È quello che ha cantato lo Stadium alla squadra, è quello che gridano i tifosi bianconeri da ogni parte del mondo, applaudendo i Campioni d’Italia e il loro immenso anzi, #UN1CO, capitano, che lascia la Juve, esattamente come l’aveva trovata, nella stagione 2001/2002: in trionfo.
La partita con il Verona è solo il contorno di un pomeriggio in cui la festa per il settimo scudetto consecutivo si mischia alle lacrime di pura commozione per il saluto a Gianluigi Buffon. Un abbraccio lunghissimo, che inizia già durante il riscaldamento e tocca il suo apice nel secondo tempo, quando al 18′ della ripresa, il più grande portiere di tutti i tempi lascia il campo a Pinsoglio, e inizia una standing ovation da brividi.
L’ULTIMA PARATA DEL CAPITANO
Prima, per regalare una degna chiusura al capitano, la Juve onora la partita giocando un calcio piacevole, anche se, comprensibilmente, molte giocate sono più un esercizio stilistico che reali tentativi di sbloccare il risultato. Così, il Verona, che pur è ormai retrocesso, prova a regalare una soddisfazione ai propri tifosi, approfittando del clima vacanziero della partita, e a colpire con Fares, bravo a liberarsi di Rugani e a cercare il destro a giro. Buffon però non può e non vuole chiudere la sua avventura in bianconero subendo gol e risponde da campione.
FIOCCANO OCCASIONI
Fiutato il pericolo la Juve alza il baricentro, tiene lontani gli avversari dalla propria area e arriva al tiro con Lichtsteiner, anche lui applauditissimo alla sua ultima allo Stadium dopo sette anni di trionfi, e con Mandzukic, che incorna troppo centralmente la pennellata di Douglas Costa. La pressione aumenta e Dybala spara due fiondate dal limite, una tra le mani di Nicolas, l’altra fuori di un soffio. Il portiere veronese salva anche sul diagonale di Douglas Costa, la girata volante di Mandzukic e il rasoterra di Pjanic, mentre al 40′ è la traversa a respingere il delizioso pallonetto di Dybala. In quest’ultima occasione, Sturaro, nel tentativo di ribattere a rete si scontra con un avversario e pochi minuti dopo lascia il posto a Bentancur.
RUGANI-PIANIC IN TRE MINUTI
Le occasioni create nel primo tempo trovano il giusto premio in avvio di ripresa: al 4′ Douglas Costa lascia partire un rasoterra dal limite che Nicolas riesce solo a respingere sui piedi di Rugani, e a quel punto, con la porta sguarnita, il pallone è solo da spingere in rete. Al 7′ poi, dopo un fallo di Fares su Dybala, Pjanic può sistemare il pallone sulla sua mattonella preferita e, da quella posizione, a venti metri dalla porta, il suo destro è una sentenza.
GRAZIE DI TUTTO CAPITANO
Poi arriva il momento che tutti aspettavano: tutta la panchina bianconera si alza in piedi e aspetta a bordo campo, il pubblico si alza in piedi e inizia ad applaudire, mentre i compagni lo abbracciano uno ad uno. Si alza il coro “Numero uno, c’è solo un numero uno” e si alza anche la lavagnetta del quarto uomo. Entra Carlo Pinsoglio, al suo esordio in serie A. Esce il più grande di sempre. Sono le 16:21 del 19 maggio 2018. È il 18′ minuto del secondo tempo. Finisce un’epopea straordinaria. Finisce l’era di Gianluigi Buffon. È commosso fino alle lacrime Gigi, troppo commosso per rispondere all’invito della curva che lo vorrebbe ancora abbracciare, e poi, dopo tutto, ha ancora un compito da assolvere. La partita intanto va avanti sotto una pioggia torrenziale e il Verona accorcia le distanze con Cerci, mentre la Juve sbaglia un rigore con Lichtsteiner che non riesce a bagnare il suo addio con un gol, ma che esce ad un minuto dalla fine per prendersi una strameritata standig ovation. E ora c’è un altro momento che tutti aspettano. C’è la festa scudetto, c’è la coppa da prendere, la settima consecutiva. Vai capitano, alzala. Ancora una volta. Ancora un’ultima, magnifica volta.
JUVENTUS-VERONA 2-1
RETI: Rugani4′ st ,Pjanic 7′ st, Cerci 31′ st
JUVENTUS
Buffon (18′ st Pinsoglio); Lichtsteiner, Barzagli, Rugani, Alex Sandro; Marchisio, Pjanic, Sturaro (44′ pt Bentancur); Douglas Costa (21′ st Higuain), Mandzukic, Dybala
A disposizione: Szczesny, De Sciglio, Benatia, Howedes, Chiellini, Asamoah, Matuidi, Khedira, Cuadrado
Allenatore: Allegri
VERONA
Nicolas; Romulo, Caracciolo (1′ st Bearzotti), Ferrari, Souprayen; Aarons (17′ st Zuculini), Fossati, Danzi; Fares, Cerci, Matos
A disposizione: Silvestri, Coppola, Verde, Petkovic, Felicioli
Allenatore: Pecchia
ARBITRO: Pinzani
ASSISTENTI: Citro, Colella
QUARTO UFFICIALE: Di Paolo
ARBITRI D’AREA: Nasca, Liberti
AMMONITI: 6′ st Fares, 13′ st Fossati
Juve-Verona 2-1: la trentesima sinfonia all’addio di Gigi
Addio di Gigi, e Lichtsteiner: perché la festa per Buffon è dovuta, è stata vissuta attimo dopo attimo oggi all’Allianz, ma stasera va celebrato un altro grande protagonista di questo meraviglioso ciclo di sette scudetti consecutivi. La giornata perfetta per festeggiare, Verona senza nulla da chiedere, scudetto già conquistato, anche Allegri sceglie una formazione quasi da vacanza soprattutto in mezzo e con Higuain in panchina, inevitabilmente ne risente lo spettacolo con l’attenzione più rivolta ai cori e agli striscioni sugli spalti.
Nonostante ciò, però, i ragazzi con la nuova maglia (più)bianco(che)nera ci provano a vincerla, chiudere in bellezza, conquistare la trentesima vittoria stagionale: nel primo tempo è bravo Nicolas, portiere dell’Hellas, a dire no in un paio di occasioni, in un altro paio vince l’imprecisione di Mandzukic o la sfortuna di Dybala (che traversa, Paulo!). Al ritorno in campo nella ripresa si attende solo il momento dell’uscita dal campo del capitano, ma prima i due gol: prima Rugani con un tocco semplice dopo l’ennesima giocata stagionale di Douglas Costa, poi la perla su punizione di Pjanic, ed alle 16:22 arriva il momento. Pinsoglio in campo, lacrime a fiumi, esce Gigi: è l’ultima scena da calciatore della Juventus di una delle leggende della storia di tutto il calcio italiano, non solo di quella della Vecchia Signora. Poco importa il resto da qui alla fine: gol di Cerci, Lichtsteiner che sbaglia il rigore lasciatogli dai compagni, poi piccolo picco che fa risalire l’attenzione. L’uscita dal campo anche di Lichtsteiner.
Grazie. Grazie sette volte. Grazie trentasei volte. Proseguire oltre, oggi, sarebbe quasi offensivo: godiamoci la festa.
Fabio Giambò.