Una lunga intervista esclusiva, durante la quale fare il punto sulla stagione, ma anche raccontare le proprie ambizioni e i prossimi obiettivi, personali e di squadra. Sami Khedira si racconta in esclusiva a Sky Sport, toccando moltissimi temi:
IL CAMPIONATO
«Quest’anno è differente rispetto a quello scorso. Ci sono diverse squadre sullo stesso livello, penso alla Juventus, al Napoli, alla Roma, all’Inter, alla Lazio… Vincere lo scudetto sarà ancora più difficile e quindi dovremo lavorare duro, mantenere alta la concentrazione».
UNO SGUARDO ALL’EUROPA
«Ogni anno in Champions c’è qualche squadra che sorprende durante la fase a gironi, ma il vero torneo inizia agli ottavi. Non credo ci sia una favorita: penso al Bayern, con il nuovo allenatore, il PSG, che ha speso molto per aumentare il tasso tecnico, il Manchester City, la Juve, il Real, il Barcellona… Ci sono molte squadre in grado di vincere».
LA CULTURA DEL LAVORO
«Secondo me il calcio è cambiato negli ultimi anni e quindi è molto importante l’allenamento con i compagni e lo atletico, ma abbiamo così tante partite che dobbiamo lavorare più delle due ore qui a Vinovo, quindi mi alleno anche con degli specialisti che mi aiutano a rimanere in salute e soprattutto a diventare più forte, a migliorare la mia mobilità, la flessibilità, l’agilità. Questo è importantissimo nel calcio moderno, quindi provo a migliorare e a prendermi cura del mio corpo, perché in passato ho subito diversi infortuni, quindi devo lavorare ancora più duramente per rimanere a questo livello».
DIETA DA PROFESSIONISTA
«Non sono a dieta, ma ho cambiato il mio modo di mangiare, perché è come in Formula 1: se usi una benzina scadente, la macchina si ferma dopo un giro. Sono un giocatore di calcio professionista, quindi cerco di mangiare cibi salutari, come pesce, qualche volta la carne, molte verdure e non zuccheri industriali che non hanno niente a che vedere con il calcio professionistico. Ci sono molte cose che posso mangiare e mi rendono più forte: ho perso molti chili, mi sento meglio e si può vedere in campo. Negli ultimi due anni ho avuto solo un piccolo infortunio, dormo meglio e mi sento meglio, sia nella vita privata che in quella professionale».
L’AMERICA PUÒ ATTENDERE
«Ho 30 anni, ma l’età è solo un numero. Devi prenderti cura del tuo corpo e sapere cosa vuoi fare. Io ho ancora fame e voglio vincere tutto. Voglio giocare ancora molti anni nei campionati più importanti d’Europa. Adesso sono in Italia per me questa è oggi una delle quattro migliori leghe del mondo. Non so perché la gente dica che voglio andare nella MLS. Nell’ultimo anno ho giocato più di 46 partite ad alto livello, meglio di come ho mai fatto in carriera e quest’anno è lo stesso, fisicamente sono in forma come mai prima d’ora perché, quindi, dovrei andare a giocare negli USA e perdere l’opportunità di giocare molti anni in Europa? Posso assicurare adesso non c’è nessuna possibilità che a gennaio o la prossima estate io possa andare a giocare nell’MLS».
LA JUVE, AMBIENTE IDEALE
«Sono molto felice qui alla Juventus. Quando sono arrivato due anni e mezzo fa non è stato facile cambiare, perché la mentalità qui è diversa rispetto a quella di Madrid o della Germania. Adesso conosco il calcio italiano e so cosa vuol dire giocare nella Juventus. Sono felice, amo la città, come si vive qui e amo i tifosi e percepisco il loro affetto… Se mi chiedessero di rinnovare il contratto direi di sì. Sicuramente».
UN NUOVO KHEDIRA?
«Non so se c’è un nuovo piccolo Khedira, ma c’è un giovane, che gioca in Germania, nell’Hoffenheim, Dennis Geiger. Ha 19 anni e l’ho visto giocare contro il Liverpool nelle qualificazioni alla Champions. Non ha giocato benissimo, ma mi ha impressionato come è entrato nella partita, combattendo e volendo sempre il pallone. Certo, ne ha perso qualcuno, ma giocare con quella personalità ad Anfield è difficile. L’ho seguito in altre partite della Bundesliga e penso sia una dei giovani più talentuosi in circolazione».
UN PARERE SU EMRE CAN
«Conosco bene Emre. È giovane, potente e molto talentuoso, ma vista l’età deve crescere. Se ci fosse la possibilità per la Juventus di prenderlo, la sfrutterei. Quest’estate sarà anche a parametro zero… Se fossi il manager, proverei a prenderlo».
PROGRESSI CON L’ITALIANO
«Per me non è sempre facile. Posso parlare in italiano, ma a volte non mi sento sicuro e per questo, preferisco rilasciare le interviste in inglese, ma sto migliorando e prometto che nei prossimi due o tre mesi parlerò in italiano».