di Davide Terruzzi
Perché il canale ufficiale della Juventus non può essere come una tv locale.
Le opinioni sono come le palle: ognuno ha le proprie. Scrivo per dire la mia, di certo non è mia intenzione quella di convincervi, sul polverone che si è sollevato in questi giorni nei confronti del canale televisivo ufficiale della Juventus, uno degli argomenti più caldi e discusso tra i tifosi (ne parlano più quelli delle altre squadre). Prima d’entrare sul tema, però, sento la necessità di esprimere una premessa d’obbligo, dal momento che qualcuno potrebbe pensare che dietro ci sia un machiavellico disegno teso ad un aumento di popolarità, visibilità e altro: sinceramente, scrivo e parlo di Juventus assieme a un gruppo d’amici, ognuno di noi ha la propria vita, lavoro e affari, sparsi per tutta l’Italia ed Europa, accomunati dal tifo bianconero e da una visione simile del calcio. Criticare, come sto per fare, la gestione di JTV è segno di libertà, di un disinteresse totale per essere invitati e ospitati.
Quello che è successo nell’ultima settimana dovrebbe essere noto a tutti. Un ospite, spesso presente, Sandro Pellò se ne è uscito con una battuta infelice sull’Inter e i suoi tifosi: una considerazione obiettivamente volgare, ripresa prevedibilmente sul web, finita sulle home dei media. Si è scatenata la tempesta. Le scuse sono arrivate; si tratta di un errore. Non è corretto il linciaggio cui è stato sottoposto questo signore, che ha sbagliato, colpevole di essere scaduto durante un cazzeggio. Il giorno dopo, negli studi di un’emittente locale privata, un ospite, Aicardi, sperava che Icardi potesse farsi male durante un allenamento: Luca Momblano, nelle vesti di conduttore, ha immediatamente preso le distanze, dissociandosi da quanto detto. Ci sono due differenze sostanziali: una tv locale è privata, non può essere paragonata al canale ufficiale della Juventus: Juventus Tv è Juve, rappresenta la società bianconera, mentre TeleLombardia, come Premium e altri canali, non rappresentano nessuno; possono essere volgari, offensivi, ci s’incazza e si perculano bellamente; se invece lo è la televisione ufficiale della mia società qualche problema in più me lo pongo. La seconda differenza è la reazione dello studio: Momblano si dissocia immediatamente, nello studio di J Tv si rideva. A un ospite può succedere che gli scappi la frizione, ma chi conduce ed è un redattore dovrebbe avere l’esperienza necessaria per comprendere le conseguenze di una battuta volgare e infelice. Non è successo.
Non è, purtroppo, la prima volta che il canale ufficiale della Juventus finisce dentro il ciclone mediatico per delle frase pronunciate dentro gli studi. Era già accaduto nei giorni successivi alla Finale di Cardiff, anche in quell’occasione erano poi arrivate le scuse. Sono sicuro, stimando chi pronunciò quelle parole, che lo stress portò a quello sfogo errato, ma è la deriva che ha preso il canale a creare l’ambiente adatto affinché certi incidenti continuino a ripetersi. Juventus tv sta diventando sempre più simile a un canale locale, una tendenza che si sta verificando da quando la gestione è passata direttamente alla società, dal luglio 2016, mentre negli anni precedenti, quando l’attività era affidata all’agenzia LaPresse, il profilo era altro; in quel periodo, si è andata a formare una redazione composta da professionisti garbati e competenti, quali sono Paolo Rossi, Enrico Vincenti, Enrico Zambruno, Simone Stenti e Antonio Romano, persone che fanno la fortuna del canale tematico. Vi ricordate incidenti di percorso in quegli anni? No. Qualcuno potrebbe dire: “adesso è una televisione che parla allo juventino che segue Telelombardia e s’informa così”. Posso capirlo, ma pur essendo un grandissimo amante del disagio, continuerò sempre a preferire il cioccolato. Vi faccio un esempio: come è stato trattato il deferimento di Agnelli? Con uno speciale di 15 minuti. Si è informato meglio e con maggiore precisioni sul web.
Nel dibattito che si è sviluppato sui social, diversi avanzavano questa tesi: “veniamo insultati in ogni luogo, anche da parte dei professionisti, quando qualcuno dei nostri fa una battuta…”. Ok, è vero. Ci sono i Pistocchi, i Ziliani, i Varriale e tanti altri che nelle emittenti pubbliche e private offendono la Juventus e i suoi tifosi. È una ragione valida per comportarsi come loro? Io, assieme agli altri che erano con me su Juventibus, fummo molto attivi quando si trattò di chiedere a Sky la separazione con Alvino, perché trovammo il suo comportamento irrispettoso. Allo stesso modo, non posso essere contento se qualcuno di “noi” si comporta insultando gli altri tifosi: condanno questo comportamento quando viene fatto nei nostri confronti, lo condanno a maggior ragione quando lo fa qualcuno su un canale che è della Juventus. Lo stesso, francamente, mi succede quando vedo risposte sui social e liti con blogger o tifosi di altre squadre da parte di chi appartiene alla tv juventina. Vorrei, con tutto il cuore, che l’eleganza, la competenza, l’ironia dell’amico Massimo Zampini e la serietà, col rispetto nei confronti di tutti, senza comportarsi come gli altri, fosse sempre la normalità a Juventus Tv e che certi episodi non possano ripetersi per via di direttive rigide. Non vorrei poi che il nostro canale, gestito direttamente dalla Juventus, diventi sempre più una televisione locale, con tutti i difetti che ciò comporta. Siamo un top team, dobbiamo comportarci da tale anche in tutti le sedi ufficiali che rappresentano la Juventus, non scimmiottare gli Alvino, Suma e Scarpini: usciamo dalla provincialità italiana. Se questa è la volontà della società, pace, ma da spettatore avrò sempre libertà di scelta, da juventino mi resterà un grande rammarico e un senso di protesta per questa scelta.