La Juve non va oltre il pareggio con un ottimo Verona, che per un’ora gioca con personalità e sfrontatezza, passando anche in vantaggio con il gol dell’ex, firmato da Favilli. I bianconeri però, già fermati dal palo e dal VAR nel primo tempo, meriterebbero ben di più del gol del pareggio di Kulusevski, ma un altro legno e l’ottimo Silvestri, decidono che il punteggio non debba schiodarsi dall’1-1.
JUVE IN ROSA
La coppia d’attacco scelta da Pirlo è composta da Morata e Dybala. L’ultima volta che avevano giocato insieme dal primo minuto era nel febbraio 2016 contro il Napoli, nella gara che aveva consacrato la pazzesca rimonta compiuta dalla Juve in quel campionato ed è curioso che la seconda maglia di quella stagione sia l’ispirazione di quella disegnata da adidas e Humanrace e indossata questa sera.
CUADRADO SULLA TRAVERSA, MORATA AL VAR
La nota stilistica lascia ben presto spazio al campo, che racconta una gara complicata, resa tale da un Verona assatanato, capace di portare un pressing alto e insistente e di creare qualche apprensione con i diagonali di Colley e Kalinic. La Juve cerca di verticalizzare rapidamente e quando Rabiot trova lo spazio per lanciare Bernardeschi, Silvestri deve distendersi per deviare in angolo il rasoterra. Quando poi è Danilo a guidare la ripartenza, Ramsey a crossare e Cuadrado a concludere, è solo la traversa a negare il vantaggio. Il gol lo trova Morata negli ultimi secondi del primo tempo, ma, come a Crotone, il VAR interviene, sentenziando il fuorigioco per una manciata di centimetri.
FAVILLI, VERONA IN VANTAGGIO
Il Verona rimane aggressivo nella ripresa. Prima arrivano al tiro Colley e Zaccagni, che non creano troppi problemi, ma quando la Juve perde palla a metà campo e Zaccagni pesca in area Favilli, che spara il sinistro di prima, Szczesny non può fare nulla per evitare il vantaggio ospite.
KULUSEVSKI, PAREGGIO CHIRURGICO
Il centravanti gialloblu, entrato appena cinque minuti prima, si fa male nell’azione del gol e deve lasciare subito il campo. Senza un punto di rifermento in avanti, i veronesi fanno più fatica a uscire, e l’ingresso di Kulusevski rende più incisivi i bianconeri, che vanno vicini al gol con il destro di Morata, bloccato a terra da Silvestri. Alla mezz’ora si ferma Bonucci, che lascia il posto a Frabotta, e poco dopo arriva il secondo legno della serata, colpito da Dybala con una sventola dal limite. Il pareggio comunque è nell’aria e arriva all’azione successiva, quando Kulusevski ubriaca di finte Faraoni e infila in diagonale sinistro nell’angolino, firmando un gol tanto bello quanto meritato.
SILVESTRI PARA TUTTO, FINISCE 1-1
La Juve non si accontenta, schiaccia il Verona nella propria area, Rabiot e Dybala sfiorano l’incrocio e il palo destro e nel recupero Pirlo manda in campo un’altra punta, Vrioni, al posto di Ramsey. Dybala prova una serpentina e un sinistro a incrociare, ma Silvestri respinge e poi blocca anche il colpo di testa di Morata e vola a mettere in angolo il siluro di Cuadrado. È un tiro a segno, non è sufficiente: il risultato non cambia e per la Juve arriva il terzo pareggio consecutivo in campionato.
JUVENTUS-VERONA 1-1
RETI: Favilli 15′ st, Kulusevski 33′ st
JUVENTUS
Sczesny; Danilo, Bonucci (29′ st Frabotta), Demiral; Cuadrado, Arthur,
Rabiot, Bernardeschi (16′ st Kulusevski); Ramsey (45′ st Vrioni);
Morata, Dybala
A disposizione: Buffon, Pinsoglio, Bentancur, Rafia, Peeters, McKennie, Portanova
Allenatore: Pirlo
VERONA
Silvestri; Ceccherini (10′ st Magnani), Lovato, Empereur;
Faraoni, Vieira, Tameze (6′ st Ilic), Lazovic; Colley, Zaccagni; Kalinic
(10′ st Favilli, 17′ st Terracciano)
A disposizione: Berardi, Pandur, Di Marco, Barak, Cancellieri, Ruegg, Dawidowicz, Amione
Allenatore: Juric
ARBITRO: Pasqua
ASSISTENTI: De Meo, Imperiale
QUARTO UFFICIALE: Ghersini
VAR: La Penna, Cecconi
AMMONITI: 39′ pt Vieira, 12′ st Lazovic, 24′ st Empereur, 47′ st Faraoni, 47′ st Kulusevski
Juve – Verona 1-1: due pali, un gol annullato e…
Uno Juventus – Verona che trae ancora una volta un’amara conclusione. Dopo il passo falso di Crotone è arrivato infatti anche quello con gli scaligeri, che alla lunga per la lotta scudetto potranno pesare molto. Nel filotto che si concluderà settimana prossima contro lo Spezia, la sensazione di aver gettato alle ortiche qualcosa che fosse alla portata soprattutto nell’ultima mezz’ora.
