Quei giorni in cui qualsiasi cosa tu scriva sbagli; anno secondo, puntata numero uno.
Sbagli, prima di tutto, se ricordi che l’anno scorso ne hai scritte una decina, di queste puntate, prima di vincere lo scudetto con un mese di anticipo. Perché se lo scrivi pare che secondo te andrà così anche stavolta, con inizio complesso, illusione altrui, “finalmente un campionato meraviglioso” che diventa “finalmente un campionato equilibrato” per poi trovare il suo epilogo in un fermo “no, a guardarlo bene era il solito campionato del cavolo”. No, non andrà sempre così. Primo, perché la Juve ha affrontato quattro squadre di alta classifica e, pur non essendo ancora pronta, ha raccolto 9 punti, non affrontando dunque un inizio particolarmente complesso. Secondo, perché se davvero dovessimo incappare in un periodo nero prolungato come quello dell’anno scorso, non sarebbe affatto facile poi ripetere una rimonta surreale, con tutte le squadre che si scansano tranne una, il prode Bologna di Donadoni. Quindi meglio non scriverlo e passare oltre, fingendo di non ricordarlo.
Non va scritto che è solo una battuta d’arresto, che può capitare, che non perdevamo da un secolo e prima o poi sarebbe dovuto toccare anche a noi, solo che non ci siamo più abituati; che a San Siro si può anche perdere, tanto più a inizio campionato e dopo un duro impegno di coppa. Non va scritto in primis per non beccarsi l’appellativo preferito dal web ribelle, quel “filosocietario” che rappresentava la peggior offesa quando la squadra arrivava settima o preferiva Poulsen a Xabi Alonso e che misteriosamente dovrebbe rappresentare un’offesa anche oggi, dopo 5 scudetti e due coppe Italia consecutivi, con Higuain e Dybala al posto di Amauri e Iaquinta. Soprattutto, non va scritto perché in effetti, detto tra noi, non dovrebbe capitare. Ci sta perdere durante la stagione e questa è una delle 3-4 partite più complesse del campionato, ma così no. Perché gli avversari hanno avuto più voglia di te dal primo minuto, arrivavano sempre prima e vincevano ogni contrasto, mentre noi giochicchiavamo sereni, tanto dietro non subiamo, tanto il gol arriverà, ecco è arrivato, vedete? Per poi tornare a dormicchiare fino al pareggio, allo svantaggio e a quel punto è troppo tardi. La squadra è certamente in divenire, va trovata la formula migliore a centrocampo, tornerà Marchisio, le squadre di Allegri decollano più avanti e cominceremo a correre quando più servirà. Benissimo, ma ieri sarebbe bastata un po’ di attenzione in più, quantomeno per pareggiare una partita giocata malino, e ci saremmo se non altro risparmiati l’esultanza stile Champions League che va avanti da 20 ore ininterrottamente (presidente della FIGC compreso, perché da noi accade pure questo, che il presidente della FIGC esulti in tribuna per la sua squadra del cuore)
Non vanno scritte queste frecciatine, ecco, perché ieri abbiamo perso meritatamente, gli interisti hanno tutto il diritto di esultare quanto credono e tu stai solo rosicando.
Per ragioni analoghe non vanno stigmatizzate le vigorose lamentele di 4 giocatori interisti impazziti a ogni chiamata, chi voleva un rigore per un braccio incollato al fianco, chi l’espulsione di Lichtsteiner per un falletto da ridere, il comico “sapete solo rubare” del pubblico anche in una partita vinta meritatamente e senza alcun episodio di cui lamentarsi. Non vanno scritte perché saprebbe di rosicata, e in effetti lo sarebbe, e perché ieri in quelle insopportabili proteste c’era anche la voglia di vincere, che era superiore alla nostra.
Si deve resistere al desiderio di prendersela con i propri amici e tifosi, quelli che “il campionato è già vinto” e invece ovviamente non è vinto per niente, e più dai qualcosa per scontato ad agosto e meno possibilità ci sono che tu lo abbia ottenuto a maggio. Lo abbiamo sempre detto fieramente ai nostri avversari, non era solo un modo di dire. Quelli che “basta con questi scudetti, voglio la Champions”, come se poi la Champions si potesse davvero programmare di vincerla (nel qual caso sarei d’accordo anche io, sia chiaro) e verrebbe voglia di capire se da ieri si stanno divertendo – visto che il campionato non interessa – e quanto si divertiranno a fine anno, se davvero avremo detto basta agli scudetti, a vedere festeggiare gli altri al posto nostro. Quelli che “tacete, il mercato è stato perfetto” e non si può dire neanche sommessamente che un altro centrocampista di qualità probabilmente sarebbe servito, e infatti Witsel era in sede, sennò si passa per disfattisti cosmici, e – di gran lunga i peggiori e più rumorosi – quelli che “basta difendere” la dirigenza, l’allenatore, e non so che altro, e non si rendono neanche conto di quanto facciano ridere, dopo mesi senza sconfitte, il palmares ricordato sopra (ma magari è utile riportarlo qui: 5 scudetti di fila, quando nella mia vita ne avevo vinti al massimo 2 consecutivi) e un mercato in cui hai perso Caceres, Pogba, Zaza e Morata per prendere Benatia, Pjanic, Dani Alves, Pjaca e Higuain. La difendiamo eccome, questa dirigenza. E lo difendiamo eccome, questo allenatore che ha preso la Juve a luglio 2014, e già lo contestavate, l’anno scorso ha perso le prima, e andava necessariamente esonerato, ma poi vi ritrovate con due scudetti (e due coppe Italia, oltre alla finale di Berlino) da sventolare felici in faccia ai vostri amici rivali.
C’è la tentazione, ma non va fatto, perché non c’è niente di peggio di chi alle prime sconfitte (ma non è simpatico neanche dopo le vittorie) comincia a rinfacciare comportamenti ai compagni di tifo, rivendicando chissà quale lucidità e saggezza rispetto agli altri, ovviamente riconosciuta solo da se stesso.
Ci sarebbe la voglia di chiedere ai tanti media che faccia ci voglia per passare con disinvoltura dalla superficiale certezza matematica che la Juve vincerà con venti punti di distacco, campionato già scritto, non ci sono rivali, alle analisi drammatiche post partita di ieri, il centrocampo peggiorato, il caso Higuain, Allegri e i problemi nel gestire una rosa vasta, eccetera eccetera. Ma non varrebbe proprio la pena, tanto li conosci già.
Non va fatto tutto questo, lo so. Eppure non vi viene da scrivere altro.
Il Maestro Massimo Zampini