Nelle infinite discussioni con interisti, milanisti, romanisti, napolisti beceri (diciamo antijuventini, facciamo prima, ma anche “alcuni” juventini e #daJuventino) sui social, mi fermo un secondo e penso:
“Non litigare mai con un cinghiale, ti limiti solo ad insozzarti, e a loro piace”.
Eppure ci casco sempre.
A volte, nelle infinite precisazioni su falsità scritte contro la Juve o dichiarazioni di giornalisti, addetti ai lavori, politici, sindaci, mi fermo un istante e penso:
“A cosa serve segnalare che viviamo in un #ContestoSociale che odia i modelli vincenti?”
Eppure ci casco sempre.
E’ solo calcio, un gioco meraviglioso e sporco, la mia passione, la nostra. Cosa ha a che fare con pseudogiornalisti farneticanti, procuratori federali disonesti, presidenti paraculi, la grancassa mediatica e il circo Barnum di politicanti, inciucioni, intrallazzatori di oggi e di ieri? Cosa mi importa di tutto ciò? Cosa può fottermene di tutto il #ContestoSociale se viviamo nell’epoca bianconera più vincente di sempre, se godiamo del ciclo più dominante, con le milanesi a 40 punti e fuori dalle Coppe, alle prese con cinesi taccagni o indebitati, con Roma e Napoli perennemente sconfitte e umiliate proprio fuori dai confini?
Perché perdere tempo a intossicarsi con i deliri del contorno quando non c’è maggiore soddisfazione di uno scudetto da imbattuti, del gol di Osvaldo a scudetto stravinto, dei gol di Pogba e Pirlo contro Mazzarri, delle cavalcate Europee e dei 3 double di fila di Allegri, della crescita impetuosa del fatturato e dell’appeal, dello Stadium, del nuovo logo, del peso politico in Europa di Andrea, il presidente perfetto. Perché sprecare energie dietro un mondo antijuve alto e basso quando il campo, l’unica cosa che conta, mi dà sempre ragione?
Va fatto! Bisogna sporcarsi le mani, ognuno a modo suo, ognuno con i suoi strumenti, competenze e forza.
Mi piacerebbe molto fare solo il nerd che parla di half spaces e underlapping e snocciola statistiche, mi piacerebbe molto fare solo l’hipster con nostalgia per vecchi bomber e casacche Diadora o fare solo il neutrale buonista che si appella al regolamento, trascende il tifo e ammette “eh, si, Khedira fallo netto su Acquah!“.
Credo però sia doveroso sporcarsi le mani e combattere per ristabilire una parvenza di equilibrio in un contesto mediatico totalmente genuflesso al #ContestoSociale antijuve.
Ogni anno “loro” spazzano gli argini e tracimano, non parlo solo dei Pistocchi isolato da Mediaset, Varriale confinato in RAI o Ziliani esiliato, non solo i finti “neutrali” pop alla Zazzaroni o Caressa, non solo l’esercito immenso dei Di Giacomo (giornalista de Il Mattino che “schifa la Juve“) o dei Tamburini (giornalista de Il Tirreno ed ex-direttore del Corriere di Romagna, che attacca Semplici per il tweet errato pro Juve), non sono solo sono migliaia di radio, tv locali, sitarelli e blog che rilanciano centinaia di news “antijuve” al giorno.
Non sono solo “loro”. C’è una Gazzetta totalmente schierata e sdraiata al capopopolo antiJuve di turno (dai Moratti ai De Laurentiis), c’è la free press con il “Pezzone sulla Rubentus“, c’è un caporedattore del Corriere della Sera, Pelizzari, che, privo di un filo di analisi e logica, scrive che i diritti TV calano per colpa della Juve, ci sono i big di Repubblica (Zucconi) e La Stampa (Gramellini) che come ultrà da bar parlano di “vergogne Juve” e “Juve che rubba”, ci sono i Telese, i Feltri. Tutti.
Poi ci sono gli ultrà di politica e palazzo, i tifosi Palazzi e Pecoraro, a cui rispondono Fabbricini e Malagò (ma scherzavano, dai!), ci sono gli ultrà Di Lello, presidente Commisione Sport in antimafia o come il ministro Padoan. Non ci sarebbe nulla di male, ci saranno una marea di giornalisti o politici juventini. Se non fosse che “loro” attaccano la Juve, alludono, offendono, in modo assolutamente trasparente, come fosse un vanto, un motivo di orgoglio.
