IL SETTIMO SIGILLO

La Juve pareggia a reti bianche contro la Roma e conquista il punto che vale lo scudetto. Il settimo consecutivo. Lo scudetto del mito

21 maggio 2017: si concludeva così la celebrazione del sesto scudetto consecutivo, pubblicata proprio qui, su Juventus.com. A chi non conosce la Juve, sarebbe potuta sembrare quasi una sbruffonata, dettata dall’esaltazione del momento. Chi invece sa come funziona questo club, chi sa di che cos’è fatta questa squadra, avrà iniziato a contare i giorni. Perché la Juve aveva già scritto la Storia, era appena diventata Leggenda, ma si stava già trasformando in Mito.

La consacrazione definitiva è arrivata questa sera, all’Olimpico, nuovamente teatro della festa bianconera pochi giorni dopo la conquista della Coppa Italia. Alla Juve bastava un punto per suggellare il trionfo ed è andata a prenderselo a casa della Roma, già qualificata matematicamente in Champions, ma non per questo appagata.

ANDAMENTO LENTO

I giallorossi provano a fare i guastafeste, ma la squadra di Allegri respinge i (pochi) tentativi al mittente, rischiando poco o nulla, anche se all’inizio patisce anche il pressing avversario: la rapidità di Pellegrini libera in area Dzeko, che è troppo macchinoso nel controllo e poco preciso nel tiro, quindi è Nainggolan a rubare palla a Pjanic e a involarsi verso l’area, per poi concludere a lato. I bianconeri sono invece pericolosi quando riescono a verticalizzare rapidamente e per due volte, prima Higuain, poi Alex Sandro, riescono a mettere in movimento Dybala, fermato in una caso dall’uscita di Allisson, nell’altro da una mira sbagliata. I ritmi sono comunque piuttosto bassi e si vive solo di poche fiammate, come il tentativo dal limite di Bernardeschi deviato in angolo, o la punizione di Kolarov che colpisce l’esterno della rete nel finale di tempo.

DOPPIO GIALLO A NAINGGOLAN

La Juve inizia la ripresa con un piglio diverso e va anche in gol dopo due minuti con Dybala, che devia al volo l’assist di Alex Sandro, ma la posizione è irregolare e Tagliavento annulla. La gara adesso è più vivace e Szczesny ha il suo da fare per anticipare Dzeko, lanciato a rete da De Rossi, quindi è Kolarov a cercare la sventola dalla distanza e a trovare l’opposizione di Pjanic. La partita svolta al 23′, quando Nainggolan, che si era già fatto ammonire pochi minuti prima per un intervento duro su Dybala, concede il bis e viene espulso. La Juve con l’uomo in più prende il pieno possesso delle operazioni e può comandare a proprio piacimento i tempi della gara, che si trasforma  in un infinito palleggio del bianconeri, con la Roma chiusa nella propria tre quarti. Più che al campo ora si guarda al cronometro e al fischietto di Tagliavento. E quando sancisce la fine dell’incontro è il trionfo. È il settimo sigillo. È lo scudetto del Mito.

ROMA-JUVENTUS 0-0

ROMA
Allisson; Florenzi, Fazio, Juan Jesus, Kolarov; Lo. Pellegrini (27′ st Gonalons), De Rossi (37′ st Strootman), Nainggolan; Under (36′ st Schick), Dzeko, El Shaarawy
A disposizione: Skorupski, Lobont, J. Silva, Manolas, Capradossi, Strootman, Lu. Pellegrini, Perotti, Gerson
Allenatore: Di Francesco

JUVENTUS
Szczesny; De Sciglio, Barzagli Rugani, Alex Sandro; Matuidi, Pjanic; Bernardeschi (22′ Douglas Costa), Dybala, Mandzukic (36′ st Bentancur); Higuain
A disposizione: Buffon, Pinsoglio, Lichtsteiner, Benatia, Chiellini, Howedes, Asamoah, Marchisio, Sturaro, Bentancur
Allenatore: Allegri

ARBITRO: Tagliavento
ASSISTENTI: Passeri, Costanzo
QUARTO UFFICIALE: Rocchi
VAR: Giacomelli, Valeriani

AMMONITI: 32′ pt Pjanic, 43′ pt Alex Sandro, 18′ e 23′ st Nainggolan
ESPULSI: 23′ st Nainggolan

Roma-Juve 0-0: il cielo è bianconero sopra l’Olimpico

Grazie ragazzi! Non si può non partire da qui: la Juve pareggia in casa della Roma, mancava quel punticino per non lasciare nessun alibi a chiacchieroni vari, e punticino è stato. Non serviva la prestazione dell’altro mondo, non stasera, e a questo punto chi se ne frega delle prestazioni quando per il settimo anno di fila ci ritroviamo a questo punto della stagione con lo scudetto in tasca? Come sempre ci sarà modo di fare analisi di qualunque tipo, la società sarà chiamata a scelte importanti nelle prossime settimane, ma quattro giorni la Coppa Italia, oggi il trentaseiesimo scudetto, ci sta poc’altro da aggiungere.

E’ stata serata di gestione, Allegri ha lasciato fuori il migliore del momento per farlo entrare come passerella finale più che per altro, qualche leggerezza poteva complicare la serata, poi ci ha pensato il genio di Nainggolan a far partire i titoli di coda su quel minimo di indecisione che ci poteva stare in una serata del genere. La Juve stasera non ha mai tirato in porta, un gol annullato a Dybala, ma anche Szczesny finisce con i guanti immacolati: si ribadisce, stasera della prestazione non importa niente a nessuno, di questi argomenti ricominceremo a parlare fra qualche mese. Adesso è tempo di festeggiare, godere, vedere gli altri imprecare ed inventare: grazie anche a loro perché quando finiva la benzina di prima mano, sono arrivati questo tipo di rifornimenti che probabilmente sono stati anche decisivi nella fase caldissima della volata finale.

Cosa sarà la Juve fra due mesi, chi sarà la Juve ai nastri di partenza della prossima stagione, non è ancora dato sapersi, e ci mancherebbe altro. Adesso tutti in piedi, leggete, sorridete ed applaudite: Buffon, Szczesny, Alex Sandro, Benatia, Rugani, Asamoah, Howedes, De Sciglio, Chiellini, Lichtsteiner, Barzagli, Pjanic, Matuidi, Khedira, Bentancur, Marchisio, Sturaro, Dybala, Higuain, Douglas Costa, Bernardeschi, Cuadrado, Mandzukic. Ed ovviamente Massimiliano Allegri!

Fabio Giambò.

I migliori (7) anni della nostra vita

 

Penso che ogni giorno sia come una pesca miracolosa…

Pesca miracolosa di perle: come il Livorno che si scansa senza Paulinho e la Samp con Schick, come Galliani che va in giro con la foto dei gol di Muntari e Robinho, Sarri che si lamenta del pallone invernale e la Roma delle congiunzioni astrali, e i labiali di Tagliavento, le testate di Bonucci a Rizzoli, Pepe che annulla i gol, la fake della FIFA che risponde ai neo-borbonici.

 

e che è bello pescare sospesi su di una soffice nuvola rosa…

Su una nuvola, come la Juve che continua a lavorare e vincere mentre altri parlano di mafia, sviolinano, vogliono il VAR, poi non va bene manco quello; mentre gli altri protestano per i centimetri di Llorente e glissano su quelli di Mertens a Bergamo, ironizzano sullo stesso Mertens a Crotone e ululano per Bernardeschi a Cagliari, mentre Cellino e Pulvirenti parlano di scandalo e poi vanno al gabbio, mentre altri spostano gli equilibri e poi prendono 4 pere, mentre l’Inter è #DaScudetto e poi scivola a 30-40 punti, col #ContestoSocial ed il #ToccoLeggero

Io come un gentiluomo, e tu come una sposa
Mentre fuori dalla finestra, si alza in volo soltanto la polvere. C’è aria di tempesta!

Polvere e tempesta. Come il campionato che prima è sempre bellissimo e poi è sempre falsato ad ogni, come i 3 scudetti da assegnare anche a Roma e Napoli, come lo scudetto morale per gli 8 punti rubati, come “Juve non così“, come i veleni, come scansopoli, come la sudditanza, poi malafede, come i video che spuntano da Inter Channel, come Massa e Orsato minacciati, Chiellini e Pjanic impuniti.

Sarà che noi due siamo di un altro lontanissimo pianeta.

Altro pianeta. #FinoAlConfine ma arriviamo 2 volte in finale di CL e perdiamo all’ultimo respiro da Bayern e Real mentre gli altri perdono da Dnipro, Villareal, Shakhtar, Feyenoord e Lipsia. Come quelli che esultano per Ronaldo o Messi e poi prendono schiaffi dal Beer Sheva, come quello che è il vero “Mr. Europa” e poi perde 7 delle ultime 10 gare Europee e quelli che “L’Europa siamo noi” e poi prendono 7 pere dal Bayern e 6 dal Barcellona.

Ma il mondo da qui sembra soltanto una botola segreta.

Una botola in cui Galliani inciucia con Infront che inciucia con De Laurentiis, Preziosi e Lotito, che inciuciano con Tavecchio, in cui 15 squadre sono controllate da Infront che poi si scopre tramava con Galliani per dare una lezione ad Agnelli, in cui tutti cianciano di competitività e nessuno investe, nessuno ha uno stadio nuovo, nessuno affronta l’Europa in modo serio, in cui la Juve viene accolta a pietrate ad ogni trasferta, ma poi è lo Stadium da chiudere per qualche coro razzista e se i bimbi urlano “merda!”. Una botola segreta, come il tunnel sotto alla Stadium per Conte squalificato per colpa di un pentito bugiardo.

Tutti vogliono tutto per poi accorgersi che è niente.

Tutti vogliono lo Scudetto ad Agosto, vogliono la Juve settima con Allegri (“si sono scavati la fossa col fesso“), vogliono il ritorno delle milanesi o lo Scudetto al Sud, vogliono la fine della Juve, e poi vincono lo scudetto dell’onestà, del fatturato, del pubblico, dell’urlo, per poi esultare come ossessi quando vincono quella strana amichevole tra la Juve campione d’italia e vincitrice della Coppa Italia che incontra la perdente della Coppa. Poi c’è chi festeggia lo Scudetto nelle fontane, sfotte la Juve per le finali Champions, per poi accorgersi che ha perso lo Scudetto in albergo.

Noi non faremo come l’altra gente,

No, non dovremmo farlo, piangere e lamentarsi, mai, nemmeno per un istante, non accusare in modo violento un arbitro o un designatore, anche nelle sere più cupe, anche dopo le sconfitte più brucianti.

questi sono e resteranno per sempre…
I migliori anni della nostra vita
I migliori anni della nostra vita

Come lo Scudetto numero 30, immacolato e perfetto, dall’inaugurazione dello Stadium e quella notte magica con Agnelli che ci dà la “nostra casa per la nostra gente“, da quel primo gol di Lichtsteiner fino all’esultanza incredula e matta di Conte e i suoi, da quei gol di Marchisio al Milan, dalla rimonta dal 3-1 al 3-3 a Napoli fino al gol del 3-2 di Bonucci alla Roma, da quella sconfitta per 4-2 a Firenze fino ai 102 punti, e ancora dal quel 15° posto fino al gol di Zaza, dai due rigori sbagliati di Paulo fino alla sua gemma al 93° contro la Lazio, dal gol di Koulibaly al 90°, fino alla gara pazza contro la pazza Inter.

Stringimi forte che nessuna notte è infinita
I migliori anni della nostra vita

La lunga notte della Serie B, dell’esordio a Rimini, delle umiliazioni della neve col Leche e del Fulham, delle sconfitte brucianti e del 3-3 col Siena, la notte dei Miccoli e degli Izco con Palermo e Catania che violano il nostro stadio, la notte dei ko e di una storia infangata, delle tante bugie e delle accuse immonde rovesciate addosso, la notte delle esultanze altrui e dei settimi posti. Ci siamo stretti forti e siamo arrivati dove siamo ora.

Penso che è stupendo restare al buio abbracciati e muti,
come pugili dopo un incontro, come gli ultimi sopravvissuti.

E anche in questi anni anche quelle delusioni Europee. Le due finali, le due imprese sfiorate all’Allianz Arena e al Bernabeu. Ed è stato comunque stupendo esserci arrivati, a Berlino e Cardiff, dopo percorsi emozionanti e straordinari. Perdere dopo aver accarezzato un sogno, nel buio di serate in cui quella Coppa è ancora solo sfiorata, abbracciati nell’orgoglio comunque, muti per l’ennesima delusione che la nostra storia ci consegna. Ma comunque sopravvissuti e pronti a riprovarci. Perché non c’è modo migliore di provare a vincere che arrivare fino in fondo, fino alla finale e provare a farlo.

Forse un giorno scopriremo che non ci siamo mai perduti…
E che tutta quella tristezza in realtà, non è mai esistita!

E così come la B, gli scudetti revocati, i settimi posti, le umiliazioni e la JuveSimpatia non ci hanno fatto perdere ma hanno reso più bello ed accecante il ritorno alla vittoria e più godurioso il ritorno al dominio e alla fame inesausta di tirannia sportiva, quando riusciremo finalmente ad alzarla, quella Coppa, scopriremo che queste finali perse, non sono mai esistite, tutta la tristezza e questo dolore, ci sarà stato utile solo ad essere più forti e a godere ed apprezzare di più le vittorie.
I migliori anni della nostra vita

Osvaldo che segna a Roma anche quando non vale più, Sturaro che batte il Napoli anche se non conta più, Higuain che segna a raffica al San Paolo zittendo i fischi, Morata e Bernardeschi che segnano a Firenze, l’Inter costantemente umiliata e poi, anche quando se la gioca, perde e impazzisce, i derby vinti al 93°, i siluri di un Pogba onnipotente, Arturo a tutto campo che non molla un cazzo, Morata che con gli occhiali da sole, Llorente che va in cielo, Mandzukic che guerreggia, Pirlo che ci prende sulle spalle come uno zainetto, Tevez che scaraventa frigoriferi in porta e slalomeggia col Parma, Del Piero e quel suo addio sublime, Barzagli che piange di gioia, Vucinic ubriaco dimmi diretta dimmi, Conte che manda baci, Allegri che lancia cappotti, Carrera che vince subito, Alessio schivo, Marotta e Nedved che si abbracciano, Agnelli che fuma e Buffon che alza i pugni al cielo, ancora e ancora.

I migliori anni della nostra vita

Il pareggio in casa del Chelsea campione d’Europa, le prime sfide orgogliose col Super-Real, poi finalmente la vittoria contro Ronaldo e Bale e il fortino che resiste al Bernabeu, le vittoria in casa del ricchissimo City, a Wembley quando tutto sembrava perduto, a Siviglia, a Porto, a Montecarlo, in casa del Borussia sotto il muro giallo, i gol di Morata al Real, la notte in cui Dybala affossò Messi, le altre in cui Dani Alves sembrava Dio e Higuain incornava Glik, Mandzukic che prende a testate Lewandovksi ed il Real.

Stringimi forte che nessuna notte è infinita.

La notte non è infinita.

Questi sono i migliori (7) anni della nostra vita. La notte è passata, ora è solo stellata e bianconera.

Sandro Scarpa.