L’ora della Champions

Bianconeri al lavoro al mattino per iniziare a preparare la sfida di martedì contro il Bayern. Mandzukic in gruppo

È arrivato il momento della Champions. Per due mesi, dal sorteggio degli ottavi ad oggi, la Juventus ha lasciato da parte i pensieri sul Bayern Monaco, ma oggi, il giorno dopo la partita di Bologna, non c’è altro nella testa dei bianconeri, se non la sfida di martedì sera.

La squadra, rientrata nella notte dall’Emilia, questa mattina era già a Vinovo per la prima delle sedute che condurranno alla gara contro i bavaresi: i giocatori impegnati al Dall’Ara si sono limitati ad un lavoro di recupero energie, mentre il resto del gruppo, con cui è rientrato Mario Mandzukic, si è allenato in campo dedicandosi a esercizi di atletica e tecnica.

Domani, a due giorni dalla gara contro il Bayern, la preparazione proseguirà con un’altra seduta, ancora in programma al mattino.

La difesa del Bayern Monaco

I bavaresi dovranno sopperire alle assenze di Boateng, Javi Martinez e Badstuber. Ecco quali sono i probabili scenari tattici dello Stadium

Il 19 dicembre scorso il Bayern Monaco già sapeva che avrebbe dovuto affrontare la Juventus agli ottavi di finale di Champions League. Quel giorno, la squadra di Guardiola scendeva in campo ad Hannover e sconfiggeva la squadra di casa per 0-1 grazie alla rete decisiva di Muller su rigore. In quella partita, la difesa titolare (a tre) era composta da Badstuber, Boateng e Martinez. Gli stessi giocatori che salteranno sicuramente il match di martedì allo Stadium.

Cosa è successo?

Il difensore centrale spagnolo classe ‘88, e che può anche giocare da mediano centrale aggiunto, è infatti fuori per infortunio al ginocchio. Il compagno di reparto ghanese con passaporto tedesco dovrà stare assente per un periodo di tempo più lungo per via di uno strappo muscolare, mentre di recente il tedesco Badstuber si è fratturato una caviglia. Dei titolarissimi, rimangono superstiti Philipp Lahm e David Alaba.

Se il forfait di Boateng peserà nelle scelte di Guardiola, visti i 447’ disputati in Champions che ne fanno il terzo più presente in Europa dietro Lahm (540’) e Lewandowski (456’), quello di Badstuber non ha finora influito troppo nel cammino UCL del Bayern essendo il tedesco stato costretto a saltare tutta la prima parte di stagione per uno strappo muscolare.

Rientrato a novembre, il centrale ha fatto in tempo ad apparire nel 4-0 sull’Olympiacos per appena 52’ salvo essere utilizzato di frequente in campionato. Questo fino all’infortunio all’articolazione della caviglia. Anche Javi Martinez ha dovuto dire no alle prime gare di campionato per via di un problema al tendine rotuleo, ma da settembre era tornato nei ranghi ed in Champions aveva trovato spazio al centro della retroguardia contro Dinamo Zagabria (andata e ritorno) ed Arsenal. Nei 18’ contro  l’Olympiacos è stato utilizzato a centrocampo. Un’altra carta, questa, non più a disposizione nel mazzo del tecnico catalano. È stato perfino utilizzato come centravanti, per capire il grado della sua duttilità tattica.

Guardiola perde con Boateng il principale terminale di costruzione di gioco nella propria metà campo in Champions (194 passaggi), ma anche colui che ha saputo più spesso respingere le azioni pericolose avversare (15 volte, numero che sale a 38 in campionato). Con lui se ne vanno anche due ottimi piedi. Se è di dominio pubblico che il Bayern attacchi più in maniera diretta e verticale rispetto al Barcelona di Guardiola, pur mantenendo elevati livelli di possesso palla, in partite come il 5-1 rifilato al Dortmund ad inizio stagione il tecnico catalano si è affidato volentieri alla capacità di Boateng di lanciare un compagno direttamente dalle retrovie.

