Il buono, il brutto e il cattivo di Bayern-Juventus

Amarezza, tanta amarezza. Resta solo questa dopo una splendida partita, giocata con cattiveria, testa e cuore. La Juventus esce dall’Allianz Arena a testa alta ma senza il ticket per i quarti di finale. Una prestazione esemplare, sbalorditiva, scemata però negli ultimi 50 minuti della partita (supplementari compresi). Tra i complimenti di Guardiola, l’arbitraggio un po’ discutibile e la tristezza di Pogba non rimane che qualche spunto da analizzare insieme:

Il Buono – Il primo tempo. Semplicemente perfetto. Dal capolavoro tattico di Allegri all’approccio alla gara. Personalità e caparbietà. I fantastici 4 tutti in campo (Lichtsteiner e Cuadrado da una parte, Evra e Alex Sandro dall’altra) e un pressing alto, organizzato che hanno messo non poco in difficoltà i bavaresi. Così è arrivato il primo gol. Un 4-5-1 duttile, camaleontico che in fase offensiva diventa 4-3-3 che gli uomini di Allegri hanno interpretato non bene, di più. Morata il migliore dei suoi, insieme ad Alex Sandro. Fantastico lo spagnolo nell’aggredire la profondità. Fenomenale l’assist costruito per Cuadrado. 70 metri palla a piede bruciando tutti gli avversari difronte. Proprio Alex Sandro, immenso nel primo tempo, un po’ meno nella ripresa come tutta la Juventus. Nel secondo tempo serviva mantenere quel ritmo ma soprattutto quella cattiveria agonistica. Purtroppo è successo il contrario.

Il Brutto – I cambi. Ma non nella scelta gli uomini bensì l’atteggiamento di quest’ultimi. Male Mandzukic che, a differenza di Morata, si è subito abbassato nella linea dei centrocampisti facendo così alzare i difensori del Bayern. Ai tedeschi mancava solo quello per poter chiudere tutta la Juve nella propria area! Mentre Morata nel primo tempo allungava la squadra facendola salire dando profondità alla manovra, il croato rare volte è riuscito a tenere palla. Pochi appoggi ma solo inseguimenti. Male Sturaro che praticamente non è mai entrato in partita. Tanti errori e scivoloni. Impalpabile. L’errore difronte alla porta: la fotografia. Leggermente meglio Pereyra che però è ancora lontano dalla miglior forma. Poca sostanza. Tre situazioni che hanno contribuito all’involuzione della Juventus nel secondo tempo. Un secondo tempo diverso, troppo diverso dal primo. Sarà stato il calo fisico, la paura, ma se lasci tutto quel campo ad una squadra “mangia erba” come il Bayern, il finale è scontato, inevitabile.

Il Cattivo – Cattivissimo Coman. Proprio l’ex, devastante su quella fascia destra. Una spina nel fianco per Alex Sandro, Evra, per la Juventus. Entra al 60’, prima dà il via alla rimonta tedesca e poi la chiude con un gol alla Robben. Il francese ha aggredito la difesa bianconera insieme al duttile e instancabile Douglas Costa come mai aveva fatto quando vestiva la maglia della Vecchia Signora. Decisivo. Alla fine cattivo lo è stato anche Buffon, Lichtsteiner, Barzagli, Bonucci, Evra, Cuadrado, Khedira, Hernanes, Pogba, Alex Sandro e Morata, i titolari, per 70 minuti. Solo 70 minuti. Soltanto tre quarti di gara. Poi il gol del Bayern, un lampo, un gong, come se avesse interrotto l’incantesimo dando inizio al temporale. Lì si è spenta la Juventus. Lì è cambiata la partita. Lì, il Titanic bianconero ha colpito l’iceberg. Dall’uscita di Morata al calo fisico, dal miracolo di Neuer su Cuadrado (sarebbe stato 0-3) a quell’uscita infelice di Evra che ha dato vita al 2-2 del Bayern al 90′. Episodi, situazioni. Brividi, emozioni. Gioia e tristezza. E’ il calcio. Un sport meraviglioso. La Juventus ha giocato un gran calcio ma ancora non basta, non dura, non incide, per superare i migliori. C’è da prendere e studiare. C’è da giocare e rigiocare per crescere ancora. All’anno prossimo..

di Damiano Giordano