Il feeling tra Morata e la Champions era apparso evidente già nella sua prima esperienza alla Juve. La forza con cui l’ha ribadito a Kiev questa sera, al suo secondo esordio europeo in bianconero, per altro dopo aver segnato anche a Crotone in campionato due giorni fa, è una gran bella conferma. Alvaro stende la Dinamo con una doppietta che è la sintesi delle migliori qualità del grande attaccante: il primo gol da spietato opportunista, il secondo da falco dell’area di rigore. Una sintesi di Paolo Rossi e Roberto Bettega tanto efficace e servita in 90 minuti, non è da tutti.
JUVE PADRONA DEL GIOCO
La Juve approccia la gara nel modo giusto: manovra fluida, pressing alto e personalità nel cercare il dribbling. Arrivano così, nel primo quarto d’ora, due conclusioni di Chiesa e un colpo di testa di Chiellini che, poco dopo l’occasione, deve però lasciare il campo a causa di un fastidio muscolare. Al suo posto entra Demiral. La Dinamo bada soprattutto a difendersi e lo fa in modo ordinato, rendendo complicata la finalizzazione, ma quando i bianconeri danno sfogo alla tecnica, ecco la fuga di Ramsey sulla sinistra e il colpo di tacco di Kulusevski. Non è gol, perché Bushchan riesce a mettere in angolo, ma c’è comunque da spellarsi le mani.
ANCORA MORATA!
Il primo tempo non offre di più, se non una punizione di Shaparenko bloccata da Szczesny, ma l’avvio di ripresa è tutt’altra storia, perché dopo appena un minuto la Juve costruisce un’altra azione da applausi, questa volta decisiva: Bentancur apre per Chiesa, che finta il cross, salta l’uomo e vede Ramsey in area. Il gallese è chiuso e saggiamente, invece di provare il tiro, con il tacco serve Kulusevski, che spara una sassata rasoterra. Bushchan respinge, ma Morata è in agguato e da due passi piazza in rete il gol del meritatissimo vantaggio.
SEMPRE MORATA!
La Juve vuole subito chiudere la gara, è evidente dall’atteggiamento dei bianconeri, e Pirlo manda in campo Dybala al posto di Kulusevski. Fin quasi alla mezz’ora si gioca in una sola metà campo, poi Lucescu tenta di cambiare l’inerzia della partita con qualche sostituzione, ma la Juve ha il carattere e l’esperienza per contenere l’improvvisa esuberanza degli ucraini. Pirlo inserisce forze fresche, inserendo Arthur e Bernardeschi per Bentancur e Ramsey e riceve subito in premio il raddoppio: a firmarlo è ancora Morata, che si fionda sul cross dalla destra di Cuadrado e infila di testa un gol da puro e meraviglioso centravanti. Un gol che sigilla la partita regala ai bianconeri i primi tre punti nel girone.
**DINAMO KIEV-JUVENTUS 0-2
RETI:** Morata 1′ st e 38′ st
DINAMO KIEV
Bushchan; Kedziora, Zabarnyi, Karavaiev (25′ st Verbic), Mykolenko; De
Pena (15′ st Rodrigues), Sydorchuk, Buialski (43′ st Garmash,),
Tsyhankov (26′ st Popov); Shaparenko; Supriaha
A disposizione: Boiko, Neshcheret, Shepeliev, Liedniev, Andriyevskyy, Poulsen, Tsitaishvili, Syrota
Allenatore: Lucescu
JUVENTUS
Szczesny; Danilo, Bonucci, Chiellini (19′ pt Demiral); Chiesa,
Bentancur, (34′ st Arthur) Rabiot, Cuadrado; Ramsey (35′
st Bernardeschi); Morata, Kulusevski (12′ st Dybala)
A disposizione: Buffon, Pinsoglio, Frabotta, Arthur,
Allenatore: Pirlo
ARBITRO: Haţegan (ROU)
ASSISTENTI: Șovre (ROU) Gheorghe (ROU)
QUARTO UFFICIALE: Colţescu (ROU)
VAR: Dankert (GER), Osmers (GER)
AMMONITI: 45′ pt Bentancur, 5′ st Cuadrado, 14′ st Demiral
PARTITABUS / Dinamo Kiev-Juve 0-2: Orange Is the New Black and White
La sera degli esordi:
Quello di Chiesa e Kulusewski in CL, l’esordio di Pirlo contro
l’allenatore che gli regalò quello da calciatore nel millennio scorso,
quello stagionale per Dybala, della maglia Arancione fluo uniposca by
osama.
È l’esordio in CL anche per questa nuova Juve 20/21, la più delicata di questi ultimi anni.
Bisogna volergli bene a questa squadra perché è in piena metamorfosi, vulnerabile, coi giovani che devono trovare il loro posto e i più anziani che devono farlo.