Chi rimane a Guardiola?

Innanzitutto Lahm e Alaba, due dei punti fermi del Bayern. In Bundes è proprio quest’ultimo ad iniziare ad impostare il gioco (695 passaggi nella propria metà campo), un po’ come Chiellini o Bonucci per la Juventus. Il ruolo naturale di Alaba è il terzino sinistro, ma l’austriaco è stato spesso e volentieri impiegato come centrale sinistro sia in una difesa a tre (contro l’Amburgo, per esempio) che a quattro (nell’ultima gara contro l’Augsburg).

Lahm, il veterano, è invece ad un passo dalla 100ª partita in Champions che ne farebbe il secondo giocatore tedesco più presente nella competizione dopo Oliver Kahn (103). L’ex capitano della nazionale è un terzino destro naturale, ma all’occasione sa farsi valere anche a centrocampo, da mezzala destra.

Se a sinistra c’è Alaba, quindi, e a destra c’è Lahm, nel mazzo a disposizione di Guardiola rimangono ancora da trovare due interpreti per gli altri due ruoli di una difesa a quattro – che in fase offensiva diventa piuttosto una difesa a due. Questi si chiamano Bernat e Kimmich. Ma attenzione anche al jolly Rafinha, partito spesso in panchina nel corso di questa stagione ma che nella retroguardia può ricoprire ogni ruolo. Contro l’Augsburg è stato provato un 4-1-4-1, con una retroguardia così composta: Bernat-Alaba-Kimmich-Lahm.

Il laterale sinistro spagnolo Bernat, arrivato nel 2014 dal Valencia, è stato anche lui fermo a lungo per infortunio (da inizio novembre a fine gennaio), ed ha quindi potuto giocare poche partite in stagione. In panchina contro il Leverkusen, è stato schierato titolare per la prima volta dal rientro contro l’Augusta appunto. Quanto al giovane Joshua Kimmich, 21 anni per 1,76cm di altezza, è addirittura un classe ’95, ma il suo ruolo naturale è quello di mediano centrale. Quest’anno si è già visto 21 volte in campo, e l’anno scorso giocava in seconda divisione con il Leipzig, una squadra dalla spiccata filosofia offensiva. Poco a poco, complici gli infortuni, sta trovando spazio: in entrambe le partite contro la Dinamo Zagabria è stato schierato da titolare anche in Champions.

Nato nella Foresta Nera, il nazionale U21 si è fatto notare per le sue qualità di sottrarre il pallone all’avversario e per la pulizia dei suoi interventi. È ordinato in fase di tackle, sa dribblare e non manca certo di coraggio.

Rimane anche Benatia. Tornato in gruppo da poco, le sue condizioni sono ancora tutte da verificare. Due lunghi infortuni (alla coscia ad inizio stagione,  fino a fine ottobre; muscolare quello recente) l’hanno tenuto ai box per troppo tempo, e contro l’Augusta non è stato nemmeno convocato. È una incognita.

Niente spazio per problemi fisici finora, infine, all’acquisto di gennaio, Serdar Tasci, ex Stoccarda arrivato dallo Spartak. Forse l’unico centrale puro al momento disponibile in rosa, assieme a Benatia.

L’ipotesi

Xabi Alonso nel Bayern Monaco come Javier Mascherano nel Barcellona? Possibile, secondo quanto riportano alcuni media spagnoli. Con lo spostamento dello spagnolo ex-Real Madrid al centro della difesa si ovvierebbe così alla penuria di difensori senza rinunciare alla qualità del centrocampista nè a quella di Vidal, in mezzo al campo.

Come si disporrà, quindi?

