I bianconeri, sopra di due gol contro l’Atletico, devono accontentarsi di un pareggio, raggiunto nel finale dai padroni di casa
Poteva essere una festa la serata bianconera al Wanda Metropolitano e invece c’è da mangiarsi le mani a fine gara, perché la Juve va sopra di due gol con l’Atletico, con gli ottimi Cuadrado e Matuidi, ma si fa rimontare da Savic e Herrera al 90′, quando fa più male. Il punto ottenuto è ottimo, sia chiaro, e la partita dei bianconeri lo è altrettanto, ma certo, per come si erano messe le cose era legittimo sperare in qualcosa di più.
POSSESSO JUVE, RIPARTENZE ATLETICO
Il modo di interpretare il match delle due squadre è diametralmente opposto e ne viene fuori una gara piacevole. La Juve punta sul possesso e sul recupero palla alto e in questo modo occupa spesso la metà campo avversaria, esponendosi però al contropiede dei colchoneros, che quando riescono a superare il pressing e a eludere le marcature preventive, sono rapidissimi a ripartire. Joao Felix, in particolare, è un fulmine e dopo aver saltato de Ligt si fa cinquanta metri palla al piede, fino ad arrivare al tiro e a costringere Szczesny a rifugiarsi in angolo. Il duello tra i due continua con un colpo di testa da distanza ravvicinata bloccato dal portiere bianconero, che poco prima era stato graziato da Gimenez, libero di incornare sugli sviluppi di un corner, ma poco preciso. La prima, vera conclusione dei bianconeri arriva dopo il 20′, con un tentativo di Ronaldo dal limite che Oblak non ha difficoltà a contenere, quindi è la deviazione di Gimenez sul destro di Pjanic a evitare problemi agli spagnoli. Nel finale di tempo sono i bianconeri a farsi vedere con maggiore insistenza e ancora Ronaldo arriva a deviare di testa il traversone di Cuadrado, ma Oblak è sulla traiettoria.
CUADRADO SOTTO L’INCROCIO!
Al rientro in campo dopo l’intervallo i padroni di casa sembrano più aggressivi, spingono a testa bassa e, come logico contrappasso, subiscono loro il contropiede, questa volta letale: Bonucci arriva su un pallone vagante in area e lancia Higuain, che, arrivato dalla parte opposta del campo, vede arrivare Cuadrado e lo serve nei sedici metri. Il colombiano controlla, si porta il pallone sul sinistro e lo infila sotto l’incrocio, ammutolendo il Wanda Metropolitano.
MATUIDI!!! IL CONDOR SPICCA IL VOLO!
Il pubblico e la squadra di Simeone si rianimano in fretta e sfiorano il pareggio con una pregevole combinazione, tutta di prima, che porta al tiro Gimenez, bravo nell’inserirsi, meno nel prendere la mira. Altrettanto pregevole però, e anche molto più efficace, è quella che passa dai piedi di Ronaldo, arriva su quelli di Alex Sandro e quindi sulla testa di Matuidi: il condor si alza in volo nell’area piccola e infila il raddoppio alle spalle dell’impotente Oblak.
SAVIC ACCORCIA LE DISTANZE
Sarri opera il primo cambio, facendo rifiatare Khedira e inserendo Bentancur, ma non c’è tempo di vedere gli effetti della sostituzione che l’Atletico accorcia le distanze, battendo una punizione dalla tre quarti, e trovando, dopo la sponda in Gimenez, Savic libero di infilare di testa da due passi.
Lo stadio torna a essere una bolgia, ma la Juve potrebbe colpire ancora, quando Bentancur libera Higuain al tiro, Oblak respinge e sulla ribattuta arriva Matuidi, che prova a piazzare il pallone, ma trova Trippier davanti alla linea di porta.