Lo sapevano da tempo, loro, e lo sapevamo anche noi che questo momento
sarebbe arrivato ma poi quando sei là, al punto esatto in cui le cose
devono cambiare, è tutta un’altra cosa.
Come Chiellini,
che sembra un papà che gioca con gli amici del figlio: lo vedi che è
bravo, ci sa fare, gioca dietro e sfiora il gol ma dopo 20 minuti scarsi
saluta tutti.
Poi magari un giorno capiremo che senso ha ancora convocarlo in nazionale, ma quel giorno non è oggi.
In mezzo ad una difesa ridotta ai minimi termini la solidità fisica di Bonucci,
con tutti i suoi difetti resta un valore inestimabile: la quantità è
già di per sé una qualità. Poter contare su di lui sempre è quanto di
meglio si possa chiedere.
La trasferta ucraina anticipata è un dono del calendario che evita gelate su campi induriti dal freddo ai bianconeri che partono bene anche se frenati, schierati da Pirlo con un solido 442 che vede Cuadrado rimesso a destra, nel suo habitat, senza esperimenti perché la CL, anche ai gironi, non è laboratorio sperimentale.
Ramsey decide che dopo 15 mesi di Juve è ora di mostrare qualcosa; si imballa a volte ma è presente finché ne ha.
Chiesa invece, nonostante sia stato accolto con la diffidenza che andrebbe riservata a Spadafora quando parla di protocolli, è il tipo di giocatore che alla Juve mancava da molto. Può stare a destra (come domenica) o sinistra (come stasera), punta la porta ma non è ottuso da non sapere quando metterla in mezzo, cerca il fondo del campo, sa calciare con entrambi i piedi, è estremamente dinamico. La frase successiva l’avete già in mente tutti ed inizia con un “se”… Se saprà migliorare, elevare la qualità e continuità. La base c’è, bisogna volergli bene, anche a lui.
Ci sono poi quei calciatori accendono la luce ogni volta entrano in campo: uno di questi è Arthur,
categoria superiore. Ha la capacità di attirare a sé gli avversari e
liberare i compagni. Il suo opposto, stasera, è il buco nero Bentancur
che corre a vuoto per il campo.
Parliamo del match winner: Morata
aveva detto che i gol si pesano e quelli di stasera fanno ballare l’ago
della bilancia. Il suo limite è sempre stato la continuità, le ultime 2
partite spingono in direzione opposta (a Crotone sfiora la tripletta),
ma mancava Ronaldo che ingombra come un cavallo in salotto. Immaginare
Alvaro con la stessa libertà anche quando tornerà il portoghese è utopia
e dovrà essere bravo a trovarsi il suo spazio, alla destra del padre.
Il girone di CL non è la coppa dei campioni, capita anche di affrontare squadre leggere e inesperte che rinunciano ad attaccare come hanno fatto gli uomini di Lucescu stasera, proprio per questo sbagliare partite apparentemente facili può essere deprimente e letale in un torneo breve che si gioca su 6 partite. La Juve orange ha fatto il suo dovere, cosa non scontata per una squadra in piena metamorfosi.
Morata stella alla prima del regista Pirlo in Champions
Un esordio in Champions League per Pirlo come meglio non poteva essere grazie alla doppietta di Morata che è attore protagonista in Dynamo – Juve. Per l’attaccante spagnolo, ritornato a Torino con l’etichetta della “terza scelta” dopo le trattative Dzeko e Suarez non andate a buon fine, un ottimo viatico per riconquistare il cuore di tutti i tifosi bianconeri.
Morata ha fatto quello che doveva. Quello che era nelle sue corde: far salire la squadra e giocare di sponda. Ancora principale protagonista per la squadra di Pirlo, così come a Crotone. tre gol nelle ultime due partite per lui e partenza ottima per i ragazzi stasera in maglia anti-tradizione arancio. Una novità per gli occhi, così come è ancora una novità per molti questo inedito 3-4-1-2 disegnato dall’allenatore bresciano. Un 4-4-2 in fase di non possesso che a tratti ha palesato dei problemi, ma non così tanti come ci si sarebbe potuto aspettare dopo l’uscita di Capitan Chiellini (basta Nazionale Giorgio).
Nella conferenza stampa della viglia Pirlo aveva sottolineato l’importanza della trasferta con la Dynamo. Sono arrivati 3 punti che fanno respirare meglio lui e tutto l’ambiente che lo circonda. Un ambiente forse troppo esagitato, forse anche troppo esigente e che brama ardentemente i cambiamenti ma a questi, non fa seguire spesso il giusto tempo per ottenerli. Aspettando Cristiano e una Juve non ancora al top (a proposito, bello rivedere di nuovo Dybala) siamo alla testa di un girone che già ora potrebbe farsi in discesa.