Nessuno è nella testa di Cristiano Ronaldo, ma iniziano a vincere un po’ qua e un po’ là le sensazioni a quel che si legge e ascolta. Ha fatto certamente da leva l’atto pubblico della sostituzione contro il Milan. Il detto, il gesto, lo sguardo e il non detto. La pausa nazionali. Il fatto in sé quindi, ma soprattutto il contorno. Ovvero quindi il brainstorming. La notiziabilità. Il protagonista. Infine la Juve che vince lo stesso. A Bergamo, dopo una certa dose di pene e imbarazzi, che una buona parte del tifo bianconero – senza essere studiosi, opinionisti o necessariamente intenditori – aveva messo anche in preventivo. Poi la luce. Un rimpallo, un graffio, la parola fine. La Juve di Mister Sempre. Ma, appunto, nessuno è nella testa di Ronaldo. La Juve viaggia di suo, fissa nuovi record stagionali, non piace sempre neanche a Sarri, non convince tutti in squadra e fuori, ma riesce appunto a tenersi esattamente sul punto di equilibrio che il calcio, le sue aspettative e i suoi pronostici le richiedono. Resta però che questa è la seconda Juve di Cristiano Ronaldo. E solo eventi a oggi impronosticabili possono rendere secondario questo aspetto a fronte di chi la vive, la pensa, la giudica.
Chi scrive non ha particolari sensazioni se non che – anche proiettandosi fuori dagli incidenti diplomatici – la questione di feeling tra l’allenatore e CR7 non sia così semplice da indagare. E non così difficile da coprire. Ma è altrettanto vero che chi scrive aveva ricevuto in tempi non sospetti (ovvero alle porte della stagione in corso) un input vicino al campionissimo portoghese: Cristiano ha tutto chiaro, Cristiano non è il tipo che improvvisa, Cristiano ha già fissato i suoi prossimi quattro obiettivi. Ultimo tra i quali è il mondiale in Qatar, competizione che vuole arrivare ad affrontare al massimo della competitività, ovvero ancora da mattatore iperattivo nel calcio che conta. In breve: Cristiano aveva indicato come priorità il quadriennale in uscita da Madrid proprio come approdo mirato alla stagione 2021/2022. Ovvero ultimo anno del contratto in essere con Juventus. Insomma, Cristiano Ronaldo non ha mai pensato: “Vado alla Juve e vediamo come mi troverò”.
Certo, possono occorrere eventi. Per esempio che il Portogallo non si qualifichi per Qatar 2022. Oppure che qualcosa vada in direzione esattamente contraria al piano di Cristiano Ronaldo. Un grave infortunio. Estremizzando, perfino un ambientamento e un’immersione nel mondo Juve drasticamente diversi dal percorso mentale che si era costruito. Al momento, quando siamo a novembre di una stagione tutta ancora da vivere, resta centrale il campo prima che le sensazioni. Ecco perché il piano di Cristiano Ronaldo resta uno. E se dovesse cambiare, è perché sarà un competitor della Juve in Europa. Quel piano prevede il tutto e per tutto per la Champions League 2020. Tutto davvero, tutto se stesso. Nella Juve. E poi ancora quella dopo. A patto che la Juve gli sia entrata dentro. Perché Cristiano sarà anche un uomo capriccioso, un egocentrico, un esaltato che si esalta esaltando. Ma è anche un ostinato, un fedele, uno che chiede in cambio la stessa merce. Diamogliela. Regaliamogliela. Facciamogliela sentire. Mentre gli advisor gli preparano il terreno americano – a quanto si dice – per la bellavita del dopovita.
Luca Momblano.