I numeri come 3-1-4-2, 3-2-3-2, oppure con la difesa a quattro 4-4-2 (in avanti Muller e Lewandowski), 4-3-3 o ancora 4-2-3-1 con il solo polacco come terminale offensivo, sono indicazioni che poco rispecchiano la realtà del campo, in viva e in continua evoluzione. Basti pensare che ad ogni partita Guardiola non conferma quasi mai, se non mai, lo stesso undici di partenza dell’uscita precedente, ed è uno che delle micro-tattiche adattabili ad ogni situazione di gioco ha fatto un credo.

Pep usa spesso dei falsi terzini, in grado di unirsi in fase di possesso ai centrocampisti ed in fase di non possesso ai difensori. Non ama infatti farli partire palla al piede dalla difesa per arrivare fino alle linee di fondo, allo scopo di non allargare troppo la squadra ed evitare di incorrere nelle ripartenze avversarie. Come una volta aveva detto Cruijff, usare i terzini per la costruzione di gioco significa che l’altra parte del terreno di gioco diventa lontanissima, e sparisce. Il terzino ha infatti solamente un quarto di campo in cui giocare: se aumenta la pressione avversaria, ecco che l’unica opportunità di passaggio diventa il portiere. Il gioco viene costruito quindi più volentieri per vie centrali, dove probabilmente agiranno Alaba e Kimmich, con l’ipotesi Benatia sempre plausibile.

Come mostrano i due schemi qui sotto, i terzini – che probabilmente saranno Bernat a sinistra e Lahm (a destra), a meno di uno spostamento di Alaba sulla corsia laterale con inserimento di Benatia o Tasci in mezzo (il classe ’87 sarà disponibile visto che lo Spartak Mosca non si era qualificato per nessuna competizione europea) –  tendono a fare gioco scambiando palla al di sopra della linea di metà campo.

I tocchi palla di Alaba in Champions

Così invece Lahm

Comunque, è bene tenere a mente che il metodo migliore per non subire attacchi è quello di dominare il gioco, nella filosofia di Guardiola. Neuer è uno dei portieri meno impegnati del campionato e della Champions, difatti.

«Con la palla hai più possibilità di creare qualcosa e di concedere meno occasioni. Ho un grande rispetto dei miei giocatori e so che quando hanno deciso di diventare calciatori, l’hanno fatto perché volevano avere la palla tra i piedi», ha dichiarato in passato il tecnico.

Il Bayern è la squadra che ha subito meno tiri in Bundesliga (139) e meno conclusioni nello specchio (43, una media di 2.05 a partita), ed è la terza formazione in questa particolare statistica in Champions (dietro Manchester United e Real). Pochissimi, in generale, anche tiri concessi da fuori area agli avversari per l’affollata presenza di giocatori in maglia rossa lì in mezzo, pronti a fare da diga frangiflutti. Vidal e Alonso due tra questi, per esempio.

Come NON subisce gol il Bayern

Sia in Bundesliga, che in Supercoppa di Germania, che in Coppa di lega, che in Champions, la squadra di Guardiola non ha mai subito una rete sugli sviluppi di un calcio d’angolo, né su punizione diretta, né su rigore o rimessa laterale. Insomma, finora è stato possibile segnare a Neuer e compagni solamente su azione (o punizione indiretta). Parliamo di numeri in ogni modo esigui: 10 reti al passivo in Bundes, tre in Champions, due in DFB Pokal.

Attenzione alle palle inattive

Nessuno dei difensori visti contro l’Augsburg supera i 180cm e in un paio di occasioni questa squadra è stata pericolosa. Così come attenzione ai duelli fisici, situazione in cui i difensori bavaresi, qualora fossero schierati così, pagherebbero non poco.

A chi dà la palla Neuer

Lo vedete in questi due schemi riferiti alla partita contro Augsburg e Arsenal, rispettivamente. La risposta è: prevalentemente verso destra. Ovvero verso la zona presidiata da Lahm. Un’altra cosa da tenere a mente, se impostassimo la gara pressando alti. 

In Bundesliga

In Champions