La vie en rose (o anche: tre settimane da Gazzetta)

Quand il me prend dans ses bras

Il me parle tout bas,

Je vois la vie en rose.

 

Vorrei vederla anche io, la vie en rose. Almeno per un po’, mi piacerebbe vivere questa esperienza.

Un vita in cui scrivi che andare al Mondiale con Lippi, Buffon, Cannavaro sarà un grande rischio, se non un’onta, e poi alla fine mica ti scusi, eh, non sia mai, ma esulti felice come se prima se non si fosse detto e scritto niente. Anzi, sta’ a vedere che è pure merito tuo.

 

Che bella, la vie en rose.

Ma non ambisco a viverla per dieci o vent’anni, che pure mi divertirei parecchio; mi basterebbe vederla per sole due o tre settimane, la vie en rose.

Un giorno virgoletterei un pensiero riportato, spiegando che il contenuto era circa quello, però se l’abbiamo virgolettato è perché è così, o comunque parola più parola meno, ma confermiamo in toto, quindi anche il virgolettato, più o meno. Che poi che avete capito? Non intendeva mica dire quello! Cioè, lo ha detto, insomma circa lo ha detto, ma intendeva dire altro. Lo sappiamo per certo: ci hanno riferito con assoluta certezza che ha detto quella frase – parola più parola meno – ma che con quella frase intendeva dire altro. Chiaro, no? Quindi noi lo abbiamo virgolettato, perché è vero che intendeva dire altro, anzi l’opposto (che qui pure una grande come il Napoli che se la gioca alla morte è inferiore, quindi l’esatto contrario del “si scansano”), però ha detto quello, o meglio una cosa del genere, sì lo confermiamo. Più o meno.

E se i diretti interessati smentiscono seccamente, se qualche infedele osa avanzare qualche riserva, “ci dovete credere perché lo dice la Gazzetta”.

Ah, ok. Quindi con Lippi, Buffon e Cannavaro il Mondiale sarà stato un disastro, una figuraccia mondiale. Che vergogna. E pensare che dopo la finale avevo esultato come uno scemo.

 

Che meraviglia, la vie en rose.

Perché, se davvero potessi viverla così per un breve periodo, dopo quella querelle sui virgolettati, le smentite e tutto il resto, sapete che farei? Andrei a pescare l’episodio n. 3467 della grottesca saga Simoni e il 17 novembre 2016 – il 17 novembre 2016! – titolerei la homepage del mio sito – titolerei la home page del mio sito! – con le solite frasi su Ceccarini, maxi foto di Iuliano e Ronaldo e così via.

Più di 18 anni dopo, vedessi davvero la vie en rose, titolerei così.

Ma attenzione, non su Interibus, internews, intertriplete.com o qualcosa del genere.

No, nella mia vie en rose dirigerei la Gazzetta dello Sport, il giornale sportivo più famoso d’Italia, un tempo anche riconosciuto come organo di un certo prestigio.

Però mi divertirei un mondo a fare cose così, che hanno stufato persino i più piccoli siti di tifosi nerazzurri, ormai scocciati da questa farsa che toglie valore alle loro recriminazioni.

Poi, per una volta, vado pure a leggermelo, quell’articolo. Di solito faccio mettere il titolo e poi neanche li leggo, ma stavolta sì, mi godo queste settimane en rose e vado fino in fondo. Al centro vedo il richiamo a un link, si tratta di un video.

C’è un’intervista di un nostro importante giornalista a Simoni, è di un paio di anni fa. Me lo vado a gustare perché comincia a piacermi sul serio, la vie en rose.

 

 

Mi accorgerei che il video comincia col nostro che fa notare al povero Mister (parola più parola meno) che “per i tifosi italiani lei è quello del campionato 97/98. Glielo avranno fatto vedere mille volte, anche suo malgrado. Lo ricorda sicuramente, ci faccia la cronaca”. Simoni, invece di mettersi a ridere o magari imprecare, fa la cronaca sul serio: “la nostra azione come spesso accadeva partì da…” e così via, fino ad affermare che gli juventini lo fermano ancora per strada e gli dicono “Mister, aveva ragione”.

Il mio giornalista non si sorprende (del resto chi di voi non conosce valanghe di juventini solidali con quella sobria protesta di Simoni?), vuole controllare se il mister defraudato ricordava bene l’azione (dopo avergli detto che gliela fanno vedere troppo spesso suo malgrado) e tira fuori il colpo dal cilindro: il video dell’azione con la telecronaca… di Scarpini!