Una gara per certi versi molto simile a quella vista sabato scorso contro il Crotone. Il canovaccio della partita, con quel legno colpito e l’ennesimo gol annullato a Morata dalla VAR, ricalca infatti quanto visto in Calabria. Dagli errori sembra non imparare stavolta pero’ nemmeno troppo mister Pirlo, che forse quel cambio Bernardeschi – Kulusevski avrebbe potuto effettuarlo già nell’intervallo.
In questa Juventus (che è ancora tutto un cantiere) la fortuna certo non va in aiuto, ma molto spesso si ha la sensazione e la percezione che questa fortuna, questa squadra, non la cerchi fino in fondo. A dimostrazione di questa tesi gli ultimi 30 minuti completamente differenti dai primi 60′. Tenacia, voglia di arrivare al risultato e dominio del campo e padronanza del gioco. Tutte componenti che si sono viste sull’out di sinistra solo con l’ingresso dell’ex Parma Kulusevski al posto di un quanto mai opaco Bernardeschi che è ormai sta raschiando sempre più quel fondo che in termini di prestazioni tecniche e caratteriali hanno smesso di legarlo alla Juventus da 2 anni.
Juve 1-1 Hellas, Pirlo: “Basta prendere schiaffi per poi reagire”
Un finale da cardiopalmo dopo 90 minuti intensissimi. La Juve non va oltre il pareggio contro un grande Hellas, stampando sulla traversa ben due possibili gol vittoria. Ecco le parole di Mister Pirlo al termine della gara.
“Primo tempo troppo attendista, ma abbiamo comunque avuto le migliori occasioni. Non dobbiamo prendere lo schiaffo per poi reagire.” – Buon primo quarto d’ora ed ultimi trenta minuti di assedio. Nel mezzo, l’Hellas rende la manovra bianconera totalmente inefficace grazie ad un asfissiante pressing. Dopo il vantaggio gialloblù, la Juve pareggia e rischia più volte di portare a casa i 3 punti.
“Kulusevski ha riposato un po’ dopo 6 partite consecutive; poi è entrato benissimo. Non mi aspettavo Dybala reggesse 90 minuti, ma ha corso molto fino alla fine: è una nota positiva” – Kulu ha la stoffa del campione vero: entra dalla panchina, pareggia con un golasso e trascina l’arrembaggio bianconero. La Joya, alla prima da titolare in stagione e in evidente ritardo di condizione, ha regalato sprazzi di grande classe. Con Paulo al 100%, l’attacco bianconero è uno dei migliori d’Europa.
“Bonucci verrà valutato domani” – Speriamo bene.
“Quando giochi contro Verona o Atalanta è difficile: ti vengono a prendere uomo contro uomo a tutto campo. Abbiamo saltato bene la loro pressione, ma è mancato l’ultimo passaggio. Dobbiamo migliorare” – La squadra di Juric ha fornito un’ottima prestazione: carattere, solidità ed intensità per 60 minuti. Poi con il calare delle energie, hanno sofferto compatti. Questo Hellas era un cliente veramente scomodo. Tornando alla Juve: manca affiatamento in fase di rifinitura, ma arriverà.
“Intensità del Verona rende partita più difficile di quella di Kiev. Stasera il clima era più soporifero rispetto alla Champions. Bisogna partire sempre con una certa determinazione, perché le partite si vincono anche con questa” – Mentalmente non siamo certo i cannibali del quinquennio Allegri. Però la squadra è fortemente ringiovanita e gli spalti vuoti stimolano cali di tensione. Mantenere alta la determinazione è necessario, perché nel calcio moderno la testa conta quanto qualità tecniche e disposizione tattica.
