Termina finalmente una sessione di calciomercato estivo a due marce: prima la partenza bruciante con ottimi colpi a 0 per il centrocampo (Ramsey e Rabiot), poi il talento emergente Demiral (il cui valore di mercato nel giro di un mese pare essere raddoppiato), infine il diamante sul diadema: Matthijs de Ligt, il giovane difensore più desiderato d’Europa.
A quel punto la Juve, che per ammissione dello stesso Sarri, aveva “6 giocatori in più” (inclusi i lungodegenti Perin e Pjaca), non solo non ha ceduto i potenziali esuberi, ma ha dovuto procedere a dolorose cessioni, in ottica bilancio e plusvalenze: Kean e Cancelo (nel criticatissimo scambio con Danilo). A inizio mercato invece l’altro cambio con plus Spinazzola per Pellegrini. A dirla tutta proprio Cancelo, Spinazzola e Kean sono stati, con fiammate di CR7 ed Emre Can, gli uomini più “emozionanti” del finale della scorsa stagione.
Giugno e Luglio da Leoni, Agosto da… prigionieri di una serie di rifiuti a lasciare la Juve.
Il fallimento dello scambio Dybala/Lukaku, con l’eventuale inserimento di Mandzukic, ha segnato lo spartiacque tra un mercato in buona progressione, uno scambio ipercriticato e un immobilismo incerto e a tratti “imbarazzante“.
Saltati Dybala e Mandzukic al ManUTD, si è passati alla Joya a un passo da Pochettino, poi al PSG. Intanto si passava, a sentire le fonti più accreditate, dai rifiuti degli “esuberi” –Khedira, Matuidi, Higuain, Mandzukic, Rugani– alle preoccupanti voci su altre cessioni decisamente più irragionevoli: Emre Can, Bentancur, Demiral.
La politica della Juve è stata quella di non estromettere in modo chiaro dal progetto tattico di Sarri i cosìdetti esuberi: Higuain titolare fin dalle prime amichevoli, eppure col 21 e con maglia “invendibile”, Mandzukic un paio di gare del tour, Khedira diventato via via inamovibile, come Matuidi, subito titolare al posto di quel Rabiot pure tra i più brillanti in pre-season
Comprensibile che Pipa, Blaise e Sami abbiano ancor di più rifiutato qualsiasi altra destinazione per giocarsela da titolari con Sarri. Solo mister “No good“, Mandzukic è stato confinato in tribuna (e fuori lista ora?), e nel frattempo pare abbia rifiutato di tutto (Premier, Bundesliga, PSG, etc.).