Il calcio è di chi lo ama, così recita lo slogan della Serie A e così dovrebbe essere vissuto in ogni stadio italiano. La domenica dovrebbe essere una festa dello sport, una festa in cui singoli tifosi e famiglie si godono la partita gioendo, urlando e soffrendo per la loro squadra
Procediamo con ordine. Per chi non lo sapesse sono ligure e da poco più di dieci anni vivo a Genova, a poche centinaia di metri dal Ferrari. Sfruttando anche alla posizione fortunata ne ho approfittato per andare spesso a vedere la Juventus quando ha fatto visita a Genoa e Samp.
Abitando a così poca distanza, mi è capitato più volte di preferire i distinti o la gradinata al settore ospiti, ma solo per una questione pratica: finita la partita non si deve attendere un’ora o un’ora e mezza per poter fare quei 200 metri che ti separano da casa e tornare dalla tua famiglia. Allo stadio però andavo rigorosamente però senza sciarpa o segni distintivi, perché in passato mi era capitato di assistere a scene pessime: sputi addosso a famiglie nonostante fossero mischiate e scherzassero per tutto il match, sedicenti tifosi che minacciavano altre persone ree di supportare la squadra sbagliata o persone di una certa età che rivolgendosi a bambini che non avranno avuto più di 5 o 6 anni che esultavano ad un gol li apostrofavano come “Ladri” dicendo loro le peggio cose, la loro unica colpa era quella di vestire le maglie dei loro idoli bianconeri.
Con questo non voglio dire ovviamente che tutti quelli che frequentano il Ferraris, di qualunque fede, siano persone pessime, purtroppo però penso che gente di questo tipo sia la rovina tutta quella che può essere la parte bella del tifo. In ogni stadio e con ogni maglia addosso, intendiamoci.
Fatta la dovuta premessa, vi racconto cosa mi è successo. Ieri insieme a un amico ci rechiamo al Ferraris, biglietto di Tribuna Centrale superiore, costo 60€ a testa più la prevendita Listicket. Ci sediamo al nostro posto in penultima fila e notiamo subito che siamo mischiati: gli juventini li riconosci, sono gli unici che non indossano nessuna sciarpa. Quattro ad esempio li individuo subito: davanti a me un padre con un ragazzino che avrà avuto 10/11 anni, alla nostra destra un ragazzo con la fidanzata incinta, intorno tanti tifosi Samp con qualche esagitato che rivolge apprezzamenti e gesti verso il settore ospiti, poco lontano.
Al gol di Cuadrado esultiamo in modo tranquillo e a parte qualche borbottio sui “Gobbi di m… che infestano il settore” non si sente nulla di che.
Seconda metà del primo tempo, Higuain si libera in area e Puggioni para. Mi scappa un “Nooooo”. Da dietro sento la voce di un simpatico vecchietto che avrà avuto 80 anni che mi urla “Ma cosa nooo… cosa noo… tu devi stare zitto qui…ma stiamo scherzando”. Rimango basito, mi giro solamente e lo guardo bonariamente sorridendogli come si farebbe con il proprio nonno. Per tutta la partita lo sentirò disquisire sul fatto che la Juve rubi, un personaggio caratteristico.
Tutto fila liscio fino al momento dello scontro a centrocampo fra Alves e Regini con il bianconero che rimane a terra e la Samp che attacca per 2 minuti senza buttare il pallone fuori. Nel momento in cui si ferma il gioco sento una voce dietro di me dire “Bravi bravi siete dei ladri di m… antisportivi come sempre”. Senza nemmeno alzarmi mi giro e controbatto tranquillamente: “Certo che chi invece gioca per 2 minuti con l’uomo a terra invece…”.
Davanti mi trovo un uomo di 40/45 anni che per le sue fattezze ricorda vagamente l’attore Antonello Fassari (tanto per darvi l’idea del tipo) che si altera e alza la voce “Ma che c***o vuoi, stai zitto cretino, siete dei ladri lo sanno tutti…”. Taglio subito la discussione e mi giro mandandolo a quel paese, mentre lui continua a inveire contro di me. A quel punto accade ciò che meno mi aspetto e che di più vile si possa fare: mentre sono di spalle a tradimento mi rifila due manate (o pugni, non saprei dire essendo di spalle) sulla testa.
