Il panico Bonucci

Come ogni anno, quando si parla di cessioni, il tifoso della Juve va nel panico. La prospettata partenza di Bonucci sembra avere un effetto depressivo anche superiore a quello che hanno avuto Vidal, Tevez, Morata e Pogba, e non era facile. I più disincantati dicono al più “pazienza, andiamo avanti, se vuole andare che vada”. Non c’è uno (almeno non ne ho sentiti io) che ritenga l’operazione sensata dal punto di vista della Juve. Vi spiego invece perché per me l’operazione non solo non è un dramma, ma è invece strategicamente intelligente.

Considerazione numero 1: la Juve ha troppi difensori centrali. 5 difensori centrali, tutti forti, oltre a uno dei giovani più importanti del panorama italiano (Caldara, che poi ha 23 anni ma qui pare un giovanissimo), che lasciamo in prestito per sovrabbondanza nel ruolo. 5 difensori significa che Barzagli, a meno che non faccia il terzino come nel finale dello scorso anno (ma compreremo un terzino di ruolo oltre a Lichsteiner), non gioca mezza partita, e che uno fra Benatia e Rugani gioca solo in casi di emergenza. L’anno scorso, con la squadra che partiva con un modulo a tre difensori, aveva senso tenerne 5 in rosa, quest’anno no. Possiamo tra l’altro iscrivere solo 23 giocatori in rosa per la Champions League, 3 portieri e due per ruolo di movimento, usarne 5 per il ruolo che tipicamente ha meno bisogno di cambi mi sembra decisamente poco razionale.

Considerazione numero 2: se ha abbondanza dietro, la Juve ha invece bisogno di diversi giocatori in altri ruoli. Un portiere, visto che è l’ultimo anno di Buffon, un terzino a destra, visto che Alves ci ha abbandonato, un centrocampista, visto che a detta di tutti è il ruolo in cui abbiamo minore qualità, 2 o 3 giocatori davanti visto che con il cambio modulo ci siamo ritrovati corti, e visto che abbiamo Pjaca infortunato a lungo. Per ora ne abbiamo comprato uno, forse due se confermano Schick. Le cifre le vediamo tutti quali sono: 46 milioni per Costa, 30 per Schick (lasciamo stare se le formule iniziali sono di prestito, ovviamente si parte con l’idea di confermarli e quindi comprarne il cartellino), per Bernardeschi si parla di 40, cifre simili per la maggior parte dei centrocampisti. Ecco, la Juve non può fare a cuor leggero un mercato da 150 e passa milioni di Euro. Se le cessioni si limitano a Neto, Lemina e Rincon, un investimento netto di 150 sarebbe già un miracolo. Senza contare gli stipendi che salirebbero in maniera importante. Ci troveremmo con più giocatori di quanti non possiamo iscriverne in lista, con un investimento record sui cartellini, con un monte stipendi fuori controllo, compromettendo seriamente la capacità di rimanere competitivi nel tempo. La Juve ha ricavi ricorrenti – in un anno normale di Champions – per circa 370 milioni. Quest’anno sono stati di più, oltre 400, per via della finale Champions, ma bisogna ragionare su situazioni normali, non eccezionali. Ne ha circa 120 di costi, esclusi i costi per gli stipendi dei calciatori (e gli ammortamenti, qui stiamo ragionando di costi monetari). Significa che ha circa 250 milioni mediamente ogni anno da spendere fra stipendi e cartellini, se non vuole aumentare il debito. E siccome gli stipendi oggi sono 210, ne rimangono 40, che con i prezzi di oggi capite bene non ci fai molto. E se aumenti il monte stipendi si riducono ulteriormente. Poi certo, puoi sempre aumentare il debito (la Juve può farlo, ha linee di credito inutilizzate) che però è già piuttosto alto, e soprattutto non puoi farlo all’infinito. Potrai aumentare i ricavi negli anni a venire, certo, ma il punto è che l’ordine di grandezza al momento è quello, e la Juve ha il dovere di fare scelte oculate per rimanere competitiva nel tempo, non solo nel singolo anno a venire. E fare un mercato da 150 milioni (cosa che non ha mai fatto finora) con sensibile aumento degli stipendi, con giocatori che sei costretto a tenere fuori rosa Champions perché in eccesso rispetto alla lista UEFA, non sarebbe da classificare in cima alla lista delle scelte oculate e lungimiranti, a mio avviso. Bisogna saper vendere, oltre che saper comprare, che non significa saper negoziare il miglior prezzo possibile dalla cessione di Lemina o Rincon, ma capire quando è il momento di vendere giocatori top, quando il valore di mercato di un giocatore è superiore al valore che può dare a te. Vale più Bonucci, 30 anni, in una squadra con altri 4 centrali forti oltre ad un quinto in prestito, o Douglas Costa, 26 anni, in un ruolo chiave in cui non hai nessuno? Perché volerli entrambi, oltre a tutti gli altri che ho menzionato, comporta dei rischi, a lungo andare. Io non ho dubbi, una dirigenza oculata deve essere innanzitutto abile nell’allocazione di risorse scarse. Liberare risorse (cartellino e stipendio) in un ruolo in cui sei stra-coperto, per reinvestirle in altri ruoli in cui sei corto. Se poi invece investono per un quinto centrale, mi rimangio tutto.