Gli mostra la cronaca “faziosa” del tifoso interista sul canale nerazzurro in cui il commentatore urla sgolandosi “rigoreeeee, rigore incredibileeee”. E Simoni guarda sconsolato.

Del resto, mi capirete, voi che non vedete la vie en rose come me: non vi era scelta. La telecronaca ufficiale, quella di Marianella e Chiesa, se la prendeva solo con le proteste di Gigi, avendo ravvisato in quel contatto un normale e regolare “body-check”. Per questo è stata eliminata da ogni video che ricordi quell’episodio.

Finita qui? Macché. L’intervistatore chiede “come sarebbe cambiata la sua carriera con quello scudetto?”. Non vivessi la vie en rose, mi chiederei quale scudetto, visto che la sua squadra, al momento di quel contatto (lo avremo scritto in almeno 70 articoli?) era in svantaggio in classifica, nel punteggio e avrebbe fatto meno punti anche nelle partite successive.

Però oh, lo dice la Gazzetta, quindi sarà vero.

E anche qui Simoni risponde amaro, sorride, dice che forse farebbe ancora l’allenatore dell’Inter; per la disperazione di Pioli, verrebbe da pensare, che da sempre sognava di allenare la squadra del suo idolo di infanzia Carletto Muraro (sì, perché ci sono anche un paio di meravigliose prime pagine su Pioli e Carletto Muraro, in queste due o tre settimane di vie en rose).

Può bastare? Non sia mai.

 

Dopo questi spiacevoli inconvenienti, che spero non abbiano turbato troppo la Juve (che comunque si dovrebbe fidare di noi, oh, siamo la Gazzetta!), arriva il match dei match: Juve-Pescara. Dobbiamo coprire l’evento come si deve: non bastano i soliti 4, ne aggiungiamo un paio, tra cui – sennò che vie en rose sarebbe? – quello del virgolettato. Uno racconterà l’attesa spasmodica, uno la storica rivalità tra le due tifoserie, uno il primo tempo, uno il secondo, uno raccoglie le interviste e uno fa le pagelle.

 

Eh? Come?

La Juve ce ne fa andare solo 4?

A noi della Gazzetta?

E come diavolo facciamo a raccontare Juve-Pescara con i soli 4 che mandiamo ogni domenica?

 

Ma la vie en rose ha sempre un suo fascino e allora scateniamo Fnsi, Ussi e qualche altra sigla con la gara a chi fa il comunicato più divertente in nostra difesa. Bravi i primi – con un lungo papello sulla Juve squadra amatoriale e non da Champions – ma vincono alla grande i secondi, che ci spiegano che tutti coloro che hanno la tessera Coni devono potere entrare allo stadio, così, magari senza neanche richiederlo. E se vengono in 500? Uguale, devono entrare. E se proprio non c’è posto per tutti, entrano quelli della Gazza.

Qualche giornalista ormai concorrente sui social di alcuni account nati dichiaratamente solo per attaccare la Juve (solidarietà a loro!) invoca la libertà di stampa non rispettata, la Costituzione violata.

Non possiamo escludere che pensassero proprio a quello, i nostri valorosi costituenti, quando scrivevano l’art. 21: e se un giorno vengono rigettati il quinto e sesto accredito per commentare Juve-Pescara? Dove andremo a finire? Ragazzi, qui forse dobbiamo scrivere un articolo sulla libertà di stampa. Dai, mettiamolo al n. 21: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure (…)”, che ne dite? Puo’ andare? Ma sì dai, così il quinto e sesto accredito dovrebbero essere al sicuro.

Che dite, aggiungiamo pure che il buffet in tribuna stampa deve essere all’altezza? Ma no, dai, quello lo stabiliremo con qualche legge ordinaria più avanti.

Poi, però, tutto il rosa della lunga sosta lascia il posto al solito nero del weekend, con la Juve che vince e le primi inseguitrici che perdono o pareggiano, e il super derby di Milan deciso dalla sfida Suso-Ansaldi e da qualche ingenuità di Paletta e Gomez (definito argentino, da noi rosei, pur se paraguaiano: ma fidatevi, se lo dice la Gazzetta…).

Che fare, allora, per colorare di rosa anche il lunedì? Semplice, demoliamo il campionato italiano e magnifichiamo quello inglese, capitanato dal grande Conte. Che al tempo noi – parola più parola meno – dicevamo che andava squalificato a lungo, mentre veniva difeso dalla Juve arrogante. Ma ora che lo guardiamo da lontano, ora che guardiamo la classifica, quanto ci manca. Quanto vorremmo la Premier League. Quanto vorremmo un campionato senza la Juve. Quanta invidia, scriviamo letteralmente, “pensando all’esito già abbastanza scontato della nostra povera Serie A”.

