“Le opzioni erano due: prendere Icardi, e scatenare un casino incredibile, o prendere Ronaldo” (F. Paratici)
Con indicibile gioia si è scelto IL colpo del secolo, ma dopo le frasi di Wanda (“l’Inter voleva venderlo alla Juve”), dopo Paratici, dopo la fascia di capitano ad Handanovic e la mancata convocazione, può scoppiare ancora il Casino Icardi?
Frattura profonda (sanabile o meno si vedrà) tra club e l’unica luce di anni neri(e azzurri) e unico faro sul quale hanno ruotato, per un po’, le speranze interiste di rivedere le stelle.
Prima di capire se la Juve voglia fare “casino” e se vale la pena di scatenarlo, tocca capire quanto caos è disposta a subire l’Inter.
La Juve di recenti “bordelli” ne ha scatenati 3 (Higuain, Pjanic e Ronaldo) ma c’erano clausole o volontà ferree che travalicavano le scelte dei club di appartenenza.
L’Inter accetterebbe di venderlo “proprio alla Juve!” con insurrezione di un popolo che riempie S. Siro con cieco attaccamento? Marotta può esordire vendendo Icardi “proprio alla Juve”? Zhang. jr. potrà “schiacciare tutto e tutti” vendendo il Migliore dei suoi al Peggiore dei Nemici? Lo scambio Icardi-Higuain aveva già creato un putiferio per entrambe le tifoserie, prima dello tsunami Ronaldo. Ma con Icardi “proprio alla Juve“, quale testa potrebbero portare Marotta e Zhang per placare l’ira funesta degli interisti che scoppiò già per un Guarin? Fosse costretta, l’Inter venderebbe Icardi a Real, Bayern, tutti fuorché “proprio la Juve”.
Ma dell’Inter ci importa il giusto, pensiamo a noi. Icardi è da anni il primo sul pizzino di Paratici prima della bomba Higuain e dell’atomica CR7. Il mercato 2019 sarà deciso da CL, concorrenza, scenari tattici, ma Icardi è ancora il primo/secondo della lista “centravanti”. A Paratici e alla guida tecnica stabilire eventuali “contro” dell’operazione casino, io ci vedo solo i PRO.
BOMBER: Icardi è uno dei “9” più letali al mondo. Media pazzesca di gol in un torneo che è quello in cui la Juve gioca 38 gare e che è, e sarà sempre, l’obiettivo primo, forse non principale o prioritario, ma a portata di mano. 120 gol in 210 di A. A 25 anni.
Il trentello di gol in A è stato raggiunto da gente come Higuain, Dzeko e Cavani (tra i migliori 9 “umani” del decennio), ma anche da seconde scelte come Immobile, Mertens, Belotti. Icardi però, a differenza di questi, i gol li ha fatti sempre, con ogni mister, senza pause e in squadra sterili, parche di idee e soluzioni, in cui lo schema era “palla in mezzo e speriamo in Icardi”.
CHAMPIONS: La pecca era la mancanza di CL, dove osano le aquile, ritmo diverso, livello stratosferico e si separano gli Immobile dagli Dzeko o, a livelli ancora più alti, gli Higuain dai Ronaldo. Ebbene, Maurito ha fatto 4 gol in 6 gare, in gare giocate dall’Inter in apnea. Test superato in modo stellare.
CRESCITA: Icardi è il prototipo della PUNTA-PUNTA, “antico” con qualità MODERNE. 20 anni fa sarebbe stato davvero un top assoluto quando il 9 campeggiava in area e dovevano solo buttarla dentro. Ora non basta, e per anni si è detto: Icardi vive solo per il “suo” gol, si attarda in area, non arretra, non rincorre, non dialoga, non sa adeguarsi tatticamente, non va a prendersi la palla se non arriva, non fa sponde, non è quell’Higuain stile Juve anche “regista offensivo”.
Ma la controprova dov’è? Che mister ha avuto? Cosa gli chiedevano? Chi gli ha insegnato quei movimenti? Ferrara? Mazzarri? Mancini? De Boer? Già con Pioli Icardi ha una stagione da 8 assist (e 24 reti), cifre da rifinitore. Con Spalletti, che spesso lo punzecchia (“se qualche volta viene a prendersi la palla male non fa”), Icardi ha variato in parte il suo gioco, ma resta il terminale di un 433 tutto giocato sulle fasce che lo “costringe” a restare lì e finalizzare da solo in area senza sostegno. Cosa può essere Icardi in una squadra che schiaccia in modo più lento ma sistematico l’avversario, che porta tanti uomini in area, che non gioca con una sola bocca di fuoco ma almeno altre due?
GENERAZIONE DI MEZZO: Icardi è un ’93, come Dybala, con cui condivide il futuro dell’ Argentina post-Messi, più giovane di Neymar e Salah, 5-6 anni in meno della generazione dei grandi “9” ultratrentenni (Cavani, Higuain, Lewandowsky, Suarez, Aguero, Dzeko, Diego Costa, Benzema).
Tra i 25enni di livello solo Kane (120 gol in 170 di EPL) e Lukaku (110 gol in 240 di EPL) sono paragonabili a Icardi per presenze in massima divisione. Poi si passa ai 20enni, il sogno assoluto di tutti Mbappé e i vari Rushford, G. Jesus, a seguire, troppo costosi o troppo rischiosi.
COMPATIBILITÀ: detto di Dybala e del futuro di una nazione, considerato che Mandzukic sta vivendo la sua migliore stagione Juve (33 anni a Maggio) che spesso coincide con l’inizio del declino, considerato che Ronaldo continuerà a svariate in e out da un’area che dovrà essere riempita da un perno e deflettore per i centrali rivali, avere uno come Icardi, valorizzarne le doti, plasmarne di nuove, è una sfida affascinante per qualunque sia l’allenatore 2019-20.
CASINO: Presente la sottile soddisfazione di vedere Pjanic alzare un trofeo dopo l’astinenza giallorossa? La goduria immensa per i gol del Pipa al S. Paolo? Il piacere di ammutolito Bernabeu e Camp Noi. con Morata e Dani Alves?
Tutto ciò sarebbe NULLA, per quello che in parte ci agita dentro ancora dopo calciopoli, rispetto all’orgasmo di cogliere il Capitan Futuro di miserrimi anni interisti e portarlo finalmente alla vittoria, stroncando la rinascita di quello che pare essere il nostro rivale casalingo nel prossimo futuro.
Sarebbe l’ulteriore ciliegina di questi anni meravigliosi, e potremmo sopportare anche una Wanda Nara in tribuna e nei salotti.
Sandro Scarpa