Sul prezzo

Il valore del cartellino di un calciatore è molto difficile da determinare. Il mercato è del singolo calciatore più che dei calciatori nel loro complesso. Il fatto che ci siano ogni tanto degli acquisti folli, non deve portare a creare dei nuovi benchmark. Se Otamendi, per fare un esempio, è stato pagato 45 milioni, non significa che qualunque difensore più forte di Otamendi deve essere ceduto a un valore più alto, altrimenti significherebbe di fatto bloccare per sempre il mercato dei difensori. I singoli trasferimenti avvengono per storie uniche, per esigenze particolari di una squadra, per innamoramenti di un allenatore, per disponibilità economiche dell’acquirente. 40 milioni per un difensore trentenne, per quanto fra i più forti al mondo, è una cifra adeguata, anche se senz’altro sarebbe potuta essere più alta. Il valore, di nuovo, va visto in relazione a te che vendi. Con quella cifra stai comprando giocatori top – molto più giovani – in ruoli in cui hai più bisogno. Quindi – se l’alternativa di cedere a 60 all’estero non esiste perché manca l’offerta o perché il giocatore non vuole – è del tutto inutile fare il confronto con quello che non esiste. Si valuti il valore assoluto per la Juve e non il valore in relazione a quanto è stato fatto in altri lidi in altri momenti per altri giocatori. E per la Juve 40 milioni sono una bella cifra.

Addio Leonardo, mi mancherai

Auguri e tanti ringraziamenti a Leonardo Bonucci. Uno dei giocatori che mi è più piaciuto di questo ciclo. L’ho difeso contro tutti i suoi detrattori fin dal primo anno con Del Neri. L’ho apprezzato da subito. Giocatore unico per qualità tecniche ed anche come leader in campo e fuori. Quello che rispondeva per le rime a Sconcerti. Quello che andava da Allegri assieme ad altri per convincerlo a cambiare modulo dopo Sassuolo. Un difensore sui generis per la grande tecnica. Ogni tanto anche qualche svarione è vero… ma faceva parte dei vantaggi e svantaggi di Bonucci. A me piacciono i giocatori con i piedi buoni. Oggi la Juve ha perso qualcosa sotto questo punto di vista.
Sapremo mai noi tifosi la verità? Bonucci andato via perché non andava d’accordo con Allegri oppure perché la società lo ha cacciato dopo il litigio negli spogliatoi di Cardiff? Oppure ancora queste storie non sono vere? Mi piacerebbe tanto che una volta si facesse chiarezza. Come mai Bonucci va in una squadra nettamente meno forte della Juventus pur di andarsene via? A me risulta che lui avesse messo in affitto casa mesi fa, quindi ben prima di Cardiff. Però per andare a giocare a Milano non c’è bisogno di cambiare casa. Quindi suppongo che dopo la lite con Allegri pre Porto–Juventus, lui volesse accasarsi all’estero (in Inghilterra mi dicevano). Sponda Antonio Conte che non ne poteva più di David Luiz. Poi Cardiff e qualcosa che si stava ricomponendo forse, si è rotto di nuovo e più profondamente. E allora Milan, forse perché la famiglia preferisce.

