Higuain e doppio Marchisio, PSG battuto

La Juve supera i francesi all’Hard Rock Stadium di Miami con una prova convincente

LA JUVE PARTE BENE

Non sono diversi solo gli undici titolari, ma anche l’approccio: la Juve è aggressiva, pressa alto, fa girare palla con rapidità e precisione e Dybala spaventa subito Areola con un tiro a giro dal vertice destro dell’area che sfiora il palo. Sulle fasce i bianconeri riescono a trovare maggiormente la profondità, anche perché Yuri da una parte e Meunier dall’altra patiscono non poco la velocità di Cuadrado e Alex Sandro.

DUELLO ARGENTINO

La manovra del PSG è più lenta e permette alla Juve di ripiegare e coprirsi. Così il primo tiro dei francesi arriva solo al 18′ con Di Maria, che da fuori area manda a lato un diagonale rasoterra. È sempre l’argentino, qualche minuto più tardi, a cercare l’angolino dal limite, ma Buffon vola a deviare. La risposta bianconera è affidata a Dybala: il suo calcio piazzato viene alzato sopra la traversa da Areola, ma l’arbitro fa ripetere perché la barriera si avvicina troppo al punto di battuta. La Joya ci riprova, cambia angolo e sbaglia la mira di pochissimo e poco dopo arriva anche la sventola da fuori area di Cuadrado, che il portiere parigino che riesce a neutralizzare.

IL PIPITA COLPISCE

Quando sembra che il primo tempo debba chiudersi a reti bianche, ecco che spunta Higuain. Fino al 45′ il Pipita viene servito poco e allora decide di fare da solo andando a prendersi il pallone quasi a metà campo e puntando l’area. Quando la difesa parigina prova a chiudersi, chiede assistenza a Dybala, che non si tira certo indietro e gli serve un pallone con il contagiri, di modo che, quando il triangolo si chiude, tra il centravanti bianconero e il gol c’è solo Areola che prova un’uscita disperata, ma che viene superato con un morbido pallonetto che manda la Juve in vantaggio al riposo.

MARCHISIO RISPONDE A DI MARIA

Quando le squadre tornano in campo sono radicalmente mutate. E cambia anche il punteggio, per due volte in neanche 20 minuti. Il PSG pareggia al 9′, grazie alla percussione in area di Di Maria che arriva sul fondo e serve Guedes dalla parte opposta dell’area piccola: con Buffon ormai tagliato fuori, appoggiare in rete è un gioco da ragazzi. Prima che la Juve ristabilisca le distanze, i francesi potrebbero passare ancora con un’azione fotocopia, ma questa volta Jesé non riesce ad arrivare sul cross basso di Nkunku. Pronta arriva la reazione dei bianconeri, che colpiscono con la velocità di Kean e la potenza di Marchisio: l’assist del primo trova il perfetto inserimento del Principino che dal limite pianta il pallone sotto l’incrocio.

PASTORE RIAGGUANTA IL MATCH

I francesi non ci stanno e aumentano la pressione, ma trovano sulla loro strada un Pinsoglio, subentrato a Buffon al 20′, in splendida forma. Il portiere, cresciuto nel vivaio bianconero, in pochi minuti ferma l’incursione di Guedes, l’incornata di Jesé e il sinistro di Lo Celso. Sul colpo di testa di Pastore, servito nell’area piccola da Kurzawa, però non può davvero fare nulla.

MARCHISIO LO CHIUDE

La gara continua ad essere vivace ed è evidente come entrambe le squadre vogliano vincere. Ci riesce la Juve però e a chiudere il match sono gli stessi due protagonisti del gol precedente: Kean entra in area di potenza e viene steso senza troppi complimenti da Kurzawa. Marchisio si incarica della battuta dell’ineccepibile rigore e infila Descamps, regalando alla Juve il primo successo della nuova stagione.

