FINALE E TARLO
Negli ultimi 5 anni la Juve sta compiendo miracoli sportivi e di crescita economica, tecnica ed organizzativa. In questi anni ci siamo sentiti dire che l’obiettivo è colmare il gap con i top club, attraverso uno sviluppo sostenibile e arrivando in Primavera in corsa per tutti i titoli. Perfetto: missione centrata anche in un anno di rinnovamento.
C’è però un tarlo che, con un campionato ancora incerto e ad un ottavo proibitivo rode: la Juve sta davvero crescendo e continuerà a farlo o è rimasta e rimarrà nel “guado”?
Spiego.
Il cammino europeo dell’anno scorso è stato un incredibile e inaspettato salto in avanti. Vuoi per i sorteggi, vuoi per un magico stato di grazia, abbiamo raggiunto una finale CL ben prima di quanto avessimo sperato. A quel punto, come insegna il Bayern sconfitto dall’Inter di Mou e dal Chelsea, avremmo dovuto continuare a crescere, tenere i pezzi pregiati e, grazie agli introiti record di CL, riprovarci con maggiore convinzione.
In estate è successa solo la metà di questo: abbiamo investito su un gioiello –poi esploso-, Dybala, e su uno dei migliori terzini al mondo, Alex Sandro. Poi abbiamo colto l’opportunità di un pezzo di rara duttilità e –sottovalutata- utilità, Cuadrado. Al contempo abbiamo salutato due uomini ormai logori o involuti: Pirlo e Llorente, e preso giovani da far crescere: Rugani e Zaza. Fin qui, ottimo, operazioni “alla Bayern”.
Poi ci siamo trovati di fronte a 3 scelte individuali: Tevez, Vidal e Coman. Tutti hanno chiesto di andare, per ragioni di vita o di carriera. Abbiamo reagito puntando su gente carismatica e matura come Mandzukic e Khedira, e –dopo il tormentone Draxler– ripiegando su Hernanes.
COSA AVREBBERO FATTO LE BIG?
Ecco. Ci poniamo tre domande retoriche:
- un club arrivato ad un soffio dalla vittoria di CL, può dar via tre pezzi pregiati, due dei quali andati a rinforzare una “diretta rivale Champions”?
- una squadra che punta a crescere in CL, può cedere campioni per comprarne dei potenziali e ricominciare daccapo ogni volta?
- Barcellona o Bayern avrebbero ceduto il miglior attaccante (31 anni), uno dei migliori centrocampisti (29 anni) e il prospetto più luminosi (19 anni), ad ogni prezzo, o li avrebbero persuasi puntando con convinzione alla vittoria di CL?
La risposta alle 3 domande è ovvia: NO! Un top club con fatturato superiore non fa partire campioni, non ricomincia daccapo e sì, li convince, con soldi e progetto, a restare.
La Juve ha fatto di tutto per trattenere Tevez (si parla di assegni in bianco), non poteva offrire 7-8 milioni di ingaggio a Vidal (né promettergli di lottare per la vittoria di CL), e non poteva garantire a Coman maggiore impiego (peraltro titolare nelle prime due gare, in un ruolo non suo), né fronteggiare il fascino della chiamata di Guardiola.
DOVE SAREBBE ARRIVATA LA JUVE?
Questo però ci porta ad un’altra serie di domanda retoriche:
- Questa Juve, con gli innesti pianificati di Dybala e Sandro (ed il low cost Cuadrado) e con la conferma di Tevez, Vidal e Coman, convinti sia progettualmente che economicamente, avrebbe già stravinto questa serie A, come Barca, Bayern e PSG? Avrebbe facilmente vinto il suo girone con un ottavo più morbido? Avrebbe potuto puntare alla CL, un gradino sotto Barca e Bayern, sfruttando la continuità tecnica e tattica rispetto ad altri top club in difficoltà come il Real o le inglesi?
Risposte quasi scontate: SI!
E’ chiaro che il “rinnovamento” o “ringiovanimento” (i 10 nuovi, i ‘92-‘93 in campo) può comportare inizi di stagione pessimi, dovuti anche a problemi di preparazione. Eppure l’età media dei titolari non è affatto calata (Khedira per Vidal, Mandzukic per Tevez, Dybala per Morata e tutti gli altri con un anno in più), così come quella dei rincalzi (Zaza per Llorente compensato da Hernanes per Coman).
Qualcuno può eccepire che non si tratta solo di età anagrafica ma di stimoli e logorio, magari Tevez e Vidal avevano già dato il massimo e non avrebbero reso più allo stesso modo, senza stimoli. Probabile. Eppure i vari Mascherano o Robben non risulta siano stati ceduti per aver già dato il massimo o per avere pochi stimoli dopo decine di titoli. Così come Buffon o Barzagli pare trovino sempre nuovi stimoli. E, in ogni caso, qual è la differenza di “logorio” che porta la Juve a cedere Vidal e non Lichtsteiner? La politica della Juve “alla Moggi”, cioè vendere campioni trentenni per comprarne di nuovi, a livello italiano ha portato ad una sequela infinita di successi, ma a livello europeo, dopo l’avvio record della Juve di Lippi, ha riscosso ben poco, soprattutto se confrontato a quanto riuscito al Milan, a parità di fatturato e ingaggi dell’epoca.
CRESCIAMO O NO?
Tutto ciò ci porta alla domanda che le contiene tutte e che rivolgo a voi.
Posto che la crescita graduale della Juve aumenta il gap col resto delle italiane, ma non colma affatto quello con le big UE che –ahinoi– crescono al doppio della velocità (per ragioni anche strutturali), posto altresì che la prossima estate dovremo fare ancora i conti con campioni che se ne vanno, campioni che invecchiano, campioni logori e nuovi potenziali campioni da rodare, la domanda è:
- La Juve è cresciuta e continuerà a crescere, o resterà sempre nel guado, a metà strada tra ottimi club (Atletico, Dortmund, Chelsea, City) e top club (Barca, Bayern, Real, PSG, forse United), puntando quindi ogni anno “solo” a primeggiare in Italia e invece a barcamenarsi nei gironi Champions, sperando in benevoli sorteggi tra ottavi e quarti, ma con scarse velleità di vittoria finale?
Sandro Scarpa.