HERRERA, PAREGGIO ALL’ULTIMO MINUTO
Al 35′ arriva la seconda sostituzione: Dybala entra al posto di Higuain e regala subito uno spunto pericoloso in area, ma l’Atletico insiste alla caccia del pareggio e Szczesny deve superarsi per alzare sopra la traversa la sventola di Vitolo. Al 42′ Ramsey rileva Pjanic,ma il suo esordio in bianconero è amaro, perché tre minuti dopo l’Atletico pareggia, sfruttando l’ennesimo calcio d’angolo con Herrera, che salta altissimo e piazza il pallone nell’angolino. Ronaldo potrebbe anche riportare avanti i bianconeri all’ultimo minuto, ma spara il rasoterra a lato. Finisce 2-2 e dopo aver sciupato il doppio vantaggio la Juve non può che recriminare. Va dato atto però ai colchoneros di non aver mai mollato. E va dato atto alla squadra di Sarri di aver giocato una signora partita, affrontando a viso aperto una delle squadre migliori d’Europa su uno dei campi più difficili. Questo è l’atteggiamento che può dare soddisfazioni in Champions.
ATLETICO MADRID-JUVENTUS 2-2
RETI: Cuadrado 3′ st, Matuidi 20′ st, Savic 25′ st, Herrera 45′ st
ATLETICO MADRID
Oblak; Trippier, Savic, Gimenez, Renan Lodi (31′ st Vitolo); Koke, Saul, Thomas (31′ st Herrera), Lemar (15′ st Correa); Joao Felix, Diego Costa
A disposizione: Adan, Arias, Felipe, Llorente
Allenatore: Simeone
JUVENTUS
Szczesny; Danilo, Bonucci, De Ligt, Alex Sandro; Khedira (24′ st Bentancur), Pjanic (42′ st Ramsey), Matuidi; Cuadrado, Higuain (33′ st Dybala), Ronaldo
A disposizione: Buffon, Demiral, Rabiot, Bernardeschi
Allenatore: Sarri
ARBITRO: Makkelie (NED)
ASSISTENTI: Diks (NED), Steegstra (NED)
QUARTO UFFICIALE: Mulder (NED)
VAR: Kamphuis (NED), Nijhuis (NED)
AMMONITI: 15′ pt Matuidi, 26′ st Cuadrado, 38′ st Diego Costa
Juve a zona sui corner e il 2-2 dell’Atletico Madrid
Nelle prime quattro partite ufficiali della stagione, la Juventus ha subìto cinque gol, quattro dei quali da calcio piazzato.
Tre, in particolare, nascono da calci di punizione, dove da decenni tutte le squadre al mondo difendono a zona, e sui quali emergono evidenti limiti di sincronia nei tempi dei movimenti tra i giocatori bianconeri. Incertezze che a inizio stagione possono starci, ma che vanno risolte molto in fretta.
Il secondo gol subìto dall’Atletico è invece il primo che la Juventus incassa da calcio d’angolo.
Ma nel corso di tutta la partita del Wanda Metropolitano si è vista una grande sofferenza della Juventus su questa situazione. Figlia, anche stavolta, dell’inizio di stagione, ma anche di un cambio di filosofia – visto che Sarri sceglie di difendere a zona, e in questo caso è una minoranza di allenatori, corposa ma comunque minoranza, a preferire questo sistema alla marcatura a uomo – e da una scelta molto precisa di Simeone.
La premessa è chiedersi perché difendere a zona sui corner.
La marcatura a uomo, se ben eseguita, non dà alcun vantaggio posizionale a chi attacca, permette di assegnare un difensore forte di testa a un colpitore pericoloso, ma è penalizzante quando la squadra avversaria riesce a fare buoni blocchi sui difensori (il gol di Cristiano Ronaldo in Juve-Ajax 1-2 è un recente caso scolastico) ed è passibile di sanzioni arbitrali, perché porta facilmente al fallo (attaccanti e difensori, ma nel secondo caso la sanzione è pesantissima).
La zona permette di tenere i difensori più forti nella zona calda, evita di fatto situazioni che possono portare al calcio di rigore ed è facilmente digeribile da giocatori che non hanno la marcatura nel proprio pacchetto culturale, ma richiede una sincronia perfetta, comunque grande aggressività ed è vulnerabile quando gli avversari partono con la rincorsa e arrivano a saltare sulla linea, che salta da ferma, della difesa.
