Quante volte abbiamo ascoltato o letto la frase più populista e schietta del calcio italiano: “ah, se non ci fosse la Juve!“.
Un desiderio che affratella i popoli, congiunge le tifoserie, unisce l’ultrà più becero al docente universitario, passando ovviamente dal giornalista social. Ah! Se non ci fosse la Juve!
Non ci sarebbero malafede arbitrale, corruzione, polemiche, veleni, presunti sponsor di AIA e Nazionale, non ci sarebbe sudditanza, nessun media schiavo che pompa squadra e calciatori e copre i misfatti, niente scandali più bui della storia del calcio, niente doping (?!), né calcioscommesse (?!!), niente gol fantasma, niente accerchiamenti, nessuna squadra si scanserebbe più o giocatore darebbe forfait di proposito.
Se non ci fosse la Juve sarebbe un campionato splendido, solo belgioco, spettacolo sul campo e sugli spalti, senza violenza e criminalità, senza bambini che ingiuriano e senza cori razzisti.
Senza la Juve la Serie A sarebbe il paradiso, con VAR e Goal Line sistemi perfetti senza possibilità di errori, con manti erbosi impeccabili, temperatura mite e giornalisti competenti ed imparziali. Senza Juve una ola ininterrotta si susseguirebbe su tutti i campi per 90 minuti al grido di “Chi non salta non può essere Bianconero manco se lo vuole, eh eh! ” è con le sciarpe “XXXmerda” alzate al cielo.
Sì certo, sarebbe un torneo più povero e involuto, con la metà degli spettatori e del pubblico, nessuna big con stadio di proprietà, centinaia di milioni di acquisti nel mercato interno non finanzierebbero le altre squadre, costrette a vendere campioni solo all’estero, rendendo ancor più povera la A. Sì certo, la Nazionale non avrebbe una squadra in grado di fornire costantemente dai 4 agli 8 titolari per vincere Mondiali ed Europei e appena i titolari calano a 3 manco ci si qualifica. Sì certo i miglior risultati europei negli ultimi anni sarebbero due ottavi persi contro il Real (resterà nella storia), anche se forse, senza Juve, Zidane non avrebbe “imparato a vincere“, certo nel ranking saremmo dietro Francia e Portogallo, con 3 posti in UCL, o magari meno vista l’assenza di un Agnelli nell’ECA e nel board UEFA, però chissà, senza Platini magari in UEFA e FIFA non ci sarebbe corruzione, e poi senza Juve e Muntari la storia del Milan sarebbe stata ben diversa. Certo, in Europa non ci sarebbero Messi, Muller o Ronaldo da tifare al momento giusto. Ma vuoi mettere? Dai su, il calcio senza Juve sarebbe fantastico.
Ebbene, un assaggio di questo scenario idilliaco si è avuto ieri, una domenica perfetta senza Juve, al ritorno dalla sosta infarcita dalle solite polemiche, per colpa della Juve.
Un giorno perfetto, l’idealizzazione di un desiderio comune nella Nazione.
Alle 12.30 di questo giorno perfetto, si è partiti con Atalanta-Napoli, con la capolista lanciata verso il 3° scudetto negli ultimi 7 anni (dopo quelli conquistati da Mazzarri e Sarri, senza Juve), per eguagliare il tris di scudetti giallorossi (la storica doppietta dell’idolo Rudi Garcia ed il titolo vinto all’ultima giornata da Spalletti, con lo struggente addio di Totti con la coppa alzata al cielo).
Spettacolo in campo a Bergamo con ben 3 tiri in porta in 95 minuti: una parata di Reina e due gol in dubbio fuorigioco del Napoli, uno convalidato, uno no. Ma che importa? Non c’è la Juve, nessuna polemica sterile! Il cronista Caressa esulta come non ci fosse un domani, nel nome del belgioco e del calcio onesto e senza macchie, i giornalisti social magnificano il Napoli maturo delle vittorie ciniche e forse il gol è in offside, forse il VAR sbaglia, ma comunque il gol successivo di Hamsik è buono e in ogni caso il Napoli ha meritato. Niente polemiche.