Leonardo Bonucci ha vinto 6 scudetti con la Juventus, 3 coppa Italia e altri trofei. Ma soprattutto è stato protagonista del primo scudetto il più bello di sempre. Quello che ha fatto ritornare l’incubo in alto. L’incubo chiamato Juventus. Credevano di essersi liberati della Juve per sempre ed invece pochi anni dopo Calciopoli, la Juventus era ancora lì dominatrice in Italia e competitiva in Europa. Quello scudetto grande merito di Antonio Conte e di alcuni giocatori, tra cui Leonardo Bonucci. Se ne va un altro pezzo della nostra storia recente un giocatore che è stato anche simbolico perché rappresentano un modo di giocare in difesa diverso dal solito. C’è grande dispiacere dentro di me come c’è stato grande dispiacere quando è andato via Pogba e quando è andato via Arturo Vidal. E molti altri. Buffon, Barzagli, Bonucci, Chiellini, Marchisio e Pepe rappresentarono quell’anno il gruppo italiano dentro la Juve che fu il fulcro della rinascita.

Non posso dimenticare poi le risposte di Bonucci a Sky quando rispose abbastanza male a Sconcerti. In tante situazioni Bonucci ha dimostrato di essere davvero attaccato alla maglia e a questa squadra a strisce bianco-nere. I tifosi non devono criticarlo per la scelta che ha fatto di andare al Milan. Come ho scritto prima, quattro mesi fa io stesso raccontai che avevo saputo che il suo agente immobiliare aveva ricevuto l’ordine da Leonardo Bonucci di mettere in affitto la casa. Si pensava la destinazione Inghilterra. Poi alla fine è andato da un’altra parte ma non è questo il punto. Punto è che qualche cosa si era rotto con un giocatore singolo. Di chi siano le colpe o cosa sia accaduto veramente non sta a me stabilirlo e non lo sapremo mai.

Sta di fatto che la Juventus perde un altro pezzo importante dopo le molte cessioni nelle scorse stagioni. Fosse andato all’Inter mi avrebbe dato molto più fastidio. Fosse invece andato al Chelsea mi avrebbe dato un pochino meno fastidio e lo avrei considerato un ricongiungimento con il suo grande maestro Conte. Ma grande parte del fastidio è nel sapere che non esistono in giro giocatori anzi difensori con quei piedi con quel lancio con quella tecnica individuale (ho indicato in De Vrji il suo possibile sostituto). Giocatori capaci di tirare al volo al novantesimo contro la Roma e segnare il gol del 3 a 2 che mi piace fare anche un gestaccio ad ombrello nei confronti di qualche giornalista romanista in tribuna stampa.

Dopo la prima rottura qualche cos’altro è successo probabilmente durante l’intervallo della finale di Champions League. Alla fine pare evidente che dissapori sono stati con l’allenatore. Niente di male, capita. Ma noi non siamo napolisti o romanisti e quindi non auguriamo nessun male a Bonucci, anzi spero che si riesca a togliere qualche soddisfazione.
Mettiamola così: auguro a Bonucci nel caso in cui la Juventus vince la Champions League di vincere invece lo scudetto.
Ciao Leo, per me eri uno di quelli più simpatici sarà anche perché sei di Viterbo, una città che amo molto.
Altro discorso invece si può fare sulla Juventus che cede troppi grandi giocatori. È una squadra che vuole trionfare in Europa dovrebbe cercare di non cedere giocatori come Vidal, Pogba, Dani Alves e Bonucci. Mi piacerebbe da ora in poi un bel cartello davanti alla sede in corso Galileo Ferraris : La Juventus non vende grandi giocatori, li compra soltanto. Le esigenze di bilancio di disciplina ed equilibri portano poi a dover troppo spesso cambiare la squadra. Speriamo che sia possibile sostituirli più che degnamente.

Addio LEO .

Mi mancheranno tanto i tuoi colpi di classe, i lanci lunghi, i gol , il piede fatato… ma anche quel modo di esultare da Juventino, in faccia a chi parla male della Juventus. Sciaquatevi la bocca dicevi..  E quando verrai allo Juventus Stadium, mi alzerò in piedi e ti saluterò applaudendo. So che tu eri uno di quelli più fissati con la Champions League, un po’ come me. E forse questo ci porta ad esagerare in alcuni atteggiamenti. Forse abbiamo un carattere simile. Buffon ed il mio amico Zampini abbracciano gli avversari dopo una finale persa, io se potessi li strozzerei. Questione di sangue caldo. E per questo mi dispiace ancora di più che tu te ne sia andato. D’altronde la storia di noi juventini è costellata di grandi giocatori che se ne sono andati o sono stati mandati via: Sivori, Zidane, Baggio e poi Vidal, Pogba e persino per Morata ero affranto.
Pace.

