Juve dieci e lode!

I bianconeri vincono anche a Udine con le reti di Bentancur e Ronaldo e centrano la decima vittoria consecutiva in questo avvio di stagione

E sono dieci di fila. La Juve completa il filotto di vittorie stagionali prima della pausa andando a comandare anche sul campo dell’Udinese dove Bentancur e Ronaldo chiudono la pratica nella prima mezz’ora di gara. Un’ennesima prova di forza che certifica l’assoluto dominio che i bianconeri stanno esercitando in questo avvio di campionato.

BENTANCUR, IL PRIMO CENTRO

Fin dall’inizio l’Udinese è molto guardinga, aspetta nella propria metà campo e non ha problemi ad arretrare fino all’area per chiudersi a riccio, così, per sfondare, la squadra di Allegri cerca di sfruttare l’ampiezza del campo con Cancelo e Alex Sandro, oppure di alzare il pressing per recuperare palla il prima possibile.
La supremazia bianconera è netta, anche se nei primi venti minuti produce solo un colpo di testa di Ronaldo e un tiro di Pjanic, entrambi fuori misura. Il muro friulano è compatto, superarlo con giocate di fino è complicato e bisogna aspettare il momento giusto per trovare un varco, ma la Juve ha la maturità e la pazienza per attendere e per colpire quando si presenta l’occasione. Accade poco dopo la mezz’ora, quando l’Udinese ha un calcio d’angolo a proprio favore che Szczesny cattura in presa alta rilanciando subito l’azione: Ronaldo tocca per Dybala, quindi Bentancur apre per Cancelo, segue l’azione, arriva a staccare in area con perfetto tempismo, schiacciando in rete il suo primo gol in bianconero.

CR7, UN SILURO PER IL RADDOPPIO

A questo punto la Juve si scatena e potrebbe raddoppiare già dopo tre minuti se Scuffet non riuscisse con un vero miracolo a mettere in angolo il destro di Mandzukic da ottima posizione. Basta comunque attendere un altro giro di orologio: in area c’è ancora Mandzukic che questa volta non tira, ma a lotta per fare suo il lungo lancio di Alex Sandro e appoggia qualche metro indietro verso Cristiano Ronaldo. Il portoghese appena vede arrivare il pallone carica il sinistro e spara un diagonale violento nell’angolino. Scuffet neanche la vede.

L’UDINESE PROVA A REAGIRE

L’Udinese adesso deve necessariamente uscire dal guscio. I friulani mostrano anche qualità, arrivano a colpire il palo con un rasoterra dal limite di Barak nel finale del primo tempo e a sfiorare il gol in avvio di ripresa con Lasagna, che dopo il calcio di punizione di De Paul colpisce debolmente e permette ad Alex Sandro di liberare l’area. La Juve è forse meno aggressiva rispetto alla prima parte di gara, ma rimane pericolosissima ogni volta che riesce a mettere in moto i suoi fenomeni. Dybala è micidiale quando punta la difesa palla al piede e trova lo spazio per piazzare il sinistro, ma colpisce male e manda sul fondo. Dopo una ventina di minuti l’argentino lascia il posto a Bernardeschi, mentre già al rientro in campo Emre Can aveva sostituito Matuidi.

DOMINA LA SIGNORA

I bianconeri continuano a dominare la gara e anche se ora non hanno la necessità di forzare le giocate rimangono costantemente nella metà campo avversaria. Ronaldo arriva al tiro dopo uno scambio con Mandzukic, senza però angolare a sufficienza la traiettoria, quindi offre a Bernardeschi un pallone invitante che il nuovo entrato indirizza sul primo palo, trovando l’ottima risposta di Scuffet. Anche l’altro componente del trio d’attacco, Mandzukic, sfiora il gol con un diagonale rasoterra, mentre l’Udinese si fa vedere con la violenta conclusione di Pussetto, respinta da Szczesny. È una gara piacevole, che la Juve impreziosisce con giocate da flipper. Pjanic, Ronaldo, Mandzukic, ancora Ronaldo: tutto di prima intenzione, tutto bellissimo come la risposta di Scuffet che toglie a CR7 la soddisfazione della doppietta e a Cancelo quella del primo gol con la Juve, deviando sulla traversa la sua sventola dal limite. Il fatto che il portiere sia nettamente il migliore dei suoi la dice lunga sull’ennesima prova di forza dei bianconeri, che arrivano alla sosta con un altro successo e che, soprattutto, partita dopo partita, non solo dimostrano una forza straripante, ma danno anche l’impressione, sempre più netta, di divertirsi un mondo. E più si divertono loro, più si divertono i tifosi…

UDINESE-JUVENTUS 0-2

RETI: Bentancur 33′ pt, Ronaldo 37′ pt

UDINESE
Scuffet; Stryger-Larsen, Troost-Ekong, Nuytinck, Samir; Behrami (17′ st Pussetto); Barak (31′ st Teodorczyk), Fofana, Mandragora De Paul; Lasagna (42′ st Vizeu)
A disposizione: Nicolas, Musso, Opoku, Pezzella, Ter Avest, Wague, D’Alessandro, Pontisso, Machis
Allenatore: Julio Velzquez

JUVENTUS

Szczesny; Cancelo, Bonucci, Chiellini, Alex Sandro; Bentancur, Pjanic (45′ st Barzagli), Matuidi (1′ st Emre Can); Dybala (21′ st Bernardeschi), Mandzukic, Ronaldo
A disposizione: Perin, Pinsoglio, De Sciglio, Benatia, Cuadrado, Kean
Allenatore: Massimiliano Allegri

ARBITRO: Abisso
ASSISTENTI: Posado, Mondin
QUARTO UFFICIALE: Minelli
VAR: La Penna, Tegoni

AMMONITI: 5′ st Del Paul, 34′ st Samir, 38′ st Lasagna, 49′ st Mandzukic

Udinese-Juve 0-2: arroganza & prepotenza mode-on

Non c’è molto altro da dire, la Juve di stasera in casa dell’Udinese assomigliava ad una macchina da guerra, questa squadra sembra un rullo compressore: dal 1′ al 90′, più recupero di primo e secondo tempo, l’arroganza fisica e tattica della Vecchia Signora stasera, la prepotenza tecnica, sono fattori che hanno permesso di raccogliere l’ottava vittoria in otto partite con una facilità impressionante. “Campionato poco allenante”, dicono: lasciamoli nelle loro convinzioni. La Juve è forte, la Juve deve ricordarsi sempre di essere forte, deve dimostrarlo sempre, deve dimostrarlo a tutti.

Sembrava una partita delicata considerando che non si riusciva a sbloccare, ma l’uno-due micidiale è stato quasi un atto dovuto e neanche il più bello della serata: fra azioni incompiute per un pizzico (vedi Dybala) o Scuffet in versione insuperabile (vedi Ronaldo), c’è l’imbarazzo della scelta. Prestazioni del genere respingono pettegolezzi ed attacchi esterni, tengono lontani i riflettori dall’inevitabile periodo di assestamento che dovrà vivere la società dopo l’addio di Marotta. L’importante è tenere sempre a mente che questa superiorità va dimostrata sul campo.

Adesso arrivano quindici giorni di pausa, forse non il miglior momento della stagione per fermarsi, ma magari servirà per ricaricare ancora le pila in vista di un calendario che dopo fino al mercato invernale non si fermerà più, e vedrà la Juve in campo praticamente ogni tre giorni: nostra cara Vecchia signora, sai come si scrive la storia, ma adesso è arrivato il momento di stupire. Noi, te stessa, il mondo tutto.

Fabio Giambò.