«Siate testimoni di lealtà, onestà, concordia e umanità». È questo l’invito rivolto da Papa Francesco ai giocatori di Juventus e Lazio che questa mattina, insieme ai dirigenti e agli staff tecnici delle due società, agli arbitri della finale di Coppa Italia e alle autorità di CONI, FIGC, Lega Serie A e AIA, sono stati ricevuti in udienza privata nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano.
Dopo il saluto e il ringraziamento del Presidente della FIGC Carlo Tavecchio, il Pontefice ha ricordato ai giocatori la grande responsabilità che ognuno di loro deve avvertire, «considerando il fascino e i riflessi che il calcio professionistico ha sulle persone, specialmente sui giovani».
«Coloro che sono considerati “campioni” diventano facilmente figure di riferimento – ha proseguito – perciò ogni gara è una prova di equilibrio, di padronanza di sé, di osservanza delle regole. Chi, col proprio comportamento, sa dare prova di tutto ciò diventa un esempio per i suoi ammiratori».
«A volte negli stadi si verificano, purtroppo, episodi di violenza, che turbano il sereno svolgimento delle partite e il sano divertimento della gente – ha aggiunto il Papa -.Auspico che, per quanto è in vostro potere, possiate sempre aiutare l’attività sportiva a rimanere tale e, grazie all’impegno personale di tutti, ad essere motivo di coesione tra gli sportivi e nell’intera società».
Per la Juventus, disposta sul lato sinistro della sala, erano presenti oltre alla squadra e allo staff tecnico, il vicepresidente Pavel Nedved, Giuseppe Marotta, Fabio Paratici e Maurizio Lombardo. La La Lazio, seduta sul lato opposto era rappresentata dalla squadra, dal Presidente Claudio Lotito e dal Direttore Sportivo Igli Tare. Al centro della sala erano disposte invece le autorità dello sport italiano: i Presidenti di CONI, FIGC Giovanni Malagò e Carlo Tavecchio, il Direttore Generale della FIGC Michele Uva, il Direttore Generale della Lega Serie A Marco Brunelli e il Presidente dell’AIA Marcello Nicchi.