Antonello Angelini

Tutto nero, anzi di più

17-7-17. Già di per sé la data non è foriera di fausti presagi, ma noi siamo superiori alla scaramanzia ed oggi presentiamo Douglas Costa.

Dice: “chi è ?”. Sarebbe quel giocatorino lì, scarto del Bayern, che tra una tragedia e l’ altra abbiamo sottratto al reparto rotture della Lidl facendocelo prestare per 6 milioni di euro e 40 milioni di riscatto. Talmente alto che neanche se sequestrassero Trump in Aspromonte avrebbero il coraggio di chiederlo.

Lieve panacea del tornado di mali che sta accompagnando la Juve dalle 21.30 del 3 giugno, la presentazione del nuovo numero 11 che va, sempre a dispetto di cabale e scaramanzie, a raccogliere la pesante eredità di Hernanes, De Ceglie e Amauri. A proposito, la pronuncia esatta è Dulas, con la o e la g mute e senza inutili Cerquetismi a lasciare “scionz”.

Che però l’ aria di festa non distragga: la situazione non è affatto drammatica. E’ peggio.

Abbiamo appena passato, scollinato il punto di non ritorno del pessimismo bianconero, quei giorni in cui storicamente siamo talmente depressi che cerchiamo di autoconvincerci che sì, tutto sommato, l’ Europa League sarebbe un piazzamento congruo per ciò che sta accadendo.

Tutto nero ed anzi di più: la deprimente situazione post-Cardiff è precipitata ulteriormente per gli ultimi sviluppi di mercato che andiamo a ricapitolare non senza prima aver tolto dalla nostra disponibilità qualsivoglia oggetto tagliente.

NETO: Uno dei secondi portieri più vincenti della Storia al pari di Bodini ha scelto di lasciare la polveriera Juve per accasarsi in una squadra spagnola che gli garantirà gli stessi successi e una tranquillità ormai persa: il Valencia. Bene ma non benissimo.

Il suo sostituto, SZCZESNY (pronuncia corretta Coso), è tornato in Inghilterra all’ Arsenal che ne detiene il cartellino ma soprattutto per aggirare quella norma tutta italiana che gli impedisce di avere gli stessi diritti dei suoi colleghi: il Codice Fiscale.

BONUCCI inutile dilungarsi su fantasie romanzate: nell ‘ intervallo di Cardiff non è successo niente. Che poi nel resto della stagione siano volati stracci, sgabelli, tables, ladders & chairs come in un match della Wwe è secondario. L’ importante è che sia andato altrove a difendere il titolo ed abbia portato a Torino il Money in the Bank.

DANI ALVES si è fatto affascinare dal progetto del suo vate Guardiola salvo poi essere fulminato sulla via di Damasco da un ingaggio insensato da parte del PSG che lo rende di fatto il ballerino da spogliatoio più pagato del mondo. Compreso nel contratto un impianto Bose al Parco dei Principi, consolle con 2 piatti, un palo da lap dance (idea di Tavecchio) e gli Eiffel 65 a pompare a tutto volume “Blue”.

Sul fronte delle entrate invece è interessante come stiano deragliando tutti gli obiettivi, finanche quelli che si suol dire “fino a quando non lo vedo a fare le visite non ci credo”.

Ecco. PATRIK SCHICK (pronuncia corretta Scic) è il vero mistero che mancava. Dopo le prime visite al J|Medical e la partita in Under21 è scomparso. Indossava una shirt blu col nuovo logo e un pantalone ghiaccio.

Ricomparso in stato confusionale per un supplemento di visite, è di nuovo evaporato senza lasciare traccia.  Previsti ancora esami per l’ idoneità, cosa che invece la sorella ha avuto senza problemi.

Una trattativa al cardiopalma, così come quella di FEDERICO BERNARDESCHI (pronuncia corretta Bernard Heskey); sembrava dovesse aggregarsi al ritiro della Juve ed invece vi è stata una brusca frenata delle trattative dopo il ritrovamento di alcune teste di cavallo all’ interno dei negozi Tod’s. Peccato, la scelta della 10 bianconera avrebbe avuto la capacità di mettere d’accordo tutti i tifosi nell’ arrabbiatura: i viola per il tradimento e noi per il vilipendio.

Nemanja MATIC come ogni calciatore in terra d’ Albione si è fatto incantare dalle sirene dello United.

