Grazie Pado, pentacampione

Simone Padoin lascia la Juventus dopo cinque, indimenticabili stagioni, e dopo aver vinto 10 trofei, onorando in ogni occasione la maglia bianconera
 

Umile e determinato allo stesso tempo: non poteva che essere Simone Padoin a presentarsi con simili parole, il giorno del suo arrivo in bianconero il 31 gennaio 2012. Da allora nelle ultime cinque stagioni ha percorso la passerella verso l’alzata del trofeo dello scudetto altrettante volte, avvolto dagli applausi scroscianti del popolo bianconero.

Quella espressa da Simone Padoin è la dichiarazione di intenti di un professionista esemplare che alla Juventus non solo ha vinto qualcosa, ma ha fatto la storia del calcio italiano sollevando dieci trofei in quattro anni e mezzo.

Oggi il Pado lascia il club da pentacampione, amato da ogni tifoso bianconero e rispettato da ogni estimatore di calcio. Il Pado lascia la Juventus – già, a volte anche le più belle storie d’amore hanno bisogno di alimentarsi del cambiamento – per raggiungere un vecchio compagno di avventure bianconere al Cagliari, Marco Storari.

Questo il comunicato:

ACCORDO CON IL CAGLIARI PER LA CESSIONE DEFINITIVA DEL CALCIATORE SIMONE PADOIN

Torino, 4 luglio 2016 – Juventus Football Club S.p.A. comunica di aver perfezionato l’accordo con la società Cagliari Calcio S.p.A. per la cessione a titolo definitivo del diritto alle prestazioni sportive del calciatore Simone Padoin per un importo di € 0,6 milioni pagabili in 3 anni. Tale operazione non genera effetti economici significativi per Juventus.

Arrivato a Torino nella sessione invernale di mercato del 2012, il jolly proveniente dall’Atalanta ha progressivamente fatto breccia nel cuore di tutti.

Di chi lo ha allenato, facendone un calciatore praticamente universale, a tutto campo, capace di ricoprire ogni ruolo con la medesima affidabilità e dedizione.

Ha fatto breccia nel cuore dei compagni di squadra, come testimoniano le esultanze collettive che hanno fatto seguito alle sue tre reti in bianconero: contro la Fiorentina, al Franchi, nel 2012; contro l’Atalanta, da commosso ex, nel giorno della festa scudetto 2014; contro il Palermo, quando tutto lo Stadium gli ha tributato una lunga e meritata standing ovation dopo che i bianconeri già lo avevano sommerso di abbracci.

Ha fatto breccia, soprattutto, nel cuore dei tifosi, che non hanno mai smesso di inneggiare al suo nome, dedicandogli perfino l’ormai celebre «che ce frega di Ronaldo, noi c’abbiamo Padoin». E lui ha risposto con un messaggio d’affetto e gratitudine, prendendo in prestito, lui che non ha mai utilizzato i social, il profilo Instagram della moglie.

Ovunque, il Pado ha garantito precisione, efficienza, sudore, grinta e tanta, tanta generosità. Se è vero che le partite si vincono sì con l’undici iniziale, ma soprattutto con coloro che sanno farsi trovare pronti a gara in corso, Simone è stato dal 2011/12 il giocatore che alla Juve è subentrato più volte dopo il fischio iniziale in Serie A (47), dimostrando sempre di meritare la fiducia riposta in lui.

Quella di Padoin è una storia di calcio da raccontare ai propri figli per farli innamorare di questo sport, ed insegnare loro che con determinazione, cuore ed umiltà nessun traguardo è precluso. Mai. Quella di Padoin, unico centrocampista insieme a Marchisio ad aver vinto cinque scudetti consecutivi con la Juventus, è una storia semplicemente perfetta, abbinata a quella di un quinquennio juventino difficilmente ripetibile. E favoloso.

Oggi, dunque, non possiamo che dire grazie, grazie, grazie, grazie, grazie a Simone, pentacampione bianconero, augurandogli di cuore il meglio per la sua nuova avventura.