Juve-Inter, il giorno dopo: numeri e nomi

Le statistiche del Derby d’Italia vinto dai Bianconeri allo Stadium

Col siluro di Cuadrado al 45′ la Juventus conquista il Derby d’Italia e il 28° successo casalingo consecutivo in campionato, migliorando ulteriormente il proprio record. Analizziamo sotto la lente della statistica il match giocato ieri sera contro i nerazzurri allo Stadium.

I NUMERI

Ancora una volta porta inviolata per la Signora: la squadra di mister Allegri ha concesso una sola rete (contro la Fiorentina) nelle ultime sei sfide di campionato.

Il gol di Cuadrado è arrivato proprio allo scadere della prima frazione: nelle 12 partite casalinghe in campionato, la Juve ha segnato nel primo tempo in ben 11 occasioni mancando l’appuntamento con la rete solo contro il Napoli (match comunque conquistato nella ripresa).

Due legni colpiti dai Bianconeri ieri sera (con Dybala e Pjanic): ora sono dieci in questo campionato, più di ogni altra squadra. In più, ieri è arrivato il decimo gol da fuori area, soltanto la Fiorentina ne ha segnati di più in questa stagione di Serie A (12).

I NOMI

Primo gol per Juan Cuadrado in questo campionato: il colombiano non segnava da aprile 2016 contro il Palermo. Si tratta del suo settimo gol da fuori area in carriera in Serie A, tre dei quali proprio contro l’Inter.

Importante il contributo del Pipita: Gonzalo Higuain ha preso parte a cinque occasioni, con tre tiri e due occasioni create, più di ogni altro compagno di squadra.

Due conclusioni respinte per Sami Khedira, mentre Miralem Pjanic ha concluso due volte nello specchio, centrando un legno. Per il bosniaco, anche 38 passaggi positivi e sette lanci, oltre a tre contrasti vinti.

Tre contrasti vinti anche per Giorgio Chiellini, che è il bianconero che ha realizzato più passaggi (44), oltre a cinque lanci, due palloni intercettati e cinque palle recuperate.

Er sinnaco nun se tocca

Vincenzo Ricchiuti

Mi piacerebbe in risposta ai Barcellona di tutto il mondo una Juve modello Gorgone. Chi la guardi negli occhi, fosse anche la partita stessa, resta pietrificato. Un deserto chiamato pace cioè scudetto. E’ quello che è successo nel secondo tempo del derby d’Italia. La ottima Inter, una che farà strada nelle retrovie del campionato animato degli altri, si è trovata ad aspettare la omologa del primo tempo fermata da un imprevisto. Imprevisto manco per niente. Chi conosce la storia della Juve di Allegri sa che questo Allegri l’aveva previsto per tempo. E’una perversione intellettuale. Avere alla lunga il controllo di tutto bloccandolo in niente.

E’ una Juve che incastra le partite come le zitelle degli anni ’50. Una volta incinta del risultato, acchiappa quel marito di scudetto. Inutile aggiungere che oggi una roba così è del tutto sgradevole. Questa Juve che fa la democratica giocando alla pari finché ha la gioventù del primo tempo per poi ritirarsi nella pensione del secondo tempo ridotto il risultato a un selfie è simpatica come quel Zenone che dopo aver illuso sulla manita di Achille alla tartaruga li faceva fermare mosci e contenti. Avere queste facoltà non è poco.

E’ una Juve Houdini in grado di scappare da qualunque partita. Prende i goal fatti e poi scappa. Una Medusa che ha aperto gli occhi sulla futilità del movimento. Un sindaco del campionato con uno schema solo, il campionato muore ed il beneficiario è lui. Che a cinque stelle e non quando si ferma acchiappa tutto mentre la gente si muove per altri progetti. La gente dirà che è andata bene. Che s’è battuta alla pari. Che è stata premiata e truffata. Che s’è mossa, ha fatto cose, visto gente. Che è stata fermata. Fermata come si dice di solito da un imprevisto. Imprevisto poi manco per niente.