I bianconeri, in vantaggio per primi con Lichtsteiner, si fanno rimontare dall’Inter e incassano la prima sconfitta stagionale
La Juve incassa la sua prima sconfitta stagionale a San Siro, al termine di una partita non bella, poco emozionante, se non per qualche tratto della ripresa, ma che i bianconeri erano anche riusciti a portare dalla propria parte, sbloccando per primi il risultato, proprio nel momento migliore dell’Inter. Una reazione che non si ripete però dopo che i padroni di casa ribaltano il punteggio in dieci minuti e che anzi rende ancora più amaro il 2-1 finale.
Partita non bella si diceva, anche per l’atteggiamento di entrambe le squadre che in avvio di gara danno il meglio nella fase difensiva, con pressing alto, pochi metri tra le linee e spazi chiusi. Per la prima fiammata della gara si deve attendere il 20′, quando prima Dybala, con il destro, e poi Icardi di test, arrivano a concludere, vedendo i loro tentativi ribattuti. Al 34′ Khedira ha un’ottima occasione, nata dalla grande apertura della Joya e dal cross di Alex Sandro ma, pur solo a centro dell’area, colpisce male di testa. Sul capovolgimento di fronte è Icardi a rendersi pericoloso e a scheggiare il palo don un destro potente.
Tra i due momenti l’unico appunto sul taccuino è l’ingresso di Barzagli per Benatia, uscito per un fastidio muscolare, e dopo va annotato il destro di Pjanic che dal limite non centra lo specchio della porta per pochi centimetri.
L’Inter che inizia la ripresa è più decisa e per i primi dieci minuti costringe la Juve nella sua metà campo, producendo però solo un tiro cross di Eder bloccato da Buffon e un destro di Banega, messo in angolo da Chiellini.
I bianconeri patiscono il pressing alto degli avversari e qualche imprecisione di troppo impedisce loro di alleggerire la pressione. I nerazzurri creano la loro migliore occasione dell’incontro al 18′, quando Icardi pesca l’inserimento di Candreva, il cui diagonale al volo sfiora il palo alla destra di Buffon.
La reazione della Juve al pericolo corso è letale: caparbia azione di Asamoah, che tiene palla sulla trequarti e allarga per Alex Sandro sulla sinistra. Il brasiliano se ne va di forza e mette nell’area piccola un traversone teso e potente, sul quale si avventa Lichtsteiner, che da due passi spedisce in rete.
La gara sembra mettersi al meglio per i bianconeri e invece due minuti dopo arriva il pareggio dei padroni di casa, con il colpo di testa di Icardi, che devia alle spalle di Buffon il cross dalla bandierina di Banega.
Allegri cambia alla mezz’ora, inserendo Higuain per Mandzukic, ma è ancora l’Inter a colpire, rubando palla ad Asamoah al limite della propria area e innescando Icardi. L’uscita di Buffon sventa il primo tentativo, ma l’argentino riesce a tenere il pallone in campo e a scodellarlo sulla testa di Perisic, che infila nell’angolino.
Sotto di un gol a dieci minuti dalla fine Allegri tenta il tutto per tutto, togliendo Chiellini, inserendo Pjaca e passando al 4-3-3. Higuain sfiora il palo di testa, mettendo a lato il traversone di Alex Sandro, quindi Pjanic alza troppo la mira su calcio piazzato. Nel finale l’Inter rimane anche in dieci per il doppio giallo rimediato da Banega, ma nonostante la superiorità numerica la Juve non riesce a pungere e il punteggio non cambia più. La delusione è comprensibile ed evidente, ma andrà trasformata in rabbia, per rifarsi subito, già nella prossima gara, che mercoledì vedrà i bianconeri ospitare il Cagliari allo Stadium.
