di Jacopo Diego Azzolini
I cinque scudetti consecutivi hanno in Leonardo Bonucci un indiscusso protagonista; il difensore è stato uno dei giocatori maggiormente cresciuti nel periodo con Conte allenatore e si è confermato, migliorandosi ancora, sotto la gestione Allegri. Oggi, discutere Bonucci è impresa quasi impossibile; Leonardo è ormai diventato un pilastro della Juventus a tutti gli effetti, vuoi per le qualità tecniche, vuoi per il carisma. In questo quinquennio, i suoi numeri in campionato offrono interessanti spunti di riflessione:
Nel 352, la costruzione del gioco viene affidata al rombo formata dai tre centrali di difesa e dal mediano/regista davanti la difesa: in questo sistema diventano quindi fondamentali i due vertici, basso e alto, del quadrilatero, in quanto rappresentano le principali fonti della manovra bassa. Quando il regista viene marcato a uomo – soluzione spesso scelta dagli avversari bianconeri -, Bonucci diventa di fatto il giocatore cui è deputata la costruzione del gioco: sotto la gestione Conte, l’esempio più chiaro fu la trasferta di Lione, gara in cui Leo arrivò a fare qualcosa come 103 passaggi, quasi il doppio rispetto alla sua media stagionale.
Dal 2011-2012 in poi – ossia, l’anno calcistico in cui è iniziata l’ascesa del giocatore – l’aumento dei passaggi effettuati in una singola gara è piuttosto significativo. Ed è cresciuto anno dopo anno. Siamo passati dai 48.2 del 2011-2012 ai 63 dall’annata appena conclusasi. Va poi aggiunto che nella stagione 2015-2016, la prima post Pirlo, è proprio Bonucci il giocatore bianconero con più passaggi a partita. E’ la prima volta che il viterbese raggiunge questo primato. In Serie A è invece il quarto difensore, dopo Koulibaly, Astori e Albiol.
Per quanto riguarda i lanci lunghi, il dato è interessante perché offre una panoramica sulle differenze tra la Juventus di Conte e quella di Allegri. Dopo Firenze, Bonucci disse questo: “Ogni tanto faccio arrabbiare Allegri con i lanci lunghi, ma per me giocare la palla è la cosa essenziale del calcio”. In effetti, i lanci lunghi sono diminuiti e, se dipendesse da Allegri, il calo probabilmente sarebbe ancora più drastico. Indipendentemente dall’allenatore in panchina e dal diverso modo di disporre la squadra, Bonucci riesce a mantenere intatta la propria precisione in fase di appoggio, garantendosi ogni anno una percentuale di passaggi riusciti molto alta. Il dato aumenta il proprio valore se si pensa che stiamo parlando di uno dei giocatori che tocca più palloni a partita. Il culmine è stato raggiunto nella stagione 2013-2014, dove il giocatore è arrivato al 90.1% di passaggi riusciti. Curiosamente, è anche l’anno in cui si è verificato il divario maggiore tra campionato e Champions: se nelle ultime due stagioni la cifra è piuttosto simile, nel 2013-2014 la percentuale di passaggi riusciti in Coppa Campioni è stata appena dell’83.9%, ossia più di 6 punti in meno rispetto alla Serie A. Evidente la tendenza a un gioco maggiormente verticale in Europa per sfuggire alla pressione avversaria, mentre tra le mura domestiche quella Juventus poteva gestire con tranquillità il possesso.
Il numero di intercetti ha avuto quest’anno il suo culmine da quando è alla Juventus: 2.3, esattamente quanto Chiellini, entrambi di poco staccati dal primatista Marchisio:
Il dimezzamento dei tackle va (quasi) di pari passo con quello effettuato da tutta la squadra, passata dai 17.68 della stagione 2012-2013 agli 11.55 di quest’anno. Si mantiene inoltre elevata la quota dei disimpegni, dove per la prima volta Bonucci supera un Chiellini che lo precedeva da ben 4 stagioni, ottenendo la leadership anche in questa classifica. Tutti questi numeri fotografano al meglio le caratteristiche di uno dei difensori tecnicamente più forti d’Europa – pure Guardiola ha rivelato pubblicamente di stravedere per lui – ed evidenziano la sua evoluzione nel corso degli anni.
Leonardo è riuscito a mantenere la propria importanza all’interno di due filosofie diverse. Con Allegri i difensori sono molto più aggressivi nelle marcature, anche Bonucci segue lontano dalla propria zona il proprio uomo. La precisione dei passaggi dipende dai movimenti dei compagni e dalla loro capacità di smarcamento: più linee di passaggio offrono, maggiore è la possibilità per Bonucci di cercare l’imbucata tra le linee. In generale, Allegri vuole maggiore pazienza e tranquillità nella gestione della palla muovendo la stessa con lucidità e senza frenesia; la stessa calma viene declinata in una maggiore abilità nella lettura dei passaggi avversari e in un posizionamento più proiettato alla chiusura delle linee dei passaggi. L’aumento dei disimpegni, invece, evidenzia anche il miglioramento nella marcatura dell’uomo. Cinque anni, cinque scudetti: da assoluto protagonista.