L’hype (parola che ha tristemente ma inesorabilmente soppiantato la cara, vecchia e italiana “attesa”) creatosi attorno al debutto di Marko Pjaca da titolare aveva raggiunto livelli elevatissimi negli ultimi giorni, tanto da diventare praticamente il principale motivo d’interesse per svincolarsi in anticipo dagli impegni lavorativi e godersi Crotone – Juve in un improbabile secondo pomeriggio di mercoledì. Logico che, similmente a quanto accade in altri ambiti, a un’aspettativa così elevata possa corrispondere un risultato non all’altezza; lo sfortunato Pjaca si è trovato a barcamenarsi, a destra come a sinistra, in una Juve sorniona che sembrava non avere alcuna voglia di spingere sull’acceleratore prima del dovuto, di fronte a un avversario che dal 1′ al 90′ ha eretto davanti alla propria porta un commovente e ordinato catenaccio che (soprattutto nella prima frazione) sembrava tagliato su misura per mandare in crisi la squadra di Allegri. Ne è uscita una gara un po’ così, senza infamia e senza lode, ma che ha comunque offerto spunti interessanti per il futuro, speriamo molto prossimo.
Una delle chiavi di lettura più ricorrenti, sul web e sulla carta stampata, riguarda la corsia sul quale è stato impiegato il numero 20 croato: nei primi 30 minuti Pjaca ha agito da ala destra del 4-2-3-1, con Alves alle sue spalle e Dybala centrale al suo fianco, poi l’ex Dinamo è stato spostato sulla sinistra con Dybala al suo posto e Mandzukic al centro dietro o al fianco di Higuain, e ha occupato questa posizione per 58′, prima di lasciar posto a Sturaro all’89esimo. Se da un lato è vero affermare che la manovra della Juve è diventata più fluida col passaggio di Dybala sulla sinistra, la formazione del binario vincente con Alves (malissimo fin lì, poi in ripresa) e il conseguente vantaggio, le statistiche smentiscono clamorosamente quanti hanno affermato che Pjaca “A sinistra si trova meglio, è più nel vivo del gioco e tocca più palloni“. Ecco un breve ma significativo riassunto dei suoi numeri, separati a seconda della posizione in campo.
Leggiamo velocemente insieme la tabella: nonostante abbia avuto 17′ in più a disposizione da esterno sinistro, Pjaca ha giocato praticamente lo stesso numero di palloni della prima mezz’ora di gioco da ala destra, sbagliando addirittura più passaggi sui pochi appoggi effettuati. Le colpe sono solo parzialmente sue, dato che la Juventus ha manovrato per vie centrali più del solito e si è appoggiata spesso sull’asse Dybala-Alves-Mandzukic che sul versante opposto, forte della maggiore intesa tra l’argentino e l’ex Barcellona, e non potrebbe essere altrimenti dato che sin qui Pjaca ha giocato davvero poco, senza aver tempo di affinare le combinazioni coi compagni. Altra motivazione, un Mesbah in buona condizione atletica e agonistica (calato nella ripresa, è appena tornato dalla Coppa d’Africa) che nel primo tempo ha messo la museruola al croato, più timido rispetto a quanto è stato capace di far vedere in più occasioni a partita in corso. L’unico vantaggio tratto dallo spostamento a sinistra, scontato verrebbe da dire, riguarda le conclusioni a rete: 2 su 2 nello specchio, in particolare la costruzione del tiro (pur non pericoloso) effettuato nella ripresa rappresenta esattamente quello che ci aspettiamo da Pjaca.
Pjaca può dunque risultare più efficace da esterno sinistro del 4-2-3-1 piuttosto che a destra? In fase conclusiva sicuramente sì, com’è ovvio pensare, ma non è invece giusto affermare che il croato a destra sia “un pesce fuor d’acqua”. Numeri alla mano, considerando tutte le partite di club con Juve e Dinamo Zagabria (con un numero significativo di minuti in campo) e quelle con la nazionale maggiore, il numero 20 ha disputato 50 gare da ala sinistra e 31 ala destra, è dunque inesatto definirlo un adattato nel ruolo inizialmente affidatogli da Allegri. L’apporto del ragazzo alla causa bianconera può essere importante in ciascuna delle due posizioni, le due cose che gli servono sono il tempo (è inutile affermare che ha “bucato” una partita che per caratteristiche e l’atteggiamento della Juve era chiaro che sarebbe stata complicata sin dalle prime battute) e la continuità (sarebbe utile rivederlo da titolare a stretto giro di posta e non tra un mese e mezzo, per provare a dargli una dimensione definita). Tutto il resto, deve mettercelo Marko con la sua intelligenza e il suo talento.