe molto banale e odiosa: «Con il Var la Juve ha smesso di vincere», ci direbbero. Non diamogliela vinta. Per questo anche noi facciamo la nostra parte: facciamo i tifosi.
Giuliano Gori.