Rimango stordito. Le persone al mio fianco si spaventano e tutti ci giriamo dicendo “Ma stiamo scherzando?”. Per tutta risposta un distinto signore sulla sessantina, con la pashmina blucerchiata al collo mi dice: “Te la sei cercata? Devi imparare a stare zitto quando sei in casa d’altri…”. Chapeau…
Io e il mio amico ci alziamo, lasciamo i nostri posti e ci allontaniamo. In zona non c’è nemmeno uno steward, nessuno. Arrivano per caso poco dopo 3 ragazzi della Polizia che sentendo il signore urlare prima lo invitano alla calma e poi vedendo che mi allontano abbastanza sconvolto mi chiedono cosa sia accaduto. Prima di me risponde la ragazza incinta, seduta lì vicino: “Gli hanno messo le mani addosso.”.
Uno dei tre uomini in divisa mi chiedono se sia intenzionato a sporgere denuncia. Ci penso per un attimo e poi non so se per lo scombussolamento che ti lasciano dentro certe cose o per la voglia di tornarmene in fretta dai miei cari desisto. Mi dicono che avrò comunque 90 giorni per procedere.
Questo è il clima che si respira da tempo purtroppo in tanti stadi italiani e che in questi ultimi tempi sta subendo un crescendo sempre più pericoloso.
A fine partita mi avvio verso l’uscita. Ricevo atti di solidarietà di tante persone che hanno visto il fatto. Una in particolare mi colpisce, quella del papà che accompagnava il bimbo seduto davanti a me che mi dice: “Volevo farti i complimenti perché sei stato un grande a non reagire, se no chissà come sarebbe andata a finire. Non capisco come si faccia a fare certi gesti per una partita di calcio, in un settore tranquillo con tanti bambini intorno. E’ inconcepibile poi che non ci sia nessuno a tutelarti”.
Ecco, probabilmente una delle cose più vergognose è proprio quella: si pagano 60 euro e non c’è nessuno che tuteli l’ordine nei settori misti, nemmeno l’ombra di uno steward per tutta la partita. Assenza molto grave: se al mio posto ci fosse stata una persona che invece di andarsene avesse reagito cosa avrebbe potuto succedere prima che qualcuno fosse intervenuto? Inadempienza grave quella in capo alla Sampdoria.
Più passa il tempo e più penso di esercitare il mio diritto e denunciare il mio aggressore, individuabile perché abbonato nel posto dietro il mio, per quanto probabilmente la cosa non porterà a nulla. Non è giusto far passare sotto silenzio un fatto grave come quello che, mio malgrado, ho vissuto sulla mia pella ma che potrebbe accadere a ogni persona che entra in uno stadio. Increscioso che non vi fosse nessuno a tutelare e che io sia costretto a lasciare il mio posto mentre chi mi ha aggredito si sia tranquillamente goduto il resto della partita al suo posto e alla fine sia corso via con la coda fra le gambe senza mostrare nemmeno un gesto di pentimento.
In Inghilterra, in Spagna o in Germania sarebbe stato accompagnato all’uscita e probabilmente gli avrebbero anche stracciato l’abbonamento. In Italia invece…
Non è questione di tifo, gli idioti da stadio purtroppo sono dappertutto e allontanarli è un dovere civico. Da ieri però ho ancora più la sensazione che non tutti facciano ciò che è in loro potere per far sì che certe cose non accadano più. Da ieri ho il voltastomaco, mi fa male sentire ancor di più la brutta aria intrisa d’odio che si respira soprattutto nei confronti dei tifosi della Juve, non importa se adulti o bambini, e mi porto dentro una sensazione di vera tristezza.
I love this game, ma da ieri mi sento un po’ più solo.
Maurizio Romeo