La nuova organizzazione dell’area sportiva

La nuova stagione 2021/2022 per la Juventus si è aperta oggi con la conferenza stampa di presentazione, svoltasi all’Allianz Stadium, della nuova organizzazione dell’area sportiva del club bianconero. Presenti il Presidente Andrea Agnelli, il Vice Presidente Pavel Nedved, l’Amministratore Delegato Area Football Maurizio Arrivabene e il Football Director Federico Cherubini.

ANDREA AGNELLI

Hanno aperto la conferenza stampa le parole di Andrea Agnelli. «Alla luce del Consiglio di Amministrazione di ieri, gli impatti della pandemia sui tre esercizi sono stimati in 320 milioni di euro tra effetti diretti e indiretti. Il CdA ha definito le linee guida per un rafforzamento patrimoniale mediante aumento di capitale sociale fino a 400 milioni. I dati UEFA che analizzano i budget delle società di tutte le prime divisioni dei campionati europei dicono che la stima della necessità di liquidità all’interno del sistema è di 8,5 miliardi. Questi sono gli effetti che la pandemia avrà sui club. Si stima che circa un 30/40% di queste esigenze saranno immesse attraverso capitalizzazioni, un 30/40% saranno immesse per chi ha il merito creditizio attraverso debito e poi c’è il rischio che un 20/40% dei club (circa 120) si trovino a rischio di insolvenza nel breve periodo. Questo è lo stato attuale del calcio europeo. È importante per la Juventus, come avviene da sempre, che i suoi azionisti sostengano la crescita e lo sviluppo di questa società. Questa continuità – quasi 100 anni di proprietà – è uno dei punti di forza e lo dico con orgoglio».

Prima di passare alla presentazione della nuova organizzazione dell’area sportiva, il Presidente della Juventus ha parlato della «lettera della UEFA che ci ha ammesso alla Champions League 2021/2022. Io non posso che ricordare, una volta di più, che da parte nostra c’è la volontà di dialogo di affrontare i problemi che sono alla base del calcio europeo e di ribadire che non abbiamo nessuna paura delle minacce che sono state fatte nell’arco dei mesi. Siamo fiduciosi che la nostra azione legale porterà dei risultati soddisfacenti. Il vero successo sarà quando si tornerà ad avere un dialogo nell’interesse di tutti».

Andrea Agnelli è passato poi alla presentazione della nuova squadra dell’area sportiva. «Pavel Nedved ha fatto con noi un lungo percorso, di formazione e apprendistato, che gli ha permesso di comprendere da vicino il funzionamento della società, gli aspetti amministrativi e finanziari e il suo occhio di riguardo è sempre stato sul campo. Un Pallone d’Oro e un campione come lui sa guardare negli occhi i calciatori e il suo ruolo a livello psicologico è sempre stato determinante in questi anni. Dal 2018 ad oggi Pavel ha raggiunto la statura e la conoscenza delle varie sfaccettature del club che lo pongono a numero 2 della società a pieno titolo. Maurizio Arrivabene è un volto conosciuto. Le sue competenze e le sue capacità gestionali sapranno integrare le grandi competenze calcistiche di Nedved e Cherubini. Il suo curriculum parla da solo e sono sicuro che con le sue competenze saprà portare un elemento determinante di professionalità all’interno dell’area sportiva. Federico Cherubini è un punto di orgoglio, è il primo manager interamente formato ad alto livello dentro la società, un percorso lungo dieci anni all’interno di Juventus. Una serie di progetti che sono stati e saranno strategici nell’area sportiva portano la firma di Federico. Tutta la parte sportiva, tutte le squadre, andranno sotto la responsabilità di Cherubini. Questa è la miglior squadra che la Juventus può avere in questo momento, sia dentro che fuori dal campo».

Rispondendo alle domande dei giornalisti presenti, Andrea Agnelli ha poi toccato vari argomenti. A partire dal dialogo con la UEFA. «Sarebbe importante poter avere un dialogo in una posizione di consapevolezza che ci possono essere delle competizioni alternative in un libero mercato. Questa è la domanda che è stata fatta alla Corte di Giustizia Europea: capire se la posizione di monopolio della UEFA è legittima e se – nel caso – abusi di questa sua posizione di dominanza. Io con Ceferin ho sempre avuto un ottimo rapporto e continuo a stimarlo come persona. Quando si lavora nel mondo del business si sa che cosa vuol dire firmare un NDA (Non Disclosure Agreement) e questo ti mette nella condizione di non poter comunicare determinate ipotesi alle quali uno sta lavorando. Credo che con le dimissioni immediate dalle mie cariche mi sono comportato nella maniera più corretta possibile. Ceferin rimane una persona che ha la mia stima e rimane il padrino di mia figlia. È una persona con la quale sono sicuro il tempo aggiusterà ogni disguido o incomprensione che c’è stata».

Il discorso del numero uno bianconero si è poi spostato sugli obiettivi di campo per le prossime stagioni. «Dobbiamo tornare dove siamo partiti con disciplina e ordine nella gestione dei principali parametri economico-finanziari, e quindi tornare a dei cicli come nel periodo 2013/2019 che hanno visto nei risultati aggregati un fatturato in crescita e cercare di replicare i passaggi sportivi che abbiamo avuto in quel momento storico». Per quanto riguarda Cristiano Ronaldo «ho detto più volte che è stata una delle prime operazioni che ha visto il lavoro da parte di più aree da parte della società nella valutazione complessiva dell’operazione. Un’operazione che – ad oggi – presenta un NPV (Net Present Value) Covid-free adjusted positivo». Gli ultimi temi toccati sono la gestione della Lega Serie A sul tema dei fondi ed infine gli investimenti. «Nella creazione di un canale di Lega, che sarebbe stato un’alternativa alla distribuzione via bandi ai vari broadcaster, avere bisogno di un terzo per realizzarlo a mio avviso non ce n’era bisogno. Il ragionamento fondamentale è trovare una comunione d’intenti, che è difficile perché siamo società con dimensioni e dinamiche completamente diverse una dall’altra. Sul secondo tema, come società ci siamo trovati nella tempesta perfetta. Dopo 6 anni che avevano visto un sostanziale equilibrio da parte delle principali voci del conto economico si era presa la decisione di apportare delle risorse nella società per un ulteriore ultimo step di crescita e di affermazione a livello internazionale. Appena completata l’operazione ci siamo trovati di fronte alla pandemia. L’industria del calcio passa da 6 miliardi di fatturato nel 2000 a 24 miliardi nel 2020 ed è un’industria che ha un tasso di crescita annuo medio del 12% negli ultimi 20 anni, non risentendo mai di quello che è successo intorno in questi anni. Poi è arrivata la pandemia e ci siamo bloccati. Questo è il contesto che stiamo vivendo e ci siamo trovati a dover utilizzare quelle risorse previste per un piano espansivo a difesa delle perdite pregresse».