MATUIDI’ fortemente Matuidì, il motto che riecheggiava alla Continassa; magari lo sceicco ha anche superato certe bambinate pregresse, ma Blanc no, e se può bloccare e complicare qualsiasi cosa della Juve, prende immediatamente la palla al balzo per vendicarsi di essere stato cacciato per incompetenza.  Poi c’è AURIER, e là vale la stessa legge di Blanc: se mi lasci ti CANCELO e niente terzino destro.

A meno che non torni in auge Bellerin

 

N’ZONZI: dai, siamo seri, neanche N’zonzi sa e crede che stiamo trattando N’zonzi a 40 milioni

KROOS: clausola da 300 milioni e ingaggio da 11. Lascio la parola all’ Ispettore.

 

NAINGGOLAN: rinnova ridendo.

EMRE CAN: rinnova pregando.

INIESTA: rinnova palleggiando allontanando come si allontana una zanzara lo spauracchio VERRATTI e quel Raiola andato a male del suo agente che speriamo si tengano a debita distanza (del tipo 6mila chilometri) da Torino.

KEITA BALDE va all’ Inter per dispetto di Lotito e per non perderlo a zero

MILINKOVIC SAVIC per lo stesso motivo lo darebbe al Benevento ma non a noi. O almeno a non meno di 60 milioni.

Renato SANCHES potrebbe accasarsi al Milan a completare la più grande campagna acquisti della storia del calcio mentre Marottah keffaàà ? Dorme ?!? Campagna acquisti meneghina che con Koke potrebbe realizzare il sogno revival di avere come interpreti di centrocampo Koke & Renato Sanches.

E visto che le disgrazie non vengono mai da sole, proprio dal Milan potrebbe arrivare in cambio di Cuadrado la terrificante combo Locatelli/De Sciglio in grado finalmente di colmare il gap delle inseguitrici nei nostri confronti.

Questo mentre regaleremo, pagandogli pure l’ ingaggio basta che liberino spazio, i vari Rincon, Lemina, Sturaro.

Sempre pregando che sant’ Antonio dall’ alto della sua juventinità non ci porti via Alex Sandro, che a noi ci fa, specie che in questo periodo che c’è una grossa moria delle vacche, come voi ben sapete.

Quindi nella peggiore delle ipotesi e all’ apice del catastrofismo da metà Luglio, potremmo ritrovarci con la seguente rosa:

Buffon- Pinsoglio

Licht- Rugani-Benatia-Barzagli-Chiellini-Asa

Marchisio-Pjanic-Khedira-Bentancur

Dybala-Higuain-Pjaca-Costa-Mandzukic

 

Ora spegniamo un attimo pessimismo, sarcasmo e ironia.

Dovreste togliercene altri 2 per reparto, e FORSE le altre squadre potrebbero essere competitive per lo Scudetto.

Ma già se restiamo così, e con il VAR, per carnevale tutti i pagliacci che ci allietano come giullari di corte dovrebbero essere tornati a piangere nei loro circhi.

Pronti a tifare di volta in volta una squadra straniera diversa.

M.Fusco.

Il peso di Bonucci

È finora la notizia del calciomercato. Leonardo Bonucci non è più un giocatore della Juventus e passa al Milan. Cosa perde la formazione bianconera? Qual è stato il suo reale impatto all’interno dei sistemi di gioco?

Leo who?
In primo luogo, Bonucci è più di un semplice centrale difensivo. Nella Juventus di Allegri, infatti, fin da quando l’allenatore livornese ha preso in mano le redini bianconere, all’indomani della rottura fra la società di Corso Galileo Ferraris e Antonio Conte, il difensore azzurro ha svolto il ruolo di vero e proprio playmaker.
Infatti, in quella prima Juventus allegriana, che ricalcava il 3-5-2 di Conte nel suo modo di stare in campo, Bonucci svolgeva il ruolo di centrale difensivo con il compito di impostare la manovra da dietro.
In questo senso i suoi compiti erano complementari a quelli di Andrea Pirlo: quando il regista bresciano veniva coperto la Juventus si affidava alla giocata da dietro di Bonucci per impostare l’azione. Era questo un compito che l’ex barese già assolveva sotto Antonio Conte, quando cioè dal suo piede partivano i riferimenti diretti per le due punte o per gli esterni alti del 3-5-2 bianconero.
Dopo la partenza di Pirlo, questa caratteristica del gioco bianconero è andata accentuandosi. Bonucci è quindi diventato il vero e proprio regista della squadra, mostrando fra l’altro una grande precisione come dimostrano le percentuali di passaggi realizzati nelle stagioni 2014/15 (86.4) e 2015/16 (87).
Queste percentuali sono addirittura aumentate nel corso dell’ultima stagione, raggiungendo un numero (87.2) degno di un centrocampista.
L’utilizzo di Bonucci come playmaker non è dunque diminuito nemmeno nel campionato appena concluso, nonostante il passaggio ad un sistema diverso come il 4-2-3-1 e nonostante l’acquisto di un palleggiatore come Miralem Pjanic che Allegri ha impostato proprio come mezzala di regia nella posizione di centrocampista centrale.
Infatti, come detto, Bonucci ha mantenuto i caratteri di regista arretrato, contribuendo a creare ben 10 occasioni da gol e sfruttando la precisione del suo lancio lungo (7.9 effettuati a partita e una lunghezza media di passaggio di 24 metri)