 

gazzetta

 

Perché è così bella, divertente e romantica, la vie en rose, ma anche piuttosto malinconica.

Sì, proprio come la canzone.

 

Il maestro Massimo Zampini

Il caso dei due giornalisti Gazzetta respinti

di Antonio Corsa


La Juventus ha negato l’accesso alla tribuna stampa a due giornalisti della Gazzetta dello Sport. Ne è nato un caso. Vediamo di fare chiarezza.


I rapporti tra Juventus e Gazzetta dello Sport, come saprete, sono ai minimi termini dopo il “caso Buffon”, con il virgolettato riportato dal giornalista G.B. Olivero e definito “falso” e pretestuoso dalla società bianconera.In questo contesto di nervi tesi, ieri è scoppiato un ulteriore “caso” nel momento in cui la Juventus ha negato l’accesso in tribuna stampa per la partita Juventus-Pescara a due giornalisti della Gazzetta dello Sport, che ha gridato alla rappresaglia.

Ma andiamo con ordine.

La Gazzetta dello Sport ha 4 tessere stagionali e quei 4 giornalisti hanno regolare accesso alla tribuna stampa dello Juventus Stadium. Tuttosport ne ha credo 6 o 7, il Corriere dello Sport ne avrà altri, La Stampa altri ancora, a seconda delle esigenze redazionali. Diciamo che in linea di massima si accettano le richieste delle grandi testate senza grossi problemi. Queste tessere sono nominative e con posto assegnato a quel giornalista per tutto l’anno. Per buoni rapporti, però, spesso si è elastici. Una volta succede magari che la testata non possa mandare un giornalista e allora “libera” quel posto alla Juve, oppure magari ne vuole mandare un altro al suo posto e la Juve glielo concede e lo sistema… Non è però mai successo che si sia negato l’accesso allo stadio ad un giornalista di una grande testata, quindi da questo punto di vista il gesto fatto dalla Juve è stato forte ed è chiaramente legato al disappunto della società torinese per come sia stata gestita la vicenda Buffon.

La domanda è: poteva farlo? È un abuso?

È presumibilmente vero quello che scrive l’USSI, ovvero che i due giornalisti in questione avessero la tessera CONI/Stampa. Ed è vero anche che vi sia il diritto di cronaca riguardo ad un evento pubblico come una partita di calcio di Serie A.

È vero pure che, in linea di massima, chi è in possesso di una tessera CONI/Stampa abbia il diritto di entrare in tribuna stampa. Vi sono però delle limitazioni, poiché oltre un certo numero di persone non possono essere ospitate per motivi di sicurezza. La Lega Serie A, perciò, ha chiesto che i possessori di regolare tessera CONI/Stampa facciano richiesta alle varie società, di modo da permettere loro di gestire le domande e i posti disponibili e di avere una specie di censimento gara per gara. La Juventus, nel proprio sito, spiega tale procedura.

Secondo quanto abbiamo appreso, la segreteria della Gazzetta dello Sport avrebbe compiuto un’irregolarità burocratica nella richiesta di accredito per questi due giornalisti. In pratica, non avrebbe indicato gli estremi della tessera CONI/Stampa dei due giornalisti. Un cavillo, certamente (la tessera possiamo con ogni probabilità ipotizzare ce l’abbiano), ma sufficiente per la Juventus per restare nell’ambito delle regole.

Il diritto di cronaca sarebbe inoltre garantito proprio dai 4 posti riservati ad altri giornalisti della Gazzetta.

Lunedì prossimo, nel nostro consueto podcast, discuteremo delle nostre opinioni in merito.

Un Tocco all’improvviso: guadagnarsi un accredito in poche semplici mosse

Un Tocco all’improvviso: guadagnarsi un accredito in poche semplici mosse

“E’ con orgoglio e testa alta che rappresento questo giornale per questo evento straordinario”

Reportage da un inviato in Afghanistan?
Articolo di un cronista in territorio nemico in Vietnam?
No,giornalista sportivo (1 di 6) in tribuna stampa per Juventus-Pescara!

Oh se la prossima volta non vi fanno entrare davvero e ho bisogno di idee per altri pezzi comici, vi chiamo.

