Media, Juve e fake news: speciale “falso in bilancio”

Per capire, ancora una volta, come funziona il rapporto tra certi media e la Juventus.

Ricordiamo le varie fasi:

a) Alcuni mezzi di informazione (Il Fatto Quotidiano capostipite assoluto e leader incontrastato, Dagospia a ruota e staccati di una sola incollatura i vari profili social che ben conosciamo) sono convinti di avere uno scoop e raccontano un problema più o meno vero, inventato o verosimile legato alla Juve, che può andare dai presunti scazzi in società alle inchieste che riguardano più o meno da vicino i bianconeri.

b) Si enfatizza e drammatizza la vicenda.

c) Si danno per pressoché certe conseguenze nefaste: Agnelli già fatto fuori da Elkann da almeno 3-4 anni per una quindicina di litigi furiosi; stadio a un passo dal crollo; 3 anni di paventata squalifica per Bonucci e Pepe; 3 anni per Conte; mesi di anticipazioni sui 3 anni per Agnelli, ecc.

d) Diversi tifosi di calcio italiani ritrovano quell’entusiasmo perso sul campo da troppo tempo, bevendosi tutto e considerando ancora affidabili quei media che portano sempre buone nuove.

e) Qualche tempo dopo, nei trafiletti, arriva l’amara verità: Agnelli ed Elkann non si sono ancora fatti fuori a vicenda in un duello rusticano, lo stadio regge ancora, il giudice si è fatto una risata sui 3 anni per Bonucci e Pepe, ha ridotto a 4 mesi la squalifica di Conte, la super inibizione di Agnelli è diventata una banalissima multa, e così via.

 

Nulla di nuovo, lo so, però c’è la nuova puntata e non vorrei mai che i lettori di Juventibus rischiassero di perdersela.

 

Correva l’ottobre del 2016 e, amareggiato per i risultati sul campo, “Il Fatto” si scatenava, con “Libero” e altri mezzi di informazione pronti a recepire acriticamente: “Agnelli denunciato per falso in bilancio”; “il tempo del bluff è terminato anche per la Juve”; il drammatico errore di Agnelli: ora la Juve rischia il disastro ; penalizzazioni in vista, “la giustizia sportiva non potrà dormire”, insomma tutto il necessario per creare il solito clima che ben conosciamo.

 

Il problema, ci spiegavano con la consueta completezza e imparzialità quei media capitanati da Ziliani e colleghi, consisteva nel non avere, la Juventus, disposto degli accantonamenti in bilancio a seguito della richiesta di risarcimenti di Gazzoni.

Tweet, articoli, ogni giorno un allarmismo in più, proseguiti imperterriti fino al giugno del 2017, nell’ebbrezza del post Cardiff, con un titolo dei loro: Calciopoli e falso in bilancio: la Juve davanti al giudice.

 

Ebbene, oggi sul Fatto c’è un trafiletto, se lo cercate bene: il GIP ha disposto l’archiviazione relativamente alla richiesta di falso in bilancio, come peraltro già richiesto dal PM.

 

Non basta: il tono della “brevissima”, mesi dopo quei titoloni, è funereo e contiene un solo estratto: “non può essere iscritto a bilancio un fondo rischi e oneri per rilevare passività potenziali ritenute probabili ma il cui ammontare non può essere determinato, se non in modo aleatorio”. Bello, avranno pensato, quel “ritenute probabili”: magra soddisfazione, ma meglio di niente.

 

Hanno scelto quello, ma l’archiviazione dice anche, soprattutto altro: per esempio, che “nel caso di specie, non può dirsi né certa né probabile l’esistenza di una perdita o di un debito né è certamente stimabile l’ammontare della passibilità”.

Oppure, se preferite, la parte in cui si afferma che “non risulta, infatti, nessuna condanna della Juventus Fc Spa a risarcire un danno determinato, neppure da parte di un Giudice Civile, ma non vi è stata neppure alcuna condanna generica in sede penale che consenta di ritenere certa o probabile l’esistenza di un debito”.

No, queste non sono piaciute.

 

Ora, nessuno sa come finiranno le richieste di danni di Gazzoni and co: se saranno rigettate o accolte, se del tutto o parzialmente. Non si gioca a fare pronostici su sentenze e processi, non si tifa, non si fanno auspici sotto forme di previsioni, come accade troppo spesso dalle nostre parti.

Ciò che è certo, ma lo era già un anno e mezzo fa, è che la Juve non rischiava alcunché, ma si è trovata sui giornali per settimane (mesi) con titoloni su rischi di “disastro”, “penalizzazioni” e di ogni genere, con migliaia e migliaia di appassionati di calcio pronti a crederci e a rilanciare la fake news alimentata dai soliti noti.

Che poi, quando arrivano le notizie, quelle vere, le nascondono in un trafiletto, in cui inserire l’unica frase che in fondo non sa proprio di disfatta.

Il Maestro Massimo Zampini