Sarri, nella conferenza stampa dopo Atletico Juventus, ha ribadito di voler continuare con la zona sui calci d’angolo e a questo proposito ha fatto anche una considerazione interessante: in epoca di VAR, i falli sistematici che attaccanti (per liberarsi) e difensori (per evitare i blocchi) fanno in queste situazioni sono molto facili da individuare e da sanzionare. A tutto danno di chi difende, visto che se fa fallo è immediatamente rigore.
Resta il fatto, però, che al momento sui corner la Juve fa molta confusione. Simeone è stato bravo a chiedere ai suoi di calciare sistematicamente lungo, dove la zona è più vulnerabile, perché mentre gli attaccanti arrivano col terzo tempo, i difensori saltano da fermi (al contrario di Montella, che contro la Juve ha puntato sul primo palo dove invece questo sistema è più blindato; la ragione è presto detta: quando si difende a zona si guarda il pallone e lo si aggredisce avanzando). Nell’errore bianconero, emerge però grande confusione sui compiti e sulla sincronia. Ma anche un problema di schieramento.
Partiamo dal momento della battuta.
La Juventus difende con uno strano 1+5+1. Vale a dire che, escludendo Cuadrado che si mette vicino all’angolo e a parte il duo Ramsey-Dybala che è schierato nella parte alta dell’area, le file deputate a difendere sui colpi di testa sono tre:
– Bentancur è a protezione del primo palo.
– Poi viene la linea a 5, nell’ordine (partendo dal più vicino al corner) Danilo, Ronaldo, Bonucci, De Ligt e Alex Sandro.
– Sulla seconda linea, quella più avanzata, il solo Matuidi, e in posizione piuttosto arretrata rispetto al punto di battuta, ovvero verso il lato debole. Sulla seconda linea, sul lato forte, non c’è nessuno. Delle due l’una, o c’è un errore di piazzamento, o più semplicemente magari un Ronaldo preferisce partire due passi indietro per prendere la rincorsa. Proprio per evitare di essere sovrastato saltando da fermo.
Fatto sta che sul colpo di testa di Herrera, i due juventini che provano a chiudere sono Matuidi e De Ligt, che partono da una posizione molto poco vantaggiosa (ovvero arrivano da dietro) e non hanno una reale possibilità di chiuderlo. Qualcuno sottolinea che Dybala avrebbe dovuto provare a fare da maggiore ostacolo al giocatore avversario in partenza di rincorsa. Forse sì, ma se il numero 10 bianconero avesse seguito il giocatore dell’Atletico avrebbe solo creato maggiori difficoltà all’intervento dei compagni più forti di lui di testa.
Chi doveva andare a contendere il pallone in quel punto?
A colpo d’occhio, la responsabilità sembrerebbe di Ronaldo o di Bonucci.
Ma guardando un calcio d’angolo battuto dall’Atletico nel primo tempo, le cose diventano più chiare. Quello strano 1+5+1 è, sarebbe dovuto essere, un bel più classico 4-3 schierato con due diagonali negative. La posizione di Higuain, al centro della linea più avanzata, sarebbe dovuta essere quella occupata a fine della partita da Ronaldo. Quindi, è abbastanza chiaro che lì si è creato un buco pericoloso, cui ha contribuito il caos di fine partita.
La domanda che resta aperta è una sola: ha semplicemente sbagliato Cristiano Ronaldo o i compiti assegnati ai sostituti (che entrano in campo con le informazioni su chi deve cambiare posizione) non erano chiari?
Resta però un altro punto.
Se la linea più arretrata della Juventus sembra molto forte, la seconda, anche con i titolari, non pare altrettanto adeguata: la Juve partita dal primo minuto ha cinque lunghi molto forti di testa. Danilo e Higuain sono un po’ al di sotto.
Per comporre una zona adeguata, servono almeno 6, ma di solito 7, giocatori bravi in questo fondamentale. Tanto che una squadra forte sul gioco aereo come l’Atletico l’ha messa varie volte in difficoltà, proprio calciando palloni sopra le teste di Higuain e Danilo. Certo, i madrileni sono forti come pochi altri sui calci piazzati, la Juve resta molto forte di testa e con altri probabilmente soffrirà di meno. L’impressione però è che per la difesa zona sui corner la rosa Juve possa essere un po’ con numeri contati, troppo al limite. E che i cambi possano far saltare questo equilibrio.