All’indomani della vittoria di Empoli, che chiude un ciclo intenso e positivo per la Juventus, prima in classifica e nel girone di Champions League, l’amministratore delegato bianconero Giuseppe Marotta ha tracciato, ai microfoni di Radio Rai, un primo bilancio di questo inizio di stagione.
«La Juventus prende parte a tutte le competizioni per esserne protagonista, lo conferma il nostro palmarès. Normale, quindi, che in questa stagione siamo considerati fra i favoriti – spiega – Abbiamo anche quest’anno nella difesa il nostro punto di forza, basti pensare che abbiamo subito solo 4 reti, dato che conferma come il nostro sia il migliore pacchetto arretrato del campionato. Questo dimostra la nostra solidità, d’altronde, le basi per una squadra vincente partono proprio dalla difesa: se è forte, puoi lavorare a centrocampo e in attacco con più facilità».
Solidità: una delle parole d’ordine della Juventus, come conferma Marotta: «È un aspetto, questo, che viene inculcato dalla società, dall’allenatore e dal suo staff. I nostri giocatori sono forti, temprati, il gruppo rappresenta il giusto mix fra calciatori giovani e più esperti, anche perché sappiamo che le grandi squadre mantengono in rosa i giocatori per una media di almeno 4 anni. Questa è una miscela vincente, che permette di mantenere livelli altissimi e aiuta anche l’inserimento dei nuovi. La dimostrazione di questa forza, anche caratteriale, è nel recupero che abbiamo messo in atto la scorsa stagione, dopo un inizio difficile. Anche quest’anno cerchiamo di ottenere sempre il massimo, ma conta solo il giudizio del campo».
Inevitabile una menzione speciale per il nostro tecnico, Massimiliano Allegri: «Sta facendo un grande lavoro, non solo come allenatore, ma come gestore del gruppo. Oltre alla tattica, infatti, l’aspetto psicologico è fondamentale. Per esempio per fare capire a tutta la squadra che, vista la grandissima compressione di impegni sportivi che abbiamo, fra club e Nazionali, cui diamo fino a 24 giocatori nella nostra rosa, lo spazio per giocare c’è per tutti. Bisogna avere pazienza e attaccamento alla maglia».
Gestione del gruppo significa anche inserimento armonioso dei giovani: due anni fa Morata, lo scorso anno Dybala, quest’anno Pjaca: «Il lavoro su di lui, anche in questo caso, Allegri e il suo staff lo stanno sviluppando non solo in campo ma anche e soprattutto fuori, permettendogli di assimilare concetti tattici e metodologie di allenamento che lo stanno facendo crescere nel modo giusto, per lui arriveranno momenti importanti».
A due domande specifiche, Marotta risponde anche su singoli calciatori: «Buffon? Per fortuna per ora la sua volontà è proseguire. Quando smetterà, il problema non sarà tanto sostituire il portiere della Juventus, quanto Gianluigi Buffon, il più grande portiere della storia del calcio mondiale. Noi siamo già al lavoro per cercare di trovare un profilo vicino al suo valore. Quanto a Marchisio, invece, il giocatore ormai lavora con la prima squadra, nei prossimi giorni effettuerà test specifici, dopodichè proverà in campo con la Primavera e potrà dirsi pronto a rientrare a tutti gli effetti».
Dalle questioni di campo, il discorso si sposta anche su temi societari: «Un dato molto significativo, che va in parallelo con le vittorie in campo, è la crescita della Juventus anche dal punto di vista della sostenibilità economica, patrimoniale e finanziaria. Ed è un dato che si ripercuote poi anche, ovviamente, sulla squadra: se passiamo, dal 30 giugno 2011 al 30 giugno 2016, da 153 milioni a 341 di ricavi (dato al netto delle plusvalenze), ovviamente aumenta la nostra possibilità di investimento. Così stiamo alzando l’asticella».
Un’asticella che porta la Juventus a confrontarsi, sempre di più, con i top club europei: «In un’ottica di armonizzazione dei ricavi, è fondamentale la partecipazione alla Champions League e una visione internazionale. Sotto questo punto di vista il nostro Presidente Andrea Agnelli sta facendo un grande lavoro, per tutelare da un lato il calcio italiano e la Juventus, dall’altro per farne crescere l’appeal all’estero».
Tornando alle questioni di casa nostra, un commento sulla Serie A: «Condividiamo il fatto che il Presidente Federale voglia farsi portavoce di una riforma del campionato, che secondo noi andrebbe portato a 18 squadre: la compressione dei calendari e degli impegni è notevole, in un anno si disputano fino a 55 partite, fra squadre di Club e Nazionali».