I due campioni hanno prolungato il rapporto con la Juventus fino al 30 giugno 2018

Prima hanno vinto un Mondiale insieme, nel 2006. Poi si sono ritrovati alla Juve, sei stagioni fa. Risultato? Cinque scudetti consecutivi, una Coppa Italia, tre Supercoppe italiane, senza dimenticare la finale di Champions raggiunta lo scorso anno e quella di Coppa Italia ancora da giocare.

Quella di Andrea Barzagli e Gigi Buffon in bianconero è una storia di successi. Una storia che continuerà per altre due stagioni. La Roccia e il Capitano hanno infatti siglato rinnovato i propri contratti, entrambi fino al 30 giugno 2018.

Ad annunciarlo, insieme ai due campioni, il Presidente Andrea Agnelli, che inizia la conferenza con una battuta. Una battuta che gli permette però di affrontare subito un tema particolarmente sentito: «Ho di fianco a me due giovani di grandi speranze – è l’incipit del Presidente – e l’auspicio da parte mia è che possano diventare due giocatori fondamentale per la Seconda Squadra… A tal proposito credo sia un’ottima notizia il fatto che il gruppo tecnico della Lega di Serie A si sia espresso a grande maggioranza a favore delle Seconde Squadre, assecondando la disponibilità del Presidente Gravina ad accoglierne alcune all’interno del campionato di Lega Pro. Se il Consiglio Federale lo permettesse già dalla prossima stagione sarebbe un grande passo avanti in ottica di sviluppo dei giovani talenti del calcio italiano».

«Voglio innanzi tutto rimarcare la mia soddisfazione per la vittoria del quinto scudetto consecutivo – prosegue Agnelli – che ci ha permesso di scrivere la storia del calcio italiano. C’è un po’ di amaro in bocca per l’eliminazione dalla Champions League, ma è un’amarezza agrodolce, perché la partita contro il Bayern ha confermato la portata internazionale di questa squadra e che l’annata precedente non era stato un “fuori giri”, perché giocare alla pari con il Barcellona e il Bayern deve darci la consapevolezza del fatto di aver raggiunto una dimensione internazionale. Devo ringraziare l’amministratore delegato Marotta, il Vice presidente Nedved e il direttore sportivo Paratici, perché solo noi sappiamo quanto siano stati difficili i due primi mesi. Se ci ricordiamo la posizione presa da Gigi e da Evra dopo la partita contro il Sassuolo, possiamo avere la consapevolezza di quanto sia stato importante il lavoro di tutta la squadra, dello staff tecnico e di tutti coloro che hanno dato il loro contributo per riuscire a prevalere. Credo che non capiremo per 15, 20 anni la portata del risultato ottenuto. In questo momento del resto non vogliamo rendercene conto, perché chi viene alla Juve sa bene che il traguardo più importante è il prossimo e siamo già concentrati sui prossimi obiettivi. Ora l’attenzione è rivolta alla Coppa Italia, perché sarebbe la prima volta che si realizzerebbe la doppietta italiana. Solo dopo tireremo le somme su quest’anno e ci dedicheremo agli obiettivi per il prossimo, quando avremo la possibilità di entrare nella leggenda vincendo il sesto scudetto consecutivo e di confermarci a livello internazionale, dove ce la possiamo giocare su qualsiasi campo d’Europa».

«Apro una parentesi riguardo i festeggiamenti per lo scudetto – continua il Presidente – qualche settimana fa alcuni miei collaboratori mi hanno presentato la possibilità di un festeggiamento iconico, che avrebbe coinvolto una delle principali piazze di Torino come corollario alla partita di sabato. In quel momento però ero più concentrato sui risultati da raggiungere, in quanto nella mia esperienza ho visto diversi scudetti vinti e persi all’ultima giornata e dunque, un po’ la scaramanzia, un po’ il pragmatismo sabaudo hanno fatto sì che fosse poi troppo tardi per organizzare tutto. Quindi se non ci sarà festa è in parte colpa mia e chiedo scusa ai tifosi. Ci sarà un abbraccio, anche se non nei modi consueti».