Anzi, dopo questa settimana credo di avere imparato alcuni passaggi fondamentali per diventare un buon giornalista sportivo (cosi mi guadagno pure io una tessera dell’USSI e non possono respingermi ai cancelli)

Dunque vediamo, innanzitutto le idee non deve mai mancare, in caso di campionato quasi assegnato, la capacità di inventarsi un escamotage per tenere viva l’attenzione dei tifosi!
La classifica PARZIALE in questo caso è una trovata davvero strepitosa.
E’ infatti nata (tadà!): la CLASSIFICA DEI PRIMI TEMPI, in mancanza (Eeeeh..purtroppo!) di favori alla Juve e quindi in attesa di fare la sempreverde classifica senza errori degli arbitri.

Quella al calcio di inizio, poi, sarebbe fantastica, perché non pensarci?
Tutte le squadre a 13 punti con 0 gol fatti e 0 subiti, cosi da chiederci pure cosa abbiamo speso a fare 90 milioni per Higuain (30 anni, fonti Gazzetta, fidatevi!) se tanto erano tutte partite da 0-0.
Invece “come sarebbe bella la classifica senza la Juve” quella no, ve la boccio.
A parte che nasce da un’idea di Massimo Moratti & Guido Rossi (e sono pure riusciti ad applicarla) quindi non vi siete inventati nulla..poi sappiamo già come è finita anche quella storia..che poi torniamo e vinciamo scudetti di fila..no, quella non e’ divertente in effetti.

Che poi in ogni classifica parziale, sia quella al 45°, sia quella a un quarto d’ora dalla fine, sia quella senza rigori, l’Inter finisca sempre 12° è l’eccezione che conferma la regola..la coerenza dei nerazzurri non la batte nessuno.

Altro punto interessante per essere un bravo giornalista antijuv…ahem…sportivo è quella di inventarsi un tormentone e portarlo avanti contro tutto e tutti.
Ad esempio vogliamo non parlare anche questa settimana di Gonzalo Higuain (30 anni) e di quanto sia insofferente?
La Juve vince contro l’ultima in classifica e va a +7?
Si ma non ha segnato Gonzalo Higuain (30 anni), “rimasto all’asciutto e visibilmente nervoso e infelice” (credo che la frase vada scritta cosi, tutta di seguito, da copyright del buon giornalista) anche se #GiocaMale più o meno tutta la squadra da un paio di mesi e comunque siamo in fuga. Lui, Gonzalo (30) è scontento. Punto.
Poi non dimenticare di lanciare ogni tanto un complotto, un sistema per cui vince sempre la stessa.
Esempio: Complotto!! Perché i bianconeri stanno allontanando le rivali più ACCREDITATE per lo scudetto? Hanno chiesto permesso all’USSI? La parola ACCREDITO da cosi fastidio ai bianconeri in questo periodo? Ah, l’arroganza del sistema Juve!

Se poi dopo aver lanciato la polemica (ad esempio, che so, il rapporto poco chiaro società tifosi per la gestione dei biglietti, che penso di aver sentito sin da quando ero bambino riguardo TUTTE le tifoserie ma sembra che ci sia dentro solo la Juve,guarda caso) e dovesse venire fuori che le indagini non riguardano tesserati accusati il giorno prima, il segreto è mettere la notizia a pagina 35, appena dopo i risultati di Baseball Svedese.

Consiglio. Una volta seguiti tutti i punti di cui sopra e guadagnata la tessera da giornalista, mi raccomando esagerare. Ad esempio se per Juve-Pescara di inviati ne servivano SEI per Genoa-Juventus di Domenica ne suggerirei OTTO, magari mandati con sedici taxi, tipo Fantozzi, e oltre alla richieste di ingresso allo Stadio Marassi farei anche quello per sdraio+lettino per la spiaggia di Arenzano lì vicino, che non si sa mai faccia bello e oltre al buffet si possa scroccare un bagno al mare di fine stagione.
Tanto la tessera USSI è universale, vale anche per discoteche, stabilimenti balneari, balere, piste di pattinaggio e bar-karaoke!

Se poi di Crotone-Torino non avete visto le immagini e non sapete che i granata hanno sbloccato la partita con un gol in fuorigioco e ai calabresi è stato negato un rigore mica è un bavaglio alla libertà di stampa, è semplicemente che tutti gli inviati disponibili erano allo Stadium e nessuno era libero per essere mandato allo Scida, dove tra l’altro il buffet pare sia veramente troppo piccante!

Che si sa, i giornalisti sono cosi: gli dai un accreDITO e si prendono tutto il braccio.