Falcidiata dai continui fastidi fisici che, a turno, costringono gli uomini della difesa a stop più o meno prolungati, una domanda ricorre con sempre più insistenza e riguarda l’impiego del giovane Rugani. Due apparizioni e una rete in questa prima fase di stagione, anche lui un intoppo al ginocchio che l’ha bloccato per un po’, tanta panchina ma, soprattutto, l’impressione di non essere la prima scelta quando c’è bisogno di altre gambe oltre a quelle degli amati titolari.
E allora proviamo tutti insieme ad incoraggiarlo, affinché il suo talento indiscusso possa trovare la giusta considerazione.
Io, ad esempio, di preciso non so dir di più di quanto lui già non sappia. Di certo, come prima cosa, gli consiglierei di aver ancora pazienza.
No, non quella nell’accezione comune che la parifica alla rassegnazione, alla sopportazione passiva o banalmente al saper aspettare. Intendo la pazienza come frutto dell’incontro tra forza e attesa.
Pazienza che è idea, valutazione e azione nella tenace resistenza per ciò che vale, “la più eroica delle virtù giusto perché non ha nulla all’apparenza di eroico” (Giacomo Leopardi).
Da evitare, ma lui non è il tipo, l’errore di imitare Prometeo che tentò di scippare agli Dèi il fuoco per donarlo agli uomini. Lui fallì per aver usato la violenza anziché la pazienza nella seduzione di Zeus.
Lo esorterei a immedesimarsi piuttosto in Ulisse, eroe terreno che, con accortezza e ingegno, sfrutta questa sua dote naturale, la pazienza appunto, per poter finalmente rivedere la propria terra.
«La pazienza è amara, ma il suo frutto è dolce» Jean Jacques Rousseau
Lo inviterei a crederci, sempre. Il talento è indiscusso e le scelte fin qui contingenti. Nel calcio – e alla Juve ancor più – ma lui lo sa bene, le gerarchie non sono predeterminate e quando questo accade c’è sempre qualcosa che non va. Chi è titolare non lo è per scelta divina (anche perché per Barzagli sarebbe un’auto decisione in conflitto d’interessi), chi è appena arrivato ha quella montagna di esperienza che lo fa preferire in un momento delicato come questo. E quando ne servono altri due, il mister preferisce cercare alternative tattiche che, altrimenti, non avrebbe tempo di sperimentare. E’ solo un momento.
«Per essere felici bisogna credere anzitutto nella possibilità di esserlo: io adesso ci credo» Lev Tolstoj
Gli suggerirei di essere lungimirante. Il tempo è dalla sua parte e ogni scatto non è tanto o non solo indirizzato per esser pronto per la prossima battaglia. Lo inciterei a continuare con costanza a lavorare anche in prospettiva, perché se oggi rappresentiamo il prodotto di ciò che giorno dopo giorno siamo stati nel passato, allora è vero che domani saremo anche ciò che siamo nel presente.
«Solo chi tiene gli occhi fissi sull’orizzonte lontano troverà la strada giusta» Carl Hammarskjold
Lo invoglierei ad avere il coraggio di queste scelte. Forse, pressato dalla smania di dimostrate tutto e subito il suo valore, è la cosa più complicata. Ma questo è il bello. Inquadrare con freddezza ed il giusto distacco la situazione e, come direbbe il mister: restare calmo come ha ben dimostrato di saper fare.
«Chi non ha il coraggio di osservare il sole in volto non sarà mai una stella» William Blake
Nel contempo, prendesse consapevolezza di non dover aspettare il suo momento. Perché il suo momento è già questo. Lo sfruttasse anche se solo dovesse servire per carpire un segreto in più dai Mostri sacri che lo precedono. Lo sa benissimo che questo vale più di dieci presenze da titolare.
Perché prima o poi arriverà l’attimo in cui si capirà se il suo sarà un destino da Pioli o da Gentile, da Prandelli o da Cabrini. Tutti loro hanno onorato la casacca, qualcuno raggiungendo le più alte vette della gloria, altri dando il massimo per la causa e sol per questo lasciando il loro graffio sul vetro dei ricordi. E con lui, sia detto chiaramente, non vogliamo avere rimpianti, certi come siamo che appartenga alla prima categoria…
…Daniele, per quanto al tuo giovane animo possa sembrare che davanti al tuo viso affilato il tempo sia illimitato, ti assicuro che, voltato lo sguardo, ti sarà sembrato di aver solo battuto un paio di volte le ciglia con la velocità di un clic che immortala un sinistro all’incrocio del tuo compagno argentino e, poi, la sua esultanza con le mani al cielo.
E’ solo un’impressione. La mente zippa il passato per contenerlo in un hard disk con la forma di uno scolapasta e la verità è, come sempre, nel mezzo.
Dacci dentro, fallo al massimo, ora arriva l’occasione, sii più “cattivo” e osa
«Non è perché le cose sono difficili che non osiamo, è perché non osiamo che sono difficili» Seneca
Nell’attesa che un bel rosso al 90° nel derby salvi la vittoria, regalandoti la gloria di un graffito che sciolga come neve al sole tutte le citazioni ricordate messe insieme:
«Sei più bella di un’entrata in tackle di Rugani nel derby al 90°»
Di Roberto Savino