Tre i gol rifilati all’Udinese, tre le punte schierate da Sarri, tre i punti conquistati: i bianconeri salutano il 2019 dello Stadium con una vittoria convincente
Un tempo è più che sufficiente alla Juve per superare l’Udinese e ritrovare, almeno momentaneamente, la testa della classifica. La doppietta di Ronaldo e la zuccata di Bonucci decidono, già prima del riposo, una gara in cui i bianconeri mostrano di divertirsi parecchio, anche grazie al tridente schierato da Sarri.
IL TRIDENTE COLPISCE SUBITO
Szczesny è fermo per un fastidio alla spalla e così Buffon raggiunge quota 478 presenze in serie A con la Juve, eguagliando il primato di Del Piero. A centrocampo, vista l’assenza di Pjanic, tocca a Bentancur dettare i tempi di gioco, mentre in avanti Sarri sceglie Dybala, Higuain e Ronaldo fin dal primo minuto. Gli effetti sono pressoché immediati: al 9′ la Joya riceve in area un lungo lancio di Bonucci, controlla con il petto e prova a colpire, ma la conclusione, rimpallata da Ekong, si trasforma in un ghiotto assist per Ronaldo. CR7, pur arrivando in piena velocità, trova la coordinazione per colpire al volo e infilare il vantaggio nell’angolino.
HIGUAIN INVENTA, RONALDO RADDOPPIA
Le combinazioni tra gli attaccanti strappano applausi e i tre danno l’impressione di divertirsi parecchio. Dybala arriva al tiro dopo l’assist di Higuain e colpisce l’esterno della rete, poi inventa un gol da antologia, con un pallonetto delizioso da fuori area. Peccato per il controllo con il braccio, che gli costa l’annullamento della rete e il cartellino giallo. L’argentino comunque è ispiratissimo, anche quando arretra il raggio d’azione e agisce da trequartista ed è sempre lui a lanciare un contropiede fulmineo, concluso dall’assist di Ronaldo e dal tiro di Higuain, deviato in angolo da Musso. Il duello tra i due si ripete qualche minuto dopo con esito analogo e allora il Pipita decide di vestire i panni dell’uomo assist. Il suggerimento in profondità per Ronaldo è una poesia e CR7, anche lui in gran spolvero, piazza il raddoppio sul primo palo.
CALA IL TRIS
L’Udinese non si fa mai vedere in avanti, la superiorità dei bianconeri è troppo marcata. Così è la Juve che continua a fare la partita e proprio prima di andare al riposo chiude i conti con Bonucci che sugli sviluppi di un corner, dopo la sponda di Demiral, corregge in rete di testa e manda le squadre negli spogliatoi con tre gol di differenza.
UDINESE PIÙ VIVACE
Con un simile vantaggio è fisiologico che la Juve abbassi il ritmo nella ripresa e in effetti qualcosa in più concede agli avversari, che arrivano al tiro con Mandragora e Lasagna. I tre davanti però continuano a regalare spettacolo e, dopo la discesa di Ronaldo e l’appoggio di Higuain, Dybala scheggia la traversa con un pallonetto dal limite. Gli ospiti adesso sembrano comunque più decisi: Lasagna si presenta a tu per tu con Buffon, che ha un riflesso prodigioso e riesce a respingere, e piazza qualche altra buona accelerazione, costringendo Bonucci a rincorrere per evitare guai. Ci provano anche i nuovi entrati Pussetto e Wallace, poi ancora Lasanga, ma la difesa chiude e Buffon è sempre pronto a respingere.
TRE PUNTI PER SALUTARE IL 2019 DELLO STADIUM
Sarri cambi alla mezz’ora,
richiamando Dybala e Bonucci e inserendo Bernardeschi e de Ligt, quindi
tocca a Douglas Costa rilevare Higuain. Con le forze fresche in campo la
Juve riprende in mano il gioco e Bernardeschi e Ronaldo impegnano
Musso, quindi CR7 centra un legno clamoroso. L’Udinese non molla, ci
prova ancora con Lasagna e vede i suoi sforzi premiati in pieno recupero
dalla rete, ininfluente, di Pussetto.
La Juve saluta così con una
vittoria il 2019 e la decade dell’Allianz Stadium. Prima di chiudere
l’anno però ci saranno altri due impegni, mercoledì a Genova contro la
Samp e domenica a Riyad in Supercoppa contro la Lazio; basterà
affrontarli con la stessa convinzione e voglia di regalare spettacolo
mostrata oggi.