“CR7, Morata e Dybala potranno giocare insieme o in coppia tra loro. In base alle caratteristiche di ognuno, ci adattiamo con gli altri giocatori. Cristiano parte da centro sinistra, girando attorno alla punta” – Difficile immaginare il tridente pesante senza precludersi ampiezza ed efficacia in fase di non possesso. Magari Pirlo nasconde un asso nella manica…
“Giocatori in campo possono interscambiarsi le posizioni durante la partita, che devono rimanere comunque tutte coperte” – Il sistema di Pirlo prevede zone di campo da occupare in fase offensiva. Gli attaccanti dovranno rotare sul fronte d’attacco occupandole sempre tutte, senza dare però riferimenti fissi alla difesa avversaria.
Juve-Verona 1-1: Pareggentus
Si ha come l’impressione che quest’anno il campionato sarà una lunga via crucis,
costellata di tappe dure, salite, corone di spine, frustate. E la
gloria non è assicurata, come ogni anno d’altronde, ma stavolta sembra
ancora più tortuoso il sentiero che conduce al paradiso tricolore.
Bisogna volergli bene a questa Juventus,
perché è gracile e insicura come un adolescente e paga le colpe di chi
improvvisa. Ma ha questa smania giovanile di credere ai miracoli, di
buttarsi via e riprendersi, di non gettare la spugna. Traversa, cm che
danno prima e tolgono poi, altra traversa, Bonucci costretto a uscire.
Fattori esterni riassumibili nella dea da dieci decimi, nemica di quella
bendata, che sceglie sempre bene le sue vittime.
Poi ci sono le pene che gli uomini in maglia rosa si infliggono da soli: una fragilità a centrocampo che scopre la difesa, come un carico calato senza briscola a proteggerlo.
L’inesperienza del giovane Pirlo che Juric contiene in 10 minuti di primo tempo. Le ultime occasioni concesse a Bernardeschi…
a contarle si fa fatica: sono più le chance date al carrarino o le
volte in cui Spadafora ha promesso di non parlare più di Ronaldo?
Il 33 almeno lo puoi sostituire tra un tempo e l’altro, il ministro no…
La follia di insistere su Berna viene resa ancora più impietosamente evidente al momento della sostituzione con Kulusewski:
lo svedese si prende in mano il ruolo senza leggere il copione: sa cosa
fare e come farlo. Rivitalizza la squadra, svaria a destra e sinistra,
gioca con e per i compagni. Non sembra mai uno capitato lì a caso, a
fare jogging sul prato dello stadium. E segna un gol straordinario.
Non esiste buttare 60 minuti giocando in 10. Sintetizziamo così il concetto: Bernardeschi esce al 60esimo con 60 minuti di ritardo.
Sparare sul 33 però non deve diventare sport nazionale anche se ormai
come figura retorica si sta sostituendo alla croce rossa. Non è lui la
radice dei mali, ma si deve ripartire dagli insegnamenti del maestro
Roberto Carlino: non dai “sogni ma dalle solide realtà”. È una
consapevolezza che va acquisita, come in ogni processo di maturazione
attraverso cui passano gli adolescenti.
Il Verona gioca bene, è organizzato, si difende con fosforo, prende le misure velocemente ai bianconeri come un sarto esperto, pressa alta e quando la pompa non regge più si ritrae ordinato.
Nella Juve spiccano le prestazioni di Danilo, Cuadrado, Morata che anche stasera aveva realizzato un gol meraviglioso e oltre allo svedese col 44 anche Dybala ha fatto una partita da vecchio diesel che fa bene sperare.
Tiriamo una linea: dopo l’iniziale vittoria con la Samp la Juve ha infilato 3 pareggi consecutivi.
Di questi gli ultimi 2 si possono inserire serenamente nel conto dei
“punti buttati”. Comune denominatore: tutti e 3 recuperati da
svantaggio. Bicchiere semipieno o semivuoto?
In mezzo la partita mai
giocata col Napoli che ora come ora bonifica la classifica e ci dà 3
punti che oggi ci sono ma domani chissà.
Tolta di mezzo la
matematica resta l’italiano e la geografia: nello scacchiere di questa
serie A martoriata da una crisi mai vista prima e affrontata da un
governo che fa il tifo contro, la Juventus si colloca per adesso in
periferia. Ad altri i quartieri alti: chi per solidità, chi per
brillantezza ci sono alcune squadre che sembrano correre mentre i nostri
inciampano.
Però ci provano, non riuscendoci, sfigati come Calimero
e come lui non si arrendono, insistono. Come Spadafora con la storia di
Ronaldo in Portogallo.
Per questo bisogna volergli bene a questa Juve: perché va protetta, perché ci prova sempre e comunque e perché Cristiano sta tornando.