La Juve è una società forte e potente. Sa difendersi da sola, su tutto. Anche se deliberatamente sceglie di non farlo (e forse fa benissimo così). Ma contro questo #ContestoSociale che permea totalmente media e centri di potere, allora bisogna sporcarsi le mani, ognuno a modo suo: con l’informazione, le precisazioni, il debunking, le segnalazioni, ma anche l’ironia, gli sfottò, i meme, i video o anche solo la competenza e la divulgazione.
Quando si pensa che Ziliani faceva le pagelle nei programmi Mediaset negli anni ’90 (diffondendo gli stessi messaggi antijuve falsi di adesso, con la scusa dell’umorismo) e che Pistocchi curava la moviola (stessi messaggi antijuve, stesso modo subdolo di regolamenti applicati in modo alterno), quando si pensa che i giornalisti di quelle reti erano irregimentati in un pensiero milanista antijuventino, così come quelli Rai in un ambiente giallorosso che tanti giornalisti ha “regalato” a Sky (da Caressa in giù), non si può restare inerti! Quando si pensa al fatto che tutti i Monti, i Gramellini, i Zucconi, i Feltri, i Travaglio, i conduttori di Report, e via via scendendo i Pelizzari, i Telese, i Tamburini o la Gazzetta in cui “si nasce interisti” o a tutta la marmaglia di giornalisti romanisti o filonapoletani a gettone o ancora agli avvocati che fanno le class action contro la Juve, i medici che non curano tifosi bianconeri non si può soprassedere.
E’ un esercito IMMENSO, perché “loro” hanno ovviamente reclutato altri collaboratori schierati, per convinzione o opportunismo. E’ necessaria una Palestra di Difesa Juventina, tipo Tana delle Tigri o Scuola di Okuto.
Tutti i giornalisti, comici, sindaci, ministri, autori, conduttori trovano normale (e vantaggioso) sparare sulla Juve, mentre non riesco a figurami un collega juventino fare lo stesso su altre squadre, al massimo ci si difende. Ed è vero che “siamo diversi” in questo, ma la diversità non sta nella resistenza passiva, ma nella correttezza delle informazioni, siano esse su regolamenti arbitrali, analisi economiche o tecnico-tattiche o anche ironia che si basi su verità non su falsità.
Grazie ai social, conosciamo bene non solo il vero volto di chi ha raccontato e racconta il calcio in Italia negli ultimi decenni, ma anche chi ci racconta la vita, in generale.
Per questo vanno bene gli half spaces, va bene il “noi siamo diversi“, va bene “l’arbitro non è un alibi“, ma la missione di contro-informazione contro questo esercito antijuve è fondamentale, e va dalla divulgazione precisa, alle prese per culo, dall’analisi corretta ai dossieraggi ironici.
Spesso mi interrogo sull’opportunità di postare un video di un errore arbitrale contro la Juve o a favore delle rivali. Mi sto abbassando al loro livello? Poi però penso al fatto che ci sono immagini (distorte) o video di errori proJuve che girano da decenni, non solo nel macrocosmo dei tifosi, ma in chi orienta quell’informazione strumentalizzata, quel sentimento popolare, che definisce i contorni del contesto sociale. Tutti si ricordano di Muntari, di Pepe a Catania, di Pechino (?), di Bonucci che segna con la Roma e che prende a testate Rizzoli, perché le immagini sono moltiplicate, deformate, amplificate all’infinito, fino a creare una Grande Muraglia AntiJuve, assieme a tutte le falsità di Calciopoli, del processo per abuso farmaci, dei finti legami Fiat-FIGC, del processo ad Agnelli, etc.
Noi invece a stento ricordiamo Alisson che atterra Higuain o Fazio che affossa Mandzukic (anno scorso), che sarebbero stati mattoni giganti nella loro Grande Muraglia. In questo siamo diversi, eppure le scelte sono due: glissare sempre, oppure ironizzare facendo rilevare come gli errori antiJuve o proAltre non abbiamo lo stesso peso mediatico e socio-culturale (e quindi la stessa durata nella memoria collettiva) di quelli a nostro favore. E’ bastata la lezione di Mertens a Crotone e Bernardeschi a Cagliari, la reazione su Mertens in fuorigioco o Llorente in offiside, il parallelo tra gli stop di mano di Koulibaly o Benatia.
