Dicono che la Juventus ha già vinto. Ripetono dalle loro televisioni che ormai il Napoli è secondo e tutto il resto è noia. Aggiungono che su tutto l’unica incertezza è per la finale di Coppa Italia. Definiscono la squadra guidata da Allegri imbattibile e fanno vedere qualche pagina di giornale. Chiariscono che loro sono al di sopra delle parti e salutano l’ex presunto campione che pronto rilancia il coro e dice che ci starebbe bene anche una corsa fino all’ultima partita. A quel punto si può pure spegnere e metter su un disco, di quelli in vinile. Il commento stanco di questi media che possono essere solo anti non si può più sentirlo. Così come non acquistare da tempo alcuni giornali e disprezzare sui social certi soggetti non deve essere sentito o letto come un caso, un fenomeno passeggero. Perché avete allevato una generazione di persone attente, studiose, curiose persino dei cavilli, non state lì a dispiacervi di questo o quel fatto. L’aver respinto, bocciato, messo nello sgabuzzino, non ha risolto i vostri problemi. Cari signori sempre con una cattedra davanti, al soldo di editori che vogliono la guerra e si lamentano della pace. Avete preso un concetto bello, antico e difensivo del cittadino, come la giustizia e l’avete fatto diventare una malattia, un virus che ha attaccato il calcio, uno degli sport più belli, perché semplice e facile. La Juventus vince e bisognerebbe salutare questo fatto come hanno fatto quegli esperti che studiarono il baseball per trovare energie dove mancavano i soldi, la forza, l’organizzazione. La Juventus prova ad imporsi ed è un esempio all’estero e dovrebbe esser un vanto. Il compianto commendator Ferrari diceva che era simpatico, a volte, solo perché non parlava. Nel 2016 bisognerebbe fare lo stesso? Ha pagato la linea del silenzio avuta per molto tempo? Ha avuto un senso il governo sorridente e alla fine stolto di chi ancora adesso viene intervistato per parlare di Juve quando ormai si occupa d’altro? Siamo stanchi di queste nuvole che non portano nulla. Se la Juventus farà quello che tutti speriamo bisognerà gioire, ancora. E se accadrà il consiglio è sempre di scegliere i propri commensali. Ad una festa si va soltanto con gli occhi aperti.
Simone Navarra