IL TABELLINO

PARIS SAINT GERMAIN – JUVENTUS 2-3

RETI: Higuain 45′ pt, Guedes 9′ st, Marchisio 17′ st, Pastore 35′ st, Marchisio (rig.) 44′ st

PARIS SAINT GERMAIN
Areola (1′ st Descamps); Meunier (1′ st Dani Alves), Thiago Silva (1′ st Marquinhos), Kimpembe,Yuri (1′ st Kurzawa); Motta (1′ st Callegari), Matuidi (1′ st Nkunku), Verratti (1′ st Lo Celso); Lucas Moura (1′ st Guedes), Cavani (1′ st Jesé), Di Maria (16′ st Pastore)
A disposizione: Bernede, Rabiot, Edouard
Allenatore: Emery

JUVENTUS
Buffon (20′ st Pinsoglio); Lichtsteiner (1′ st De Sciglio), Benatia (1′ st Barzagli), Chiellini(1′ st Mandragora), Alex Sandro (1′ st Asamoah); Khedira (1′ st Pjanic), Bentancur (1′ st Marchisio); Cuadrado (1′ st Sturaro), Dybala (1′ st Rincon), Mandzukic (1′ st Caligara); Higuain (1′ st Kean)
A disposizione: Del Favero, Coccolo, Lemina,
Allenatore: Massimiliano Allegri

AMMONITI: 23′ pt Bentancur, 15′ st Guedes

Psg-Juve 2-3: 5 note da Miami

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Nella notte è andata agli archivi la seconda amichevole estiva della Juventus, che ha regolato per 3-2 il Paris Saint-Germain grazie alla rete di Higuain nel primo tempo e alla doppietta di Marchisio nella ripresa.
Posto che offrire delle valutazioni in seguito a una gara amichevole non è mai facile, soprattutto al netto della formazione decisamente sperimentale vista in campo nella ripresa, ecco 5 spunti interessanti emersi durante la partita disputatasi a Miami, nell’ambito della International Champions Cup.

1) Costruzione bassa: chi si aspettava una Juve meno sicura e più dedita al lancio dalle retrovie starà già recitando il mea culpa. Soprattutto nei primi minuti del primo tempo, i bianconeri hanno messo in piedi un buon giro palla difensivo, interrotto solamente dalle ali avversarie quando la palla arrivava dalle parti di Lichtsteiner. Fondamentale l’apporto di Benatia, un po’ distratto in non possesso ma micidiale negli anticipi e assolutamente in grado di gestire egregiamente la palla anche con gli avversari in pressione.

2) Mandragora centrale: com’era filtrato nei giorni scorsi, Allegri ha deciso di provare Mandragora come difensore centrale, ruolo già occupato a Pescara con risultati discreti. Se è vero che la Juventus guadagna un piede decisamente nobile in retroguardia, c’è da osservare che il buon Rolando ha (comprensibilmente) giocato una gara timida, limitando all’osso gli anticipi ma anche i lanci lunghi che finora hanno fatto la sua fortuna. Il ragazzo verrà sicuramente riproposto, è ancora presto per valutarne l’impiegabilità in difesa in una gara vera.

3) Capire Bentancur: in attesa dell’eventuale nuovo centrocampista, oggi abbiamo visto in azione nel primo tempo il duo Bentancur-Khedira, con l’ex Boca in un ruolo decisamente a lui più congeniale rispetto alla posizione occupata contro il Barça. Bene dal punto di vista del carattere il giovane argentino, ma l’affiancamento a Sami, un incursore e non un regista, lo ha costretto ad abbassarsi oltremodo a ricevere il pallone, rischiando anche qualcosa in fase d’impostazione. Più facile immaginarlo con Marchisio o Pjanic, perlomeno in questo suo primo periodo in bianconero, per dargli la possibilità di far uscire pian piano le sue doti.

4) La dimensione di Kean: 45′ in campo nella ripresa, uno scompiglio costante portato nella difesa del Psg, l’assist per il 2-1 e il rigore procurato per il 3-2 finale. Ci sarebbe da dire molto di più sull’importanza di Kean in questa Juve, ma in realtà aveva già predetto tutto Luca Momblano qualche giorno fa.

5) Marchisio sugli scudi: in quella posizione, a mezzo servizio, era sembrato uno degli abbagli più clamorosi di Marcello Lippi nel 2010, oggi invece Claudio da trequartista-incursore è stato il fattore che ha regalato la vittoria alla Juve insieme allo scatenato Kean. Difficilmente lo rivedremo in questa posizione, che però è stata utile per evidenziarne la buona condizione atletica (primo della linea avanzata a ripiegare ma anche uomo più alto in contropiede, come in occasione del 2-1) e la ritrovata confidenza col campo, lasciate indietro le titubanze dello scorso anno. Se Marchisio saprà proporsi su questi standard nelle gare ufficiali, potrebbe non esserci bisogno di un ulteriore centrocampista, in modo da dare anche a Bentancur la possibilità di fare l’esperienza sul campo che gli sarebbe negata se diventasse il quinto mediano in rosa.

Alex Campanelli