Agnelli si dedica quindi ai due campioni al suo fianco: «Il vero privilegio in questi anni è aver avuto Gigi come capitano della Juventus e della Nazionale. E Gigi è un capitano non perché indossa la fascia, ma perché si assume le responsabilità e fa la differenza in campo e fuori. In occasione dell’altro rinnovo avevo auspicato che gli venisse riconosciuto il Pallone d’Oro, ma non ha portato bene. Quindi Gigi, spero che non te lo diano mai… Come ho detto più volte in questi anni Andrea è stato il nostro miglior acquisto. È un ragazzo serio, schivo e riservato, che meriterebbe 100 volte di più la luce dei riflettori che, un po’ per ruolo, un po’ per carattere, a volte non ha. Credo che Andrea sia uno dei più grandi difensori della sua epoca come Piquet, Thiago Silva, John Terry. E questo per noi è un motivo di orgoglio. Cammineremo insieme fino al 2018 e dalla prossima settimana avremo obiettivi chiari per la prossima stagione: la conquista del campionato italiano e la conferma di una dimensione internazionale per poter sognare concretamente».

Le parole del Capitano

«Sono orgoglioso di questo ulteriore atto di fiducia nei miei confronti, ci tengo a sottolineare come la strada che abbiamo intrapreso sia un insieme di forze, che tendono a nuovi grandi obiettivi cui spero di arrivare, insieme a questa società che ci fa sentire sicuri».

Con queste parole esordisce Capitan Buffon, che aggiunge: «Mi auguro che la mia esperienza si possa concludere nella maniera migliore e con ulteriori gratificazioni. Sono felice di essere qui con Andrea: il legame che abbiamo è qualcosa di veramente profondo e speciale, che nasce dal rispetto».

Gigi spiega quali siano i suoi obiettivi nei prossimi due anni: «Vincere di nuovo alla sedicesima stagione con la Juve sarebbe qualcosa di importante, qualcosa che segnerebbe una continuità incredibile. Per il resto, devo essere sincero: mi sono posto davanti essenzialmente obiettivi di squadra, mentre a livello personale voglio continuare a migliorare. Non mi interessano paragoni con i colleghi, devo pensare a me stesso, alla mia strada e a ciò cui voglio arrivare».

Parole da leader, da parte del Capitano: «Essere parte di un gruppo del genere, con persone che conoscono alla perfezione cosa significhi Juventus è fondamentale e finché sarà il campo a sancirlo, anche all’interno dello spogliatoio noi giocatori più esperti saremo considerati importanti».

Così Andrea

Inevitabile, per Andrea Barzagli, ripensare a quando, cinque anni fa, è diventato un giocatore bianconero: «In me c’era una concentrazione massima ma anche il timore di confrontarmi una società, dei tifosi e uno stadio così importanti. In questi anni abbiamo instaurato un rapporto fantastico, che si vede sul campo: personalmente, non mi sentirò mai il difensore più forte di tutti, ho spazio per migliorare ancora, imparo sempre dai miei compagni e dagli avversari, perché è bello continuare a crescere anche alla mia età».

Andrea conclude cinque anni incredibili ed è già pronto a ripartire: «Non vedo l’ora di giocare la Coppa Italia e iniziare la prossima stagione: Lo scorso anno per me è stato complicato, ma sono sempre stato convinto di tornare fisicamente al 100%, che è la cosa più importante per il mio ruolo. Quest’anno ho giocato molte partite, ero convinto di tornare e restare ad alti livelli».

Riflette, Barzagli, sul ruolo suo e dei giocatori più esperti all’interno dello spogliatoio: «La Juve ha la fortuna di avere un gruppo di giocatori carismatici, ma anche coloro che sono arrivati da poco si sono subito inseriti. Noi possiamo far loro capire cosa sia questa maglia e cosa sia il nostro campionato, ma poi sta a ognuno apprenderlo e farlo proprio»

«Il gioco in questi anni è cambiato – è l’analisi di Andrea sul suo ruolo – marcare a uomo è complicato, i palloni sono molto veloci, i ragazzi più giovani si abituano a marcature differenti. La chiave per gestire la situazione è l’impegno: con il lavoro si gestisce al meglio qualsiasi cambiamento».

Gigi, i numeri di una leggenda

La grandezza del portiere bianconero sta nella bellezza delle sue parate, ma anche nelle incredibili statistiche della sua carriera alla Juventus

Cinquantunmilaottocentoottantacinque.