JUVENTUS-UDINESE 3-1
RETI: Ronaldo 9′ e 37′ pt, Bonucci 45′ pt, 49′ Pussetto
JUVENTUS
Buffon; Danilo, Bonucci (30′ st de Ligt), Demiral, De Sciglio; Rabiot,
Bentancur, Matuidi; Dybala (30′ st Bernardeschi), Higuain (35′ st
Douglas Costa), Ronaldo
A disposizione: Perin, Pinsoglio, Rugani, Alex Sandro, Emre Can, Muratore, Ramsey
Allenatore: Sarri
UDINESE
Musso; De Maio, Ekong, Nuytinck;
Ter Avest, Fofana, Mandragora, De Paul (21′ st Wallace), Larsen (42′ st
Nestorovski); Lasagna, Okaka (16′ st Pussetto)
A disposizione: Perisan, Nicolas, Sierralta, Opoku, Becao, Barak, Teodorczyk
Allenatore: Gotti
ARBITRO: Pasqua
ASSISTENTI: Rocca, Baccini
QUARTO UFFICIALE: Volpi
VAR: Piccinini, Di Iorio
AMMONITI: 21′ pt Dybala, 40′ pt Nuytinck, 50′ st Bentancur
Juve-Udinese 3-1: Tridente avvelenato
Dopo lo schiaffo romano mai come stavolta avremmo voluto che il calcio fosse un videogioco, per disputare subito la partita successiva. Passato il brodino tedesco di CL, il campionato era il vero primo piatto che attendevamo.
Sarri schiera la squadra col dogma della difesa a 4, il centrocampo a 3 franco-uruguagio con Bentancur al centro e udite udite il tridente, un argomento che ha fatto discutere quasi come il trailer di Zalone: acclamato da tanti come la svolta per la Juve sarriana e, di contro, presentato da molti altri come una perversione manco fosse il sesso ascellare.
L’Udinese invece si presenta vestita di rosso, con giocatori dai nomi che sarebbero perfetti per Il Trono di Spade e uno stormo di piccioni a presidiare l’area di rigore.
Per una volta la Juventus decide che 90 minuti sono troppi e sistema le cose subito: Dybala
trequartista nomina il territorio a metà tra il centrocampo e l’area
friulana suo quartier generale e partendo da lì dirige le operazioni,
quando serve dribbla pure i piccioni. Al tramonto dell’anno di grazia 2019 scopriamo che Ronaldo (quello falso) lanciato a rete per vie centrali ha una discreta mira, buono a sapersi.
Di Higuain
invece è difficile dire qualcosa che già non si sappia, dialoga alla
perfezione con gli altri 2 e non si fa problemi a fare un passo indietro
come Brian May in Under Pressure.
Demiral prova a far fuori Buffon colpendolo sulla spalla dolorante per l’artrite. A proposito del turco: ottima prova, di carattere e attenzione ma a volte sembra di giocare una partita a PES col joypad difettoso e il tasto della scivolata incantato.
La partita si trascina per altri 45′ fino al gol della bandiera friulana che manda in malora il clean sheet odierno e lascia Sarri in preda alle bestemmie.
A noi rimangono alcune considerazioni:
- L’Udinese finché c’è stata partita si è mostrata poca cosa, ma è bene aver chiuso la partita, senza lasciarla appesa a episodi, rimpalli e gollonzi che possono costare sempre caro.
- Questa Juve può rilassarsi tenendo palla, ma non lasciandola all’avversario. I cali di tensione sono letali a questa squadra come la kryptonite per Superman.
- Bentancur in quella posizione è un valore aggiunto. Paraculo nel cercare l’ammonizione che lo squalifica per la Samp ma lo libera per la Supercoppa.
- Se 3 indizi fanno una prova De Sciglio è alla quarta partita eccellente.
- È
ancora presto per dire se il tridente odierno sia replicabile: è figlio
delle assenze (Costa, Cuadrado, Pjanic) ed equivale ad una macchina
spinta al massimo che ha bisogno di grande equilibrio; con l’Udinese
certi scompensi possono essere assorbiti, con altri avversari no.
Il tridente inoltre richiede un maggiore impegno in copertura da parte dei 3 davanti. Di questi 3 escludiamo subito CR7, che deve fare quello che vuole. Togliamo anche Higuain, resta Dybala. Il problema però è che se prosciughi le energie della Joya in fase difensiva poi ne risentirà inevitabilmente quella offensiva, rischiando un Bernardeschi bis. Il gioco vale la candela? - Sarri è il comandante e sa lui come gestire il gruppo, ma mortificare un ragazzo già abbattuto come un albero qual è il Rugani attuale non fa comodo a nessuno: né al giocatore, né alla squadra né al tecnico stesso. Oggi il 24 è stato mandato a scaldarsi per poi preferirgli all’ultimo deLigt… Va bene scegliere gli uomini su cui fondare la squadra, ma i grandi allenatori hanno tutti la qualità di far sentire tutti parte del gruppo.
- Sempre commovente il ricordo dello Stadium di Alessio Ferramosca e Riccardo Neri, due ragazzi entrati nel modo più doloroso nella storia della Juventus. Non dimenticarli è il modo più puro per rendergli omaggio e dare un abbraccio a chi, come i familiari e gli amici, deve fare i conti quotidianamente con la loro assenza.