La Juventus spunta l’ennesima vittoria sul calendario, i fogli sono sempre meno, ieri è toccato quello sopra raffigurante il giglio. Una delle peggiori prestazioni dei bianconeri decisa alla fine dai singoli, da quegli uomini che di questa squadra sono i pilastri. Riappaiono come per magia tre fattori: forza, sofferenza e cinismo. Compagni di viaggio che hanno permesso alla Vecchia Signora di fare la differenza quest’anno. Artefici della grande rimonta invernale e dello straripante allungo in classifica fino ad oggi. A +12 sulla seconda e un divano pronto, da cui gustarsi la matematica certezza.
Il buono – Gianluigi Buffon. Decisivo. Non c’è altro termine per descriverlo. Preziosi i suoi interventi al Franchi, preziosi tutti quelli collezionati quest’anno. Parate che incidono, che esaltano ancora di più l’incredibile stagione di Gigi. Una stagione che pochi si aspettavano e tra quei pochi c’è proprio Buffon, che ha sempre detto: “Giocherò finché mi sentirò all’altezza”. All’età di 38 anni può ancora permettersi di essere il numero uno al mondo. Non finirà mai di stupire. Buono Lemina, specie nel primo tempo, che sta cercando di convincere tutti, fino alla fine, affinché la Juventus lo riscatti dal Marsiglia. Dicono sia un’incontrista, non un regista, magari hanno ragione (7 duelli vinti su 11; 8 palloni recuperati; 7 contrasti vinti), ma che abbia un gran tocco di palla c’è anche poco da discutere. Pulito nelle giocate e fluido sullo stretto (60 palloni giocati; 39 passaggi riusciti su 44 totali). La tecnica non gli manca e se migliora tatticamente può diventare davvero un grandissimo giocatore.
Il brutto – Leonardo Bonucci. Quella palla persa, così superficialmente, che ha permesso alla Fiorentina di pareggiare la gara, è stato qualcosa di abominevole. Guadagnandosi di diritto questo paragrafo. Quell’errore va a riassumere una Juve brutta nel secondo tempo, in attesa, senza ritmo e intensità. Irriconoscibile per certi versi. Un atteggiamento che ha permesso alla squadra di Sousa di giocarsela fino alla traversa di Kalinic al 93’. Anche la fortuna si è ritagliata una fetta in questa partita.
Il cattivo – Paolo Tagliavento. E’ lui, in negativo, il cattivo di Fiorentina-Juventus. Cattiva la designazione, perché una partita così delicata non puoi affidarla ad un arbitro che quest’anno ha faticato tantissimo. Difatti, non è stato all’altezza. Come da pronostico. Al di là del fuorigioco di Bernardeschi, in cui è esente da colpe, non fischia un rigore per la Fiorentina sulla netta trattenuta di Rugani (ammonito per la prima volta in Serie A dopo 53 presenze, nel corso della partita) ai danni di Alonso nel primo tempo e ne fischia uno inesistente, nel secondo, sul non-fallo di Cuadrado. In mezzo: decisioni dubbie, poca personalità e un fallaccio di Rodriguez su Dybala da meritare il rosso. Serataccia.
Damiano Giordano