Sta per tornare a giocare la Juve, c’è l’esordio di Pirlo in panchina, tanti giocatori nuovi, torna perfino un po’ di pubblico allo stadio, ci sono mille motivi di grande attesa.
Eppure il primo giorno di scuola, per noi frequentatori dei social, comincia alla vigilia, quando i commentatori più affidabili fanno capire che per probabilmente non ci sarà Luca Pellegrini, giovane terzino di ritorno dal Cagliari, ma il già visto (troppo, secondo alcuni; poco perché è sempre rotto, secondo altri) De Sciglio.
Una composta reazione di delusione sarebbe comprensibile: siamo sempre tutti curiosi di vedere all’opera i giovani, il ragazzo ha bene impressionato nell’unica amichevole disputata, se si parla di entusiasmo è bene immaginare già qualche possibile pilastro del nostro futuro e Mattia, giocatore disciplinato ma di cui conosciamo già bene pregi e difetti, è evidentemente fuori dal progetto, oltre a non dare garanzie fisiche. Sarebbe giusto farsi qualche domanda, ma la cosa viene resa impossibile dall’assalto su chat, social e compagnia varia, perché una scelta non perfettamente comprensibile, ma del tutto secondaria rispetto ai mille motivi della giornata, diventa il segnale inequivocabile: siamo finiti. Ma non da ieri, ormai da anni, almeno da Cardiff 2017. Poi, da quando siamo finiti, sono arrivati tre scudetti, vabbè, ma se ancora calcoli gli scudettini sei out. E’ l’ennesimo segnale dello sfascio, società inesistente, non c’è neanche la punta e ripescate pure De Sciglio al posto di Pellegrini, ora basta!
Il giorno della partita, mentre mi chiedo se toccherà a Mckennie, Arthur o Bentancur, se Ramsey è ancora il giocatore non giocatore dell’anno scorso, se forse in Kulusevski stiamo riponendo troppe aspettative, mentre non vedo l’ora che arrivino le 20.45 perché dopo un secolo torna in campo la Juve, esplode la bomba: no, non è arrivata la punta né si è fatto male qualcuno di importante. Pellegrini non viene convocato. Apriti cielo! Le chat si infervorano, sui social il più gentile invita i dirigenti ad andarsene, “ma no, come fai a non capire, non mi dispero per Pellegrini, ma perché questi credono ancora in De Sciglio, puntano su di lui, dai, non difenderli sempre”. E io, che a dire il vero non li stavo difendendo affatto, semplicemente mi ponevo timidamente il dubbio che magari non sapessimo qualcosa, che forse il giovane è più facile da piazzare o ritenuto più monetizzabile, che comunque se Mattia gioca contro la Samp non mi pare una vergogna.
Insomma, sono già sfiancato e non siamo neanche scesi in campo.
Poi escono le formazioni: gioca il giovane Frabotta al posto di De Sciglio. Se quest’ultimo resterà, dunque, sarà semplicemente perché non ci sono offerte, non per chissà quale scelta della società, che peraltro lo aveva già piazzato alla Roma in prestito gratuito.
E così quando vedo entrare le squadre, i primi spettatori di ritorno, l’impassibile Andrea in panchina e l’altro quasi impassibile Andrea in tribuna, il gioiello di Kulusevski, le occasioni di Cr7, i recuperi di McKennie (oh, “non abbiamo fatto mercato” ma tra i migliori ci sono due giovani nuovi), la rinascita di Ramsey, l’utilità di Rabiot, i cambi di gioco di Bonucci e poi il suo gol, Ronaldo finalmente in rete, gli applausi e i timidi cori dei presenti; mentre Frabotta fa egregiamente il suo e a momenti De Sciglio proprio oggi segna dopo uno stop e un movimento a rientrare con tiro sul secondo palo; mentre mi porto a casa felice i primi tre punti e mi interrogo su quanto valesse la Samp, visto che a breve arrivano Roma e Napoli e siamo ancora incompleti (soprattutto su quella fascia, se si analizza serenamente la situazione); mentre finalmente, già all’intervallo, arrivano i veleni dei soliti noti che da 10juve anni hanno capito che per raccogliere follower conviene non raccontare quello che dice il campo e la manifesta superiorità da più di 3000 giorni, quindi rieccoli con i post acchiappa like e i fermoimmagine che non spiegano ma servono a far crescere la frustrazione di qualche disperato…
Mentre accade tutto questo, mi rendo conto che l’unica cosa che conta è che la Juve sia tornata in campo, abbia vinto meritatamente, Pirlo abbia esordito come speravamo tutti e che tanti suoi giocatori siano in condizioni già accettabili.
Tutto il resto, almeno nel giorno in cui gioca la Juve, non esiste.
Il Maestro Massimo Zampini