L’appuntamento vintage di questa settimana non può che portarci indietro di 10 anni esatti. Un ricordo indelebile: la Juve è appena stata coinvolta in quello che da lì a pochi giorni verrà censito per sempre come “Calciopoli” ma si appresta a vincere il suo ventinovesimo scudetto, incontrando i rosanero al Delle Alpi. Fa caldo, c’è il sole, ma soprattutto c’è un clima strano allo stadio. La curva Scirea espone uno striscione che recita: “Luciano, siamo tutti con te”. Abbiamo capito che stavolta l’agguato è pesante e non passegero. C’è voglia di festa ma c’è anche una cappa molto pesante sull’ambiente. Un giovane Andrea Agnelli è giù nel prato ed osserva il riscaldamento prepartita al fianco di Moggi e Giraudo mentre Elkann si presenta allo stadio (io prima non l’avevo mai visto) e liquida la dirigenza con una famosa intervista (“sono venuto a dare supporto alla squadra e all’allenatore”, dice testuale). Anche noi, che siamo venuti a Torino in pullman con il Club Doc a vedere la partita di congedo in questo stadio mai amato (è già stato stabilito che l’anno dopo la Juve giocherà all’Olimpico), percepiamo che nulla sarà più uguale da qui in avanti.
La partita finalmente ha inizio e la squadra gioca abbastanza sciolta nonostante le pressioni mediatiche. Per 90 minuti pensiamo al campo. La Juve schiera a centrocampo anche Emerson e Vieira con Camoranesi; c’è anche Zambrotta. Attacco con Ibra e Trezeguet più la difesa rocciosa (Buffon, Cannavaro) con qualche rincalzo come Balzaretti e Kovac: una squadretta… Nel Palermo gioca un giovane Barzagli assieme a Grosso, ora tecnico della nostra Primavera. Gol di Nedved dopo mez’ora poi, ad inizio ripresa, raddoppio di Ibrahimovic. Accorcia le distanze Godeas (chi?) e finisce 2 a 1. Si torna a casa, lo scudetto è in tasca (manca solo la matematica, come si dice in questi casi), me si percepisce qualcosa che assomiglia alla smobilitazione.
Io stesso mi faccio fotografare da un amico con alle spalle lo stadio Delle Alpi: una cosa mai fatta prima ma intuisco che c’è ben altro in arrivo oltre al cambio (provvisorio) dell’impianto sportivo. Scopriremo in serata dalla TV che Bettega ha pianto pubblicamente dal suo posto in tribuna. Hanno già deciso tutto.
La domanda, ancora a distanza di anni, è: chi ha deciso? Un’idea ce l’avrei, ne è venuto fuori persino un libro. Ne parleremo nelle prossime settimane in occasione del decennale. Nel frattempo godiamoci Juve Palermo 2016. Barzagli è da questa parte stavolta mentre Ibra ha cambiato mille squadre.
La Juve però è tornat da 5 anni. Gli scudetti sono quasi trentaquattro, manca poco. Pure lo stadio è sparito e risorto. A noi l’araba fenice ci fa un baffo. Forza Juve.
Mario Sironi