INTER-JUVENTUS 2-1
RETI: Lichtsteiner 21′ st, Icardi 23′ st, Perisic 33′ st
INTER
Handanovic; Santon (34′ st Miangue), Miranda, Murillo, D’Ambrosio; Joao Mario, Medel (30′ st Melo); Candreva, Banega, Eder (24′ st Perisic); Icardi
A disposizione: Carrizo, Miangue, Nagatomo, Yao, Ranocchia, Kondogbia, Biabiany, Gnoukouri, Palacio, Jovetic
Allenatore: De Boer
JUVENTUS
Buffon; Benatia (25′ pt Barzagli), Bonucci, Chiellini (35′ st Pjaca); Lichtsteiner, Khedira, Pjanic, Asamoah, Alex Sandro; Mandzukic (29′ st Higuain), Dybala
A disposizione: Neto, Audero, Rugani, Dani Alves, Evra, Lemina, Cuadrado, Hernanes
Allenatore: Allegri
ARBITRO: Tagliavento
ASSISITENTI: Passeri, Costanzo
QUARTO UFFICIALE: Cariolato
ARBITRI D’AREA: Banti, Valeri
AMMONITI: 19′ pt Lichtsteiner, 29′ pt Barzagli, 46′ pt Asamoah, 1′ st Medel, 38′ st Banega, 45′ st Banega, 51′ st Handanovic
ESPULSI: 45′ st Banega
A CALDISSIMO / Inter-Juve 2-1: Incubo di una sera di fine estate, blackout settembrino
Blackout milanese in una domenica di fine estate per la Vecchia Signora: sconfitta contro i nemici più acerrimi fa sempre male, figuriamoci quando arriva in queste condizioni, e cioè con una pessima prestazione nonostante il vantaggio iniziale.
Risultato da archiviare in fretta, tutto da archiviare in fretta, gli incidenti di percorso possono capitare, purché siano, appunto, incidenti.
Ancora sorprese di formazione per mister Allegri che concede un turno di riposo a Barzagli per schierare Benatia (poi infortunatosi quasi subito con Barzagli dentro al suo posto per tornare all’antico) con Bonucci e Chiellini, altra occasione da titolare per Lichtsteiner dopo la sfida col Sassuolo, torna titolare Alex Sandro in campionato, prima da regista per Pjanic – al centro del gioco in tale posizione, ma forse troppo lontano dalle zone calde per incidere come potrebbe – con Khedira interno destro ed Asamoah interno sinistro, ma soprattutto panchina per Gonzalo Higuain con Mandzukic accanto a Paulo Dybala.
Prima frazione tutt’altro che spettacolare: i bianconeri lasciano il pallino del gioco agli avversari, non c’è particolare qualità nelle rare ripartenze, e quando si riesce ad arrivare nella trequarti nerazzurra grazie alle giocate di qualità di Dybala – sempre ad agire lontanissimo dalla porta -, si spreca male con Khedira, insolitamente impreciso ed impacciato.
Praticamente mai utilizzata la corsia di destra, si spinge dal lato di Alex Sandro col brasiliano bravo a sfruttare l’1 vs 1 contro D’Ambrosio, mentre dietro è quasi una costante sofferenza per il poco filtro del centrocampo con la difesa lasciata quasi sempre nell’uomo contro uomo.
La ripresa è una copia più veloce dei primi quarantacinque minuti: poco movimento, poche iniziative personali, troppe disattenzioni, anche se comunque si passa in vantaggio non a caso con un taglio di Lichtsteiner bravo a sfruttare la giocata di Alex Sandro.
Due amnesie dietro, però, fanno perdere tutte le certezze: Barzagli perennemente a freddo, Mandzukic che dimostra di non essere un difensore, Asamoah travestito da corpo estraneo, e la frittata è fatta.
Non arriva neanche la reazione mentale, ed è forse la cosa più preoccupante, oltre alla poca prontezza di Allegri che prova a dare una svolta al match quando ormai i buoi erano già scappati dalla stalla.
In questi casi solitamente si dice “sconfitta salutare”, francamente non si capisce cosa ci possa essere di positivo da un 2-1 subito a San Siro contro un’Inter che ci avevano detto essere in netta difficoltà.
Già mercoledì bisogna ripartire, toccherà al mister ricaricare le pile dalla A alla Z perché la Juve non può e non deve essere questa: attendere, prego.
A CALDO / Inter-Juve 2-1: Icardi e la difesa perfetta non esistono, saremo felici se…
Cosa ricordare?