Dopo gara Sarri con un tono divertito e un eloquio familiare dice: “prima facevamo cazzate e ora no, con Insigne ci si incazza sempre e gli ho detto stai seduto e non rompere i coglioni, la Lega ha fatto una cazzata clamorosa“. Non proprio parole adatte ai piccoli appassionati di calcio, ma dai su, ormai cazzo e coglioni li trovi anche nei cartoni animati. E poi senza Juve la Lega non avrebbe fatto cazzate (anche se pare non le abbia comunque fatte) e Sarri non avrebbe chiuso con la stoccata a Marotta che ha risposto sul Sassuolo. Ecco vedi, la Juve controlla squadra e giocatori, altro motivo di gioia senza di lei!
La giornata è proseguita con altre gare che, senza Juve, avrebbero tenuto gli spettatori americani, asiatici ed europei davanti allo schermo come Verona-Crotone, Bologna-Benevento o Udinese-Spal. Poi la spettacolare Lazio con Inzaghi che stavolta non se la prende col VAR che gli rovina l’emozione di un rigore negato al Chievo sul 2-1 e del gol convalidato a Sergej sul 3-1.
Si continua con Cagliari-Milan, e anche in questo caso, senza Juve, il VAR si dimostra strumento infallibile non rilevando il fuorigioco di Kalinic nel 1-2, mica come con Bernardeschi e le polemiche annesse. Per questo ci si concentra solo, sui cori razzisti contro Kessié, un inedito a Cagliari, vista la bufala degli inesistenti cori a Matuidi.
Infine Inter-Roma, squadre che da quando non c’è la Juve, non sono più piangina e complottiste, non parlano di Palazzo e Sistema, niente panoladas o limortanguerieri. 1-1, risultato perfetto in un giorno perfetta, con un mister che parla di tattica e tecnica e l’altro di mentalità e condizione. Niente arbitri o palazzi.
Infine, la giornata perfetta si conclude con la trasmissione perfetta e il giornalista perfetto: Sky Calcio Club di Caressa (e Mauro).
Si parte con un lavoro di 2 ore e l’uso del 3D per dire che Mertens è in fuorigioco, che il gol che dà al Napoli una vittoria fondamentale nella corsa al primo scudetto VAR è in effetti irregolare, ma, attenzione! Lo è solo per mezza scarpa, 2 centimetri (?!) e quindi nulla, regolare.
Peraltro si sa, spiega Caressa, nei casi di fuorigioco l’arbitro non può rivederla, è OGGETTIVO, ed il contesto sociale stavolta si fotte. Poi il discorso passa a Verdi “per me ha sbagliato, doveva andare, non ha ambizione“, mica come gli ambiziosi Gabbiadini, Pavoletti, Giaccherini, Tonelli, Maksimovic, Chiriches, no, Verdi ha fatto come i pavidi Zapata e Strinic, bleah. Diverso fu il caso Di Natale, eroe romantico e napolista dentro, ma la Juve non esiste, inutile parlarne.
Infine una stoccata al fair play, quello strumento cattivo che consente alle inglesi che fatturano 800 milioni di spenderne 200 ma limita incredibilmente la Roma piena di debiti, l’Inter che emette bond per spalmarli o il Milan che è stato acquistato con soldi presi a strozzo e ha speso in 1 mese più di quanto incassi in 2 anni. Assurdo! Cattivo, cattivo fair play!
Poi a far ridere (..) ci pensa De Grandis che prendendo in giro una squadra amatoriale che palleggia dice “in pieno stile tiki-taka, come ci ha insegnato Sarri…o Montella”. Come se Guardiola e gli altri non fossero mai esistiti, altro che Juve.
Tutto perfetto, tutto fantastico. Poi però arriva la triste realtà e cala il gelo: Caressa si ricorda che il mondo e il calcio non sono ancora perfetti, che la Juve purtroppo esiste ancora e chiede, con una speranza molto flebile: Massimo (Mauro), secondo te la Juve domani può risentire della pressione? Risposta: NO! Ecco, sapevo già mi avresti risposto così, ma ci ho provato.
Ma proprio quando la mestizia cala sullo studio, spunta Cambiasso, con un guizzo dei suoi: domani no, ma vedrai che quando arriva la Champions, allora sì che la Juve può avere problemi.
Ecco, c’è sempre speranza di un mondo migliore, di “uno Scudetto che risolleverebbe le sorti di un Paese”. In effetti negli ultimi anni in cui è arrivata in fondo ed è stata l’unica italiana nelle coppe la Juve poi si è distratta, no?
Sandro Scarpa.