Il buono il brutto il cattivo di Verona-Juve

di Damiano Giordano

La Juve perde a Verona e riprova quella sensazione che somiglia alla sconfitta dopo ventisei partite ma con meno rabbia e soprattutto indolore. Una partita orrenda dal punto di vista del gioco per quel che riguarda i bianconeri. Molto meglio, da uomini veri, quella del Verona che saluta la Serie A e il suo bomber Luca Toni, a testa alta, battendo la migliore. Chiamatele se volete piccole soddisfazioni.

Il Buono – Luca Toni. Non si può non partire da lui. L’attaccante emiliano gioca la sua ultima partita al Bentegodi e si “gode” l’addio con un cucchiaio su rigore, un goal non nel suo stile, un rigore che in altre circostanze avrebbe calciato forte, deciso, perché segnare è sempre stato il suo mestiere. Invece no, segna con uno scavetto come a far tracciare al pallone tutta la sua carriera in una traiettoria, con un inizio, il picco e la fine. Un immenso bomber lascia il nostro calcio, forse l’ultimo degli attaccanti “old style”. Nella Juventus invece è difficile raffigurare un buono, complice la scialba prestazione. Troppa sufficienza, anche per i giudizi. Buone sono state le parole a fine gara di Allegri: “Va bene i festeggiamenti ma sono passati 15 giorni, ora basta”. Già perché dopo la Samp c’è l’ultimo obiettivo stagionale per i bianconeri e quello, conta.

Il brutto – Il centrocampo della Juventus in scena a Verona. Quest’anno abbiamo avuto modo di capire quale fosse il trio “perfetto” affinché facessero la differenza in campo. E non è quello visto al Bentegodi. Non è un caso che nelle 8 partite in cui sia Marchisio che Khedira fossero fuori la Juve abbia vinto solo una volta (col Genoa). La sensazione, ormai assodata, è che Allegri non può prescindere dal centrocampo titolare. Va bene che con l’Hellas i giudizi lasciano il tempo che trovano ma rientra tra le conferme in virtù delle sette partite precedenti. In sostanza: Sturaro Lemina e Asamoah, soli, non riescono a “tamponare” le assenze. Marotta e Paratici dovranno lavorare per la prossima stagione affinché questo divario tra titolari e non titolari si assottigli il più possibile.

Il cattivo – Allegri nel post partita. Il mister ci teneva al record dei gol subiti che ha visto sfumare via. Eguagliata la Juve di Conte (11/12) ma con una partita ancora da giocare. Nelle parole del tecnico livornese s’è intuito il rammarico, un dispiacere tramutato subito in determinazione però con quel “Ora basta con i festeggiamenti. La sconfitta? Alla fine meglio così” come a dire: adesso almeno la smettono di giochicchiare e si prepara bene la finale di Coppa Italia. Parole forti che dovrebbero far ricaricare i giocatori facendoli tornare sul pezzo, come si suol dire. La Samp l’ultimo “test” prima della Coppa Italia. Nessuna squadra ha vinto per due anni consecutivi scudetto e Coppa Italia e questa Juventus ha tutta la voglia di continuare a scrivere la storia.