Che eravamo superiori in tutto (vi evito la lista) tranne che nel gioco. Eravamo uguali in quello.
Qualcuno rimaneva sull’onda dei primi 45 minuti stagionali. Quelli in casa contro la Fiorentina.
Con il Sassuolo era stata una fiammata. Sono pericolose quelle. Pericolosissime. Perché poi ci si scotta.
Come dire, come pensare: tanto i gol li facciamo quando vogliamo.
Ci sono due modi per essere costantemente superiori, dimostrandolo: controllare ogni mattonella del campo, ma controllare davvero, oppure essere propositivi da spavento. Nel senso letterale.
Noi siamo ondivaghi, con Allegri si balla tra la ricerca di una costante e l’altra. Può anche finire, a volte, che rimani nel guado e fai la figura del pellegrino. Tanto più se la si perde andando in vantaggio a metà ripresa.
Non credo fosse questo ciò che intendeva Chiellini. Ma lo penseranno in tanti. Si è fatta la fine, anzi loro alla fine non la fecero, di Guardiola & co. che se la facevano addosso soltanto a vederlo, Morata.
Icardi non esiste. La difesa perfetta non esiste. E se quel reparto è il tuo meglio assoluto, tocca accettare anche la partita in cui tutti sbagliano tutto. Tutti e tre. E’ successo anche ai migliori, forse per la prima volta, contemporaneamente. Senza stare a dare troppe inutili giustificazioni.
Cosa dedurre?
Che l’apporto dei tre reparti dovrà costruirsi su un livellamento tendente al pari.
Le partite in cui non riesce quasi nulla, in cui alzi la palla come solo in un’altra partita di Monaco di Baviera (capirete che formazione e contesto erano molto diversi, tra flagellazioni e peso specifico dei singoli, non ce ne voglia l’amico Peluso…), ecco di quelle partite non va studiato niente.
Nemmeno Alex Sandro, unico sufficiente ben oltre la sufficienza. Che se lo studiamo ancora un po’, perdiamo tempo dove non serve.
Deduciamo poi che il messaggio di Allegri è che c’è pressione. In primis su di lui, per la prima a nudo in questo ruolo, visto il suo solito lasciarsi scivolare molto bene le cose addosso. Una pressione inaugurata dal discorso contro le presunte farfalle di Juventus-Sassuolo. Già, quella delle fiammate.
Il cavallo ha sciolto le briglie? Lascialo andare. Guarda dove va a finire. Se sbaglia strada hai solo il compito di indicare il percorso alternativo.
Era difesa a tre anche quella, era Gonzalo Higuain, non era forse il momento di stare a toccare e ritoccare. Facile dirlo adesso, ma inutile negare che qualcosa era nell’aria. Il Siviglia difensivista ha fatto specchietto per le allodole.
Non siamo forse noi i difensivisti?
Vantiamocene.
Ma allora strutturi una campagna acquisti diversa, una comunicazione diversa, una favola del trequartista (modernamente: uno o più uomini tra le linee) diversa. Non è stato così. Ci si divertirà adeguandosi alla realtà dei fatti.
Vogliamo gradualmente cambiare?
Questa Juve, dal vertice alla base, è un ottimo diesel, piuttosto rodato. Al punto da capire perfettamente che alcune sconfitte, quasi tutte, ricadono sotto la categoria del “meritate”. Cambiare non è sperimentare. Non più. Anche perché il cambiare è solo nella testa. Fare le cose logiche. Correggere. Reagire a un piccolo grande disagio.
Coraggio.
Ce lo aspettiamo.
Qualcosa ce lo aspettiamo.
Qualcosa di simile alla stagione di due anni fa con un impeto di squadra, di qualità e verve media, che sia finalmente espresso in maniera compiuta. Poi magari perdi, e l’anno successivo saremo soltanto un po’ più vecchi, un po’ più felici e altrettanto al fianco della squadra.
Garantito.
Il Buono, il Brutto e il Cattivo di Inter-Juve 2-1
IL BUONO: Alex Sandro. A prescindere dall’assist, è l’unico a meritarsi un voto alto e a tenere alto il rendimento sia difensivamente che negli sganciamenti offensivi che nel giro palla. Tra lui ed Evra è un no contest.
