Nuovi record, nuove storie e cerchi che più che chiudersi, aprono orizzonti. Dal Sassuolo al Sassuolo. Da quel gol di Sansone al gol di Dybala. Da allora: 18 vittorie, un pareggio, la rimonta, l’esplosione di Alex Sandro, il primato in classifica, 55 punti su 57 e tanta consapevolezza.
Il Buono – La Joya, e che Joya! Il goal di Dybala è la fotografia che riassume ed esalta una prestazione da incorniciare. La migliore forse da quando è a Torino. Un tiro a giro, come visto allo specchio e quel numero 21, abbagliante, brillava nei ricordi dei tifosi, come fosse quel 10, quel “pittore” di Conegliano. Semplicemente divino, già dalla prima magia. Neanche il tempo di stappare una birra che l’argentino ha rischiato di compromettere diversi spot di calcio. Bravo poi a muoversi tra le linee e a duettare con la scheggia impazzita Cuadrado. Buona la difesa che nonostante gli esperimenti tattici di Allegri, colleziona la decima partita senza subire gol (record). Tra i buoni, Rugani che per una volta ha fatto riposare la timidezza e ha messo in campo gli attributi. Vero, l’atteggiamento tattico della Juve lo ha favorito e non può che far bene a lui e ad Allegri. Esplosivo Alex Sandro. Possiamo fare mille teorie sulla proporzionalità dell’esperienza con l’importanza, ma con il brasiliano c’è poco da teorizzare. Tanta sostanza, concretezza e soprattutto ruoli in campo.
Il Brutto – Ad una prestazione così, allegare l’1-0, risulta quasi inverosimile. Un risultato che ha tenuto i tifosi bianconeri tesi come le corde di un violino per 94 minuti. Merito di un irriducibile Sassuolo che a Torino esce a testa alta. Complimenti alla squadra di Di Francesco, ormai una realtà, che spicca per dedizione, lavoro continuo e affiatamento. Virtù poco scontate. Nonostante le assenze (Berardi, Cannavaro, Defrel su tutti) è riuscito a battere colpo su colpo mantenendo la partita sempre aperta rischiando anche di pareggiarla con Sansone nei minuti finali. Ovvio che partite così, vanno chiuse e in fretta. La Juve poteva e doveva farlo. Morata soprattutto. “Colpa” anche della Champions che, in vista dell’impresa di Monaco, ha condizionato le scelte di Allegri. Situazioni che in qualche modo hanno reso la partita bellissima. Meglio cosi. Il nostro calcio ne ha bisogno.
Il cattivo – Che fosse un leone, pronto ad azzannare la sua preda ce n’eravamo accorti. Ma che fosse un leone pronto ad azzannare le prede di tutti no. Ineffabile Mario Mandzukic. Il croato continua a sorprendere, incidere e a pressare (anche ora, a casa sua probabilmente). Una forza della natura, una forza preziosa della Juventus. Un giocatore non utile, non funzionale, di più. Uno che a fine partita ha la maglia bianca, nera, sudata e verde di campo. Ed è frustrante quando non ti passano la palla per segnare dopo che ti sei fatto il c… Per tutta la partita (a Morata… e dagliela lì!). Se c’è una cosa che la partita col Sassuolo ha insegnato è proprio la cattiveria mai doma di Mandzukic. A Monaco servirà quella, di tutti. Una rondine non ha mai fatto primavera. Una rondine non basterà per far uscire il sole a Monaco…
di Damiano Giordano