Il giornalismo, anche amatoriale, deve essere un cane di guardia. Se TUTTI quelli che lavorano nei media e nell’entertainment o sono juventini pacifisti o sono antijuventini perennemente in guerra, allora ognuno di noi nel nostro piccolo dovrebbe opporre resistenza, con sfumature diverse.
Non parlo solo di arbitri, di Pecoraro o De Laurentiis. C’è l’analista o l’esperto di tattica che deve, all’occorrenza, depotenziare la narrativa sdraiata del belgioco di Sarri, così come c’era la Roma Europeo di Garcia o il Piccolo Barcellona di Montella a Firenze; c’è l’esperto di regolamento arbitrali che deve spiegare a Caressa e Pistocchi che “la disponibilità del pallone” non esiste, c’è il blogger informato che deve spiegare al CorSera ed altri che se i diritti TV calano ci sono dietro gli intrallazzi decennali di Gallini con Infront prima e con MediaPro ora e la cecità ed assenza di una Federazione e della gran parte dei Presidenti di A e B, c’è il piccolo avvocato che legge documenti, precedenti e intercettazioni di Scommessopoli o di Agnelli-Bagarini e racconta la vicenda sul web molto meglio dei “giornalisti, quelli che fanno di mestiere!”.
Solo con l’informazione, la divulgazione, la correttezza, il debunking, l’ironia e la difesa aggressiva si può contrastare un esercito di antijuventini professionisti e amatoriali che lavorano a 360 gradi per 365 giorni e 24 ore su 24.
Ristabilire la verità, difendersi da fango, peti e merda. A tutti i livelli, con passione e leggerezza. Come con grandissimo merito fecero tutti i blogger e i siti juventini, (Ju29ro, GLMDJ, i Zampini, Angelini, Alessandrella, Corsa, Ricchiuti, Cozzolino e tutti gli altri) durante il processo Calciopoli, lavoro rivoluzionario in cui, per la prima volta, il web era più informato, neutro, corretto e analitico dei media tradizionali. Impegno che ha plasmato una nuova coscienza di tifosi attenti e informati, una generazione di juventini che adesso, non se ne fa scappare mezza, che si difende attaccando ed è perennemente in guardia.
10 anni fa il tifoso Juventino aveva zero anticorpi, zero difese. Adesso lo juventino medio è un marine.
Proprio perché “loro” non smetteranno mai (finché vinciamo) bisogna rispondere. Ognuno a modo suo. Sempre.
Non è un abbassarsi al loro livello, è un’insorgenza di giustizia, è una questione di senso civico sportivo in difesa di una squadra e una società per cui si gioisce, lotta e soffre, che viene sistematicamente martellata.
Se 10 anni fa un Pistocchi diceva in modo impunito una bufala sul finto legame Exor-Eurovita, ora bastano tre clic per sputtanarlo e diffondere la verità, se Caressa poteva dire cazzate sul regolamento, idem, se Zazzaroni fa il capiscer ed esalta Michu, qualsiasi tifoso sui social può sommergerlo, avendo una conoscenza superiore perché ha accesso a dati, informazioni, libri, video e gare da tutto il mondo. Se un direttore di quotidiani locali come Tamburini dimostra la sua inadeguatezza scrivendo bugie e “la JuveRubba”, 10 anni fa poteva farlo in modo impunito sul suo giornalino, ora invece viene smascherato.
Questi sono come l’esercito di Mordor, con troll, orchi, nazgull, lupi, grandi bestie e stregoni tutti compatti e schierati, guidati dall’Occhio AntiJuve sempre aperto. Noi invece troppo spesso siamo passivi, uomini che si azzuffano tra di loro per Mandzukic o per Douglas Costa, hobbit che si fanno le pippe a vicenda, elfi che fanno i piacioni dicendo “sì è vero, #DaElfo ammetto che abbiamo rubato” e tanti nani tafazzisti che si automartellano i coglioni.
E’ una lotta, siamo marines e dobbiamo bacchettare anche il nostro compagno di tifo complottista, piagnone o peggio razzista.
Poi certo, è un gioco, e per fortuna a questo gioco siamo bravi, e godiamo spesso.
Sandro Scarpa