di Emilio Carli “Triglione”
Avevo un succulento programmino televisivo martedì per il dopolavoro: prima un serio confronto su Sky tra il presidente Agnelli e dieci sceltissimi giornalisti, in serata, come meritato alleggerimento, il “Sogno Azzurro” sulla Rai, che prometteva più risvolti pulp dell’intera saga di Fantozzi.
Non starò qui a riassumere i contenuti dell’intervista al numero uno bianconero, ma vorrei invece porre l’attenzione sui momenti di comicità involontaria che non sono mancati. Ha iniziato Caressa con una provocazione del tipo “ma non vi converrebbe adesso perdere un campionato per non comprometterne l’immagine di competitività“, ma alla fine il suo tono era scherzoso e le logiche obiezioni di Agnelli non l’hanno certo colpito più di tanto.
È stato tra i più attivi il venerabile Mario Sconcerti che aveva pronto un asso nella manica: “la conclusione della carriera di Del Piero, l’abbandono di Conte, la partenza ad handicap in autunno, quale di queste tre vicende vi ha messo più in difficoltà ?” La risposta di Agnelli “fare sei mesi senza allenatore in panchina” spiazzava il buon Marione e i sui vicini di poltrona che farfugliavano senza capire, fino a quando lo stesso Andrea veniva loro in soccorso spiegando di riferirsi alla squalifica di Conte.
Il nuovo maestro di giornalismo Paolo Condò, per intenderci quello che ha inaugurato un programma sui grandi tecnici con l’intervista a Mancini, non ha resistito alla domanda dai risvolti etici sulla mancata concessione del Bonucci squalificato allo stage della nazionale. La risposta è stata molto perentoria e non ha chiamato in causa i regolamenti: non esistono solo le partite della domenica, ma anche gli allenamenti e Leo serviva per allenare gli attaccanti in modo più efficace di come avrebbe fatto un primavera al suo posto, aggiungendo poi di non capire l’utilità di tre giorni di test atletici per un giocatore che non era comunque in vacanza.
La presenza del simpatico Guido Meda si è avvertita al momento di lanciare la madre di tutte le domande “ma se domani arrivasse un riccone pronto a pagarla anche il doppio del valore, la vendereste la Juventus?” Il “no” serafico ricevuto come risposta ha prodotto una strana inquietudine del buon Guido che si è calmato solo quando Sconcerti lo ha rassicurato con un paterno “ha detto no”.
Il premio speciale “figura di guano in quello che dovrebbe essere il mio campo” lo ha vinto il giornalista finanziario Gianni Dragoni chevoleva chiedere se la proprietà sarebbe stata disponibile in futuro ad aprire il portafoglio ed aumentare gli investimenti. Purtroppo ha citato Marchionne come custode della cassaforte e azionista di riferimento della Exor e, senza rendersi conto della frittata, si è beccato un bel filotto di smentite “Marchionne non è azionista, non è amministratore delegato, non è nemmeno vice presidente di Exor“; a quel punto per evitare il suicidio in diretta del prestigioso interlocutore, il nostro presidente ha magnanimamente concesso che Marchionne sia perlomeno ” una persona con cui parlo volentieri di sport”.
A fine trasmissione Agnelli era talmente più fresco dei suoi interlocutori che ha potuto candidamente pronosticare una Juventus futura prima Società in Europa, a patto di mantenere a lungo questo gruppo dirigenziale, senza ricevere obiezioni. Quanto a me, non ho avuto più bisogno di sorbirmi il “sogno azzurro” per la mia dose giornaliera di trash.