IL BRUTTO: L’infortunio di Benatia. È vero che il peggiore in campo, ancora una volta, è Asamoah, ma uno stop del difensore marocchino potrebbe avere ripercussioni pesanti. Le sue ultime due stagioni sono state segnate da questo tipo di infortunio, e Barzagli oggi ha dimostrato di aver bisogno di un po’ di respiro.
IL CATTIVO: La difesa sulle palle inattive sta diventando un problema. Icardi in acrobazia è un fenomeno ed è in forma smagliante, ma tre gol su tre presi nello stesso modo sono preoccupanti.
Come perdere la partita più antipatica
Inter – Juventus 2-1.
La Juve perde la partita più antipatica, passando anche in vantaggio con Lichsteiner. Una azione bellissima di Alex Sandro.
Un off–side inesistente chiamato sullo 0-0 al primo minuto a Khedira. E un rigore per pugno di Handanovic a Khedira nel finale.
Inter con più ritmo e Juve più cinica sino all’ 1-1. Questa la cronaca della partita.
L’ analisi è più dura per la Juventus e per il suo Mister. Ancora una volta Allegri regala 60 minuti senza la voglia di affondare.
Allegri pensa che la difesa non commetta mai errori e che le partite finiscano sempre con la Juve senza gol presi e l’ episodio che ti consente di vincere 1-0. Accadde così contro Napoli e Roma l’ anno scorso ed in molte altre partite.
In questo modo lo scudetto probabilmente si vince. La Coppa no.
Su 38 giornate alla fine vinci lo stesso e gestisci bene le forze. La mia convinzione è che nelle partite di cartello e soprattutto nelle partite di Champions, Allegri dovrebbe schierare sempre i piedi buoni (Cuadrado, Sandro, Pjanic, Higuain, Alves).
Ovviamente il fatto che Asamoah perda una palla come un principiante e l’accoppiata Mandzukic–Bonucci salta meno di Icardi, non è imputabile ad Allegri.
Al Mister è imputabile il fatto che si metta in campo una formazione per fare 1-0. E poi quando gli altri segnano non vinci.
A mio modesto modo di vedere bisognerebbe entrare in campo non preoccupandosi (“Asamoah ed Evra mi garantivano più copertura“ la dichiazione post Siviglia) degli avversari ma di noi stessi.
Sono le avversarie che si devono preoccupare della Juventus. Detto questo la Juventus ha fatto 9 punti in quattro partite difficili contro Fiorentina-Lazio-Sassuolo e Inter quindi nessun problema di classifica e nessun dramma.
Unico piccolo dramma aver resuscitato una squadra che era morta nel morale come l’Inter.
Se la Juventus avesse vinto non si sarebbero più ripresi psicologicamente dalle due sconfitte contro Israeliani e Juve.
I singoli: Sandro il migliore 7, Asamoah il peggiore 4. Mandzukic 5, Lichtsteiner 6.5 per il gol.
Difesa non perfetta con Bonucci che prende 5 per il gol preso in elevazione. Dybala 5 raramente dentro al gioco. Khedira 6.
Non capisco perché ormai Pjaca debba entrare sempre e solo per pochi minuti quando c’è da salvare la baracca. Incomprensibile il mancato utilizzo di Cuadrado, giocatore importantissimo a mio avviso per prendere falli, saltare l’uomo e spaccapartite.
Certo se si tengono contemporaneamente 3-4 piedi buoni in panchina poi non li puoi far entrare tutti soprattutto se devi fare un cambio per infortunio, te ne restano due e uno te lo devi tenere per eventuali altri infortuni.
P.S. A centrocampo rispetto allo scorso anno mancavano un certo Marchisio davanti alla difesa, e uno alto e di colore con un fisico da extraterreste con un tocco di palla felpato. Non è facile sostituirli, lo sappiamo.
Uno rientrerà presto.
L’ altro sino ad ora non incanta a Manchester. Si riempirà le tasche ma non la bacheca credo.