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Il lancio lungo, al pari del laser pass, è quindi il marchio di fabbrica del Bonucci play arretrato, basti ricordare quello con cui lo juventino mandò in porta Giaccherini nella partita contro il Belgio degli scorsi Campionati Europei

Appare quindi evidente come la perdita del 30enne difensore centrale finirebbe per togliere alla fase offensiva della Juventus una preziosa arma tattica, tanto più importante quanto più dato il fatto che i Bianconeri sono soliti salir jugando, cioè impostare palla a terra da dietro.
Queste problematicità sono già state evidenziate durante lo scorso campionato quando l’assenza di Bonucci (ad esempio contro la Lazio in campionato all’andata) ha portato la squadra di Allegri a produrre una circolazione della palla a U non utile per attaccare il sistema difensivo avversario.
Se quindi dal punto di vista offensivo la centralità di Bonucci nel gioco bianconero appare evidente, dal punto di vista difensivo il centrale della Juventus è comunque cresciuto nel corso delle stagioni.
Anche se non è ancora esente da amnesie difensive Bonucci ha mostrato un certo progresso pur rimanendo ancora un giocatore più portato all’intercetto che al contrasto, come dimostra il rapporto fra questi due tipi di interventi nel corso delle tre stagioni giocate sotto Allegri (1.9/1.1 nel 2014/15; 2.3/1.1 nel 2015/16; 2.1/1 nel 2016/17).
Questa propensione ad una difesa più di anticipo che di intervento diretto, secondo appunto le proprie caratteristiche tecniche, ha visto però Bonucci un po’ in difficoltà quando si è trattato di arginare attaccanti che fanno della presa di posizione una delle loro armi, come accaduto con Kalinic nella sconfitta subita ad opera della Fiorentina che di fatto ha determinato il cambio tattico da parte di Allegri.

Come sostituire Bonucci?

Dal punto di vista difensivo i Bianconeri sembrano avere in rosa gli elementi giusti per sopperire all’eventuale partenza di Bonucci. Infatti, la crescita esponenziale di Daniele Rugani e la presenza di Giorgio Chiellini e Medhi Benatia (più un eventuale nuovo arrivo) sembra garantire alla difesa della Juve la possibilità di continuare a restare centralmente quel reparto granitico visto nelle ultime sei stagioni.
Proprio da questi giocatori attualmente in organico dovrà quindi ripartire la Juventus del dopo-Bonucci. A questo proposito, la coppia formata da Chiellini e Benatia sembrerebbe quella in grado di dare garanzie di continuità anche in fase di possesso palla, cioè nella situazione in cui la perdita del nazionale azzurro sembrerebbe invece determinare dei grattacapi alla Juventus. Chiellini, pur tecnicamente inferiore a Bonucci, ha buone percentuali in precisione e lanci lunghi. Questo non vuol dire che sarà in grado di sostituire il calcio lungo e medio di Bonucci, ma che comunque può muovere la palla.
Anche Benatia ha buoni numeri in entrambe le statistiche con una precisione passaggi addirittura superiore (90.7%) e con 3.5 passaggi lunghi a partita.
Ecco quindi che schierare Chiellini accanto al centrale marocchino nella difesa a 4 con la quale Allegri ripartirà la prossima stagione sarebbe un buon viatico per sostituire il partente Bonucci. Le statistiche sopracitate infatti sembrano garantire alla Juventus la possibilità di poter continuare a impostare da dietro anche con i centrali attualmente in rosa, purché allenati a non incappare negli errori di cui si diceva sopra relativamente alla sfida con la Lazio (circolazione perimetrale e non verticale).