Questo numero, lunghissimo perfino da scrivere, è il totale dei minuti complessivi giocati da Gianluigi Buffon in maglia bianconera. Un numero che equivale a quasi 865 ore, durante le quali la porta della Juventus, dal 2001 in poi, è stata difesa da uno dei più grandi portieri che la storia del calcio ricordi.

Leggenda, mito vivente, immenso… per Gigi sono stati ormai utilizzati aggettivi e sostantivi di tutti i tipi, ma oggi, nel giorno in cui giura ancora una volta fedeltà alla Juve, per altri due anni, lasciamo parlare i numeri.

Si diceva, 51885 minuti, che compongono un totale di 579 presenze. Un altro dato che fa, una volta di più, sobbalzare sulla sedia mentre lo si legge, è il numero di “clean sheets” messi insieme da Super Gigi (in collaborazione, ovviamente, con i fuoriclasse che compongono e hanno composto la difesa davanti a lui in questi anni): tradotto, la porta della Juventus è rimasta inviolata per 264 partite, quasi la metà delle presenze in campo di Buffon.

Numeri che, in questa stagione, si sono aggiornati ulteriormente, aprendogli ancora di più le porte della storia bianconera: per citarne alcuni, 90 presenze in Champions League (record fra i giocatori bianconeri di ogni tempo), oppure, restando alla Serie A, una percentuale di parate dell’81%, dato più alto fra i portieri che hanno giocato più di 7 partite in campionato. Sempre parlando di campionato, non dimentichiamo il record di minuti in cui Gigi ha mantenuto la porta inviolata, stabilito proprio in questa stagione, con un’imbattibilità di 973 giri di lancette consecutivi.

Sempre per restare ai numeri, inevitabile infine ricordare il palmarès di Buffon in bianconero: cinque Supercoppe italiane, una Coppa Italia, nove scudetti conquistati sul campo, l’ultimo dei quali sarà celebrato proprio fra pochi giorni allo Stadium.Classe e costanza: i numeri di un difensore insuperabile

Classe e costanza: i numeri di un difensore insuperabile

Da cinque anni protagonista indiscusso della nostra difesa, da cinque anni Campione d’Italia: le statistiche spiegano il perché

È uno dei magnifici otto, di quei giocatori che hanno costruito, partita dopo partita, l’incredibile filotto di scudetti, aggiornato proprio pochi giorni fa con una vittoria da #Hi5tory.

Andrea Barzagli, uno dei simboli della Juventus, è dal 2011 uomo chiave della difesa meno battuta in Italia: se sei un attaccante, quando hai a che fare con lui il tuo lavoro non è semplice.

Classe, grinta, senso della posizione, costanza: sono alcune delle caratteristiche di Andrea, che abbina numeri di livello assoluto a prestazioni di valore sempre eccellente.

Dicevamo della costanza: dal gennaio 2011, ovvero nel periodo che ha finora trascorso alla Juventus, Barzagli è stato il giocatore di movimento, dopo Bonucci (85), ad essere rimasto in campo per più partite intere senza subire gol (75) in Serie A.

Il livello delle sue prestazioni è tanto più rilevante se si considera il minutaggio in campo di Andrea: solo nella sua prima metà di stagione in bianconero (gennaio-giugno 2011) ha giocato 1283 minuti in Serie A, secondo bianconero in quanto a presenze, dietro a Marchisio.

Da allora, la musica non è cambiata: Barzagli ha collezionato 192 presenze in totale, producendo 5 assist e segnando anche due reti (l’ultimo suo gol è di qualche settimana fa, a Bergamo contro l’Atalanta: un inserimento da bomber di razza su azione proveniente da calcio d’angolo) e, sempre per restare alla Serie A, è il quinto bianconero quanto a minuti trascorsi in campo (12958).

Per restare all’ultima stagione, questi sono i dati che spiegano il livello del suo lavoro nel reparto arretrato bianconero:

Numeri che hanno contribuito in modo fondamentale alla conquista dello Scudetto. Il quinto consecutivo, per la Juve e per lui, che in questi cinque anni bianconeri ha inserito nel suo palmarès anche tre Supercoppe Italiane e una Coppa Italia.