Se già aveva fatto vedere grandi cose contro Bayern Monaco e Real Madrid, pure contro la Juventus l’Ajax di Ten Hag ha dimostrato di essere squadra vera, con un approccio tattico abbastanza anomalo all’interno del calcio contemporaneo: si tratta infatti di una outisder che comunque gioca da big, che cerca di dominare il palleggio il più possibile e di recuperare palla subito dopo averla persa mantenendo un baricentro altissimo. Insomma, l’esatto contrario delle formazioni di seconda/terza fascia, che solitamente cercano di sopperire alla minore qualità nei confronti dei top club minimizzando i rischi e facendo grossa attenzione difensiva, preferendo attaccare in ripartenza.
Alla Johann Cruyff Arena abbiamo visto quindi una netta supremazia territoriale da parte degli olandesi. Se la prolungata fase di possesso palla era prevedibile, a rivelarsi estremamente efficace stata la qualità della riconquista visto che l’Ajax ha recuperato il pallone molto in avanti, a un’altezza media di quasi di 45 metri. La Juventus ha accettato lunghe fasi di passività, un atteggiamento che ha un po’ ricordato quello della squadra che arrivò in finale a Cardiff. Tuttavia, oltre a soffrire la pressione olandese, c’è stato forse il demerito di non aver sfruttato a pieno il mismatch fisico. I lancieri hanno sistematicamente prevalso sulle seconde palle: pure quando la Juve aggrediva bene in avanti e l’Ajax era costretto a rifugiarsi nel rinvio di Onana, sul lancio lungo del portiere erano comunque i padroni di casa a vincere.
Storicamente, la Juventus di Allegri hanno sempre sofferto molto contro gli avversari che pressano la prima costruzione. Quando non si riusciva a risalire col palleggio, c’è sempre stata la scorciatoia del lancio lungo per superare le linee di pressione, soprattutto grazie alle importanti doti fisiche di Mandzukic e alle sue celebri “spizzate”. Il problema è che le precarie condizioni fisiche del croato hanno impedito ai bianconeri di sfruttare queste situazioni, con quindi i vari lanci lunghi da dietro che si sono tradotti in palloni regalati agli avversari.
Il rimpianto peggiore di martedì è stato essenzialmente questo, ossia la gestione del possesso. Poche volte si è riusciti a superare quella (densa) pressione avversaria, pressione che una volta superata faceva venire a galla tutti i limiti dei giocatori olandesi. Se il rischio di farsi trovare lunghi è il prezzo da pagare quando si cerca di difendere in avanti, i grossi limiti nei duelli individuali sono di certo un limite non voluto.
La Juventus lo ha dimostrato: una volta superato il pressing olandese (costituito da una gigantesca densità in zona palla, con tanti uomini in pochi metri), i giocatori dell’Ajax hanno palesato grossi limiti individuali nella difesa in campo aperto. Su 32 dribbling tentati, la Juve ne ha riusciti l’enorme cifra di 27*. Lo stesso gol è nato da un bel break di Bentancur, situazione che i bianconeri avrebbero potuto sfruttare più spesso, col dribbling e la conduzione dell’uruguagio che hanno disordinato la fase di non possesso avversaria. In sintesi, un’eccellente difesa di reparto, soprattutto in avanti, ma – con l’eccezione di un magistrale de Jong – interpreti mediocri nei duelli individuali (se vogliamo fare esempi, l’esatto opposto del Real Madrid di Zidane). In particolare sulle corsie esterne.
Senza dubbio, l’assenza di Can si è rivelata un dramma tattico, visto che l’intuizione di Allegri nello schierarlo difensore di destra aveva risolto diversi grossi problemi che ci si portava dietro da mesi. Prima ancora che le capacità in interdizione, in Olanda sono mancati i break del tedesco, la sua corsa palla al piede in grado di spezzare le linee di pressione rivali. Paradossalmente, pure la mancanza di Chiellini si è avvertita soprattutto per la fase di possesso palla (difensivamente Rugani ha giocato molto bene) e per la sua ottima conduzione, decisamente migliorata rispetto agli ultimi anni.
Insomma, in campo aperto i giocatori offensivi della Juve hanno dimostrato di poter seminare il panico (e speriamo Douglas Costa possa giocare almeno 30′). Si tratta semplicemente di imbeccarli con le modalità giuste. Se il palleggio della Juve oggi si rivela lacunoso contro una squadra che effettua una aggressione ben fatta (e questa, se vogliamo, è un difetto su cui lo staff tecnico ha diverse responsabilità), per avere più sicurezza e “spezzare” le linee avversarie può essere una buona idea affidarsi alla forza e agli strappa palla al piede dei propri uomini: Can dovrebbe recuperare, mentre Bentancur ha già dimostrato di incidere di più in queste partite dinamiche rispetto a quelle più bloccate in cui deve fungere più da metronomo (vedasi Juve-Milan). L’Ajax ha diversi difetti, spetta ai giocatori bianconeri “di gamba” farli venire alla luce.
* Dati SICS.
Jacopo Azzolini