Accontentarlo o evitare di affezionarsi troppo?
Il testo che vi proponiamo è tratto dalla chat “semiseria” che alcuni di noi condividono su Whatsapp. Dopo che alcune testate, nel pomeriggio del primo giorno dell’anno, hanno diffuso la notizia di una certa distanza ancora non colmata tra la Juventus e Dybala nell’ambito delle trattative per il rinnovo contrattuale, si è scatenato un dibattito “di pancia” su quanto sia centrale la figura della Joya nelle strategie future del club bianconero. Ve la riportiamo così com’è, senza argomentare oltre, per presentare i diversi punti di vista emersi ed eventualmente approfondire il dialogo sul tema in sede di commenti.
Michele Fusco: Problemi rinnovo x Dybala, vuole stesso ingaggio di Higuain da subito e non a salire
Claudio Pellecchia: Bene, buon anno. Fonte, Michele???? Ciò detto se vuoi tenerlo lo paghi secondo i parametri del mercato attuale. Quindi tanto, ma appunto SE vuoi tenerlo…
Michele Fusco: http://www.gazzetta.it/Calciomercato/01-01-2017/dybala-rinnovo-slitta-ancora-juve-mura-barcellona-180244091865.shtml
Triglione: Fa bene. Lui e Bonucci sono i due fuoriclasse…
Claudio Pellecchia: Il problema è capire se la Juventus è pronta per questa prova, Dybala è tra i più promettenti al mondo. Vale ogni centesimo di quel che chiede.
Toccoditacco: Concordo
Triglione: Il problema è dare a Higuain più che a Napoli
Claudio Pellecchia: Traccheggiare bonipertianamente vuol dire darlo al Barca o al Real di turno. Credo sapessero a cosa andavano incontro, pagando quella cifra Higuain
Toccoditacco: Sarebbe bene anche mettergli attorno qualche altro fuoriclasse per convincerlo a rimanere a lungo.
Giuseppe Gariffo: Diano a Dybala quello che vuole e non rompano le scatole (sì, lo so che sono inaffidabile sul tema).
Dario Pergolizzi: In fin dei conti è solo questione di tempo dai. L’importante, quando sarà, è come lo rimpiazzi, e non parlo di ruolo
Claudio Pellecchia: Credo Pjaca sia stato preso per quello.
Giuseppe Gariffo: Dybala non è rimpiazzabile
Mattia Demitri: Meglio non ripetere l’errore Pogba con dybala
Dario Pergolizzi: Cioè convincersi che possa restare. LOL
Giuseppe Gariffo: Io se non resta li stalkero fino a farmi internare. Siamo tra le prime 6 d’Europa, non possiamo vendere un giocatore così. Poche storie. Pogba era di Raiola ed è un centrocampista. Dybala è altra roba.
Sandro Scarpa: Pogba da 19 a 23, Dybala da 23 a 27, speriamo 28
Claudio Pellecchia: Dybala è la cosa più vicina a messi che ci sia. Non facciamo stupidaggini, vi prego
Dario Pergolizzi: Infatti andrà a Barcellona quando Leo tornerà a Rosario…
Giuseppe Gariffo: Potrebbe già starmi bene, averlo fino a 28 anni, Sandro. Però io costruirei su di lui tutto un piano marketing per tenerlo tutta la carriera. Sennò rassegniamoci a rimanere subalterni alle spagnole per i prossimi 10 anni
Sandro Scarpa: Tenere 5 anni Dybala sarebbe tanto. Se poi tra 3 anni il Barca gli offre il post-Messi a 20milioni annui l’anno che puoi fare?
Dario Pergolizzi: 5 anni ala Juve sarebbe già un miracolo. Significa altri 3…
Sandro Scarpa: Appunto. Il massimo possibile, per me. Il punto è aggiungere UN solo fenomeno l’anno. L’anno scorso ne sono arrivati due: Sandro e Dybala, quest’anno Higuain, anche se 30enne, l’anno prossimo spero un altro e così via. È anche con i Rincon e i Pepe a parametro che conservi i soldi per UN colpo fenomenale l’anno.
Giuseppe Gariffo: Ma perché, ragazzi?? Tre anni fa vi sembrava possibile prendere uno di 90 milioni??? Non esiste progetto vincente che non passi da Dybala. Mi trasformo nel peggior anti-societario
Sandro Scarpa: Un progetto quinquennale non mi pare poco
Giuseppe Gariffo: Bisogna pensare di poter allevare i giovani che diventano Top con la maglia bianconera e tenerli fino al crepuscolo. Il Barca quando esplose Messi non era il top-club di adesso. Si è poi costruito attorno a lui.
Sandro Scarpa: Tra due anni magari Messi e Cristiano Ronaldo saranno vecchi e nel migliore dei mondi possibili Dybala potrebbe vincere un Pallone d’oro da noi, e poi andare.
Giuseppe Gariffo: A me interessa che ci aiuti ad alzare quella Coppa. E magari non una sola volta. Se vogliamo ambire a essere quel tipo di club, che ogni anno si gioca la Champions fino alla fine, non possiamo neanche discutere di perdere Dybala, altrimenti siamo destinati al limbo europeo per sempre. Pogba, ripeto, era naturale perderlo. È cosa ben diversa.
Dario Pergolizzi: Non vedo questa gran differenza. Anche Pogba è un top nel ruolo e possibile icona nazionale negli anni a venire.
Giuseppe Gariffo: No Dario. Pogba è un centrocampista, cambi modo di giocare e lo sostituisci. Dybala è il futuro n.1 al mondo in attacco, uno di quelli che ti fanno vincere e fanno innamorare la gente di questo gioco. Pogba era controllato (anche come cartellino) da un Agente che ambisce a spostare i suoi calciatori ogni due anni. Dybala può e deve essere il simbolo di una Juve che vuole far parte dell’Olimpo del calcio europeo. Altrimenti non è credibile tutto il progetto. Poi ripeto, su questo tema tendo al bimbominkia, e lo so. Ma io ci credo davvero.
Claudio Pellecchia: Concordo, è un discorso meno bimbominkia di quel che pensi, Giuseppe. Dybala non è rimpiazzabile.
Dario Pergolizzi: Ma Pogba non era “un centrocampista” così come Dybala non è “un attaccante”e nemmeno pogba era rimpiazzabile. Difatti i 90 li hanno messi altrove .
Giuseppe Gariffo: Pogba era sostituibile, Dybala no. Il concetto è questo, al netto di tutte le sottilizzazioni tattiche su cui non sono pronto, questa è la mia opinione.
Massimiliano Mingioni: Ma i costi sono già al limite del sostenibile, salterebbe il banco.
Giuseppe Gariffo: Questo è il concetto che contesto. Non pensare a una crescita che possa renderlo sostenibile, e questa crescita passerebbe dal “Dybala a vita” generando un circolo virtuoso. Il Barca di 11 anni fa, in teoria, non poteva premettersi Messi (il migliore del mondo, forse di sempre) a vita. Ma tenendo Messi a vita (e facendo altre cose) è diventato il Barca di oggi.
Dario Pergolizzi: Non puoi prendere esempio dal Barcellona sul rinnovo di un giocatore, devi farlo casomai sul sistema di sviluppo giovanile (che è stata la loro vera marcia in più). Dybala ha un costo enorme a bilancio già adesso. Non è che basta rinnovarlo a vita e “circondarlo di campioni” per rendere il progetto vincente. Anzi rischi di fare la fine dell’Inter. È strutturale il concetto. Posto poi che le spagnole hanno i loro inciuci bancari, tutte le colonne del Barcellona del decennio sono uscite dalle giovanili a costo zero e si sono potuti permettere ingaggi più alti (e comunque molto più bassi di quelli medi odierni). Normale che poi potevano iniettare gli Ibrahimovic o i Sanchez fino ad arrivare progressivamente ai Neymar (pagato in modo poco chiaro) e Suarez. Il nostro percorso può essere analogo solo a quello del Bayern. Compra forte in casa, vendi anche i pezzi pregiati, garantisci ricambio costante e ogni tanto ti concedi qualche follia ragionata alla Renato Sánches
Giuseppe Gariffo: Scusa ma, a parte Toni Kroos, al Bayern chi hanno venduto negli ultimi 5 anni (di gente al top)? Non mi sovviene. Comunque Dybala a bilancio oggi costa 13, se non erro, 20 meno di Higuain
Dario Pergolizzi: Al Bayern hanno venduto Scwheini quando ancora era colonna portante, sono andati molto vicini dal vendere Müller a una grossa cifra (che lo United ha poi indirizzato su Martial) e lo stesso ha mostrato un calo di rendimento nelle ultime due stagioni, preso due scommesse per rimpiazzare i malanni di ribery e robben a nemmeno 50 milioni. Chiaro che l’esempio più eclatante è Kroos in quanto top assoluto nel ruolo, ma la gestione è quanto di più simile alla nostra ci sia, inutile fantasticare sulle spagnole. Dybala per ora persa 13 milioni annui? Raddoppiagli l’ingaggio… Comunque abbiamo diversi pesi di cui liberarci sicuramente, ma da qualche parte devi tagliare. Per esempio non potresti permetterti Mandzukić o un Khedira sottotono per 6 mesi
Massimiliano Mingioni: Passare da 3 a 5,5 dopo un anno per quanto buono, e con la mediocre prima parte di nuova stagione, mi pare più che adeguato
Claudio Pellecchia: Massimiliano, hai ragione in un mondo normale, ma nel mondo del calcio di oggi funziona così, e bisogna adeguarsi.
Giacomo Scutiero: Dybala è come Neymar, ragazzi
Massimiliano Mingioni: Pazienza, vada. Magari prima faccia due partite buone in Champions, se gli riesce. Se ne cercherà un altro…
Claudio Pellecchia: Dubito esista un altro di quel livello a 22 anni
Massimiliano Mingioni: Pace, a meno che Exor non decida di cambiare passo (ma in Italia? In questo momento storico? Mah)
Giuseppe Gariffo: Lo ha già fatto. Quanta potenza di fuoco spende su questa rosa rispetto a quella di tre anni fa? Molta di più…
Massimiliano Mingioni: A maggior ragione
Sandro Scarpa: Ok, ma per quanto io adori e creda in Dybala c’è comunque da dire che Messi era ed è Messi e Dybala è solo Dybala. Messi NON è rimpiazzabile, Dybala ad oggi è rimpiazzabile da almeno 8-10 giocatori (Hazard, Reus etc). Ad oggi Dybala è anche nettamente meno di Neymar, per quanto io adori Dybala e odi Neymar.
Claudio Pellecchia: 8-10 giocatori che noi non possiamo prendere
Scarpa Sandro: Claudio, se in estate 2018 viene il Barca o Real e ti dà 120 milioni per Dybala, che magari nel frattempo prende 7,5, con quei 120 più i 7,5 annui risparmiati Reus lo compri. Anzi, ti resta parecchia roba.
Triglione: A Del Piero mi sembra a 23 anni fu fatto un contrattone da Top mondiale..
Sandro Scarpa: Poi certo anche io darei un braccio x tenere Dybala a vita e farne il simbolo, il 10, anche io credo e spero diventi il migliore al mondo.. però tocca anche essere razionali.. Del Piero? Altri tempi, tempi in cui la A dava ingaggi più alti al mondo. Non c’era la Premier, non c’erano sceicchi e Real/Barca/Bayern fatturavano meno di noi e Milan
Claudio Pellecchia: 10 miliardi, fu trattativa estenuante con Pasqualin
Sandro Scarpa: 10 miliardi era il top al mondo. Non 7 milioni a Dybala contro 25 a Neymar, Messi e Cristiano Ronaldo (per tacere dei 15 in Premier, dei 10 al PSG/Bayern o dei 30 in Cina..). Il punto è che noi stiamo crescendo in modo impetuoso, ma le altre crescono in modo spaventoso
Massimiliano Mingioni: Appunto, oltretutto sforzo inutile, fra un anno se sfonda vengono a dargliene 15 e va via comunque…
Sandro Scarpa: Noi siamo passati da 10 miliardi nel 98 a 5 milioni nel 2015 e 7 nel 2016. Le altre da 10 miliardi nel 98 a 20 milioni nel 2016, abbiamo perso 10 anni secchi: 5 per calciopoli e 5 per l’immobilismo della serie A.
Giuseppe Gariffo: Sandro, dicevi che bisogna essere razionali: appunto perché sono razionale pensare a un futuro in cui lo cediamo al Real o al Barca mi pare folle.
Sandro Scarpa: È impossibile trattenerlo. Impossibile. Puoi renderlo l’uomo Juve, l’uomo marketing, l’uomo bandiera, tutto e di più. Puoi assurdamente arrivare a dargli 8-9-10 milioni l’anno. Ma se Real o Barca gliene danno 15 lui va. Punto. È come se fossimo tifosi napoletani che sperano che Higuain diventi una bandiera e rifiuti la Juve, o che Gotze, Hummels e Lewandovski rifiutino il Bayern.
«Rincon ottima opportunità. Soddisfatti della nostra rosa»
A margine della presentazione di Tomas Rincon, ha parlato ai giornalisti l’Amministratore Delegato bianconero, Giuseppe Marotta, affrontando svariati temi: dall’arrivo del venezuelano, alle voci di mercato, fino agli obiettivi per l’anno che verrà.
Sull’approdo alla Juventus del “General”, l’ad bianconero non può che ritenersi soddisfatto: «Si è presentata questa opportunità, di un profilo di giocatore che cercavamo, e l’abbiamo colta, decidendo in fretta e definendo velocemente.. Conoscevamo anche le qualità umane, che in questo caso sono sicuramente molto utili».
Il proseguio del calciomercato e l’uomo in più: Claudio Marchisio.
«In questo momento siamo contenti della rosa a disposizione di Allegri, considerando i vari reparti. Ci tengo a sottolineare come da ottobre abbiamo un giocatore “in più”, Claudio Marchisio, che nella campagna estiva rappresentava un’incognita, in quanto reduce da un infortunio preoccupante, e che oggi invece ha superato il test, rientrando a pieno titolo nel reparto di centrocampo. Rispetto a ottobre abbiamo, dunque, due giocatori in più che rispondono a quelle che potevano essere eventuali lacune. In questo momento siamo a posto, e siamo soddisfatti così: dobbiamo considerare sia il numero di giocatori tesserabili, sia il fatto che ora riteniamo i reparti funzionali alle esigenze dell’allenatore, che ha a disposizione giocatori con caratteristiche differenti, da utilizzare in modo differente, con vari moduli tattici».
Sul rinnovo di Paulo Dybala.
«Sono circolate voci, ma con Dybala e con l’entourage che lo rappresenta abbiamo un ottimo rapporto. Quando è arrivato, ha firmato un contratto di cinque anni, quindi siamo nella fase del rinnovo, un rinnovo che nasce da un’attività spontanea da parte dalla società nel riconoscere quanto fatto dal giocatore. E’ giusto adeguarlo dal punto di vista economico, non c’è assolutamente nessun problema di rapporti tesi tra la società e Dybala, anzi… Credo sia motivo d’orgoglio, come lui stesso ha ribadito, vestire questa maglia, tra le più prestigiose al mondo».
Su Roberto Gagliardini.
«Non abbiamo mai trattato Gagliardini, in quanto si tratta di un profilo non funzionale alla nostra politica, pur essendo un ottimo giocatore. A centrocampo abbiamo, dal punto di vista anagrafico, giocatori importanti come Sturaro, Mandragora e Lemina che sono praticamente coetanei, quindi, pur sottolineando il fatto che si tratti di un giocatore di levatura sicura, non l’abbiamo mai trattato».
Sulle voci di stampa su Alvaro Morata.
«Sappiamo che Morata è legato sentimentalmente all’Italia, questo è un dato di fatto. Poi è sicuramente legato anche alla Juventus, perché qui si è trovato molto bene: ha contatti frequenti coi suoi ex compagni, ma questo non significa nulla. E’ un giocatore del Real Madrid quindi è giusto e rispettoso che non vada oltre».
La Juve ha ripreso la preparazione il 1 gennaio, iniziando l’anno con Marotta subito in campo accanto ai giocatori.
«Questa è la Juve: qui bisogna lavorare anche nei giorni di festa. Abbiamo la visione davanti dei titoli da conquistare in questa stagione, sappiamo – al giro di boa – di essere attori protagonisti in tutte le competizioni ed era quello che volevamo avere in questo momento, ma non è ancora sufficiente per proclamare vittoria. Dobbiamo sempre applicarci, come abbiamo fatto in questi primi sei mesi della stagione e come abbiamo sempre fatto nel corso di questo ciclo vincente. Siamo statisticamente la squadra che ha fatto più punti nel 2016, quindi dobbiamo dare atto del grande lavoro svolto dalla società, dall’allenatore e dai giocatori. Approcciamo al 2017 nello stesso modo in cui abbiamo intrapreso le altre annate, sapendo di essere la squadra da battere, e sapendo di dover fare fatica anche quando giochiamo contro squadre sulla carta apparentemente battibili. Questa è una caratteristica che tutti i componenti della Juventus devono necessariamente conoscere».
Sullo “sfogo” di mister Allegri dopo la finale di Supercoppa.
È normale: quando un allenatore perde, e in cuor suo non immaginava di perdere, ci possono essere questi sfoghi post-partita. In quel caso, si sono manifestati sul terreno di gioco perché c’era la premiazione, ma io in trent’anni di attività ne ho visti tanti di allenatori arrabbiati a fine partita, anche qua alla Juventus. Tutto sommato si tratta di una cosa normale, quando perdi un trofeo ai calci di rigore. Lo catalogherei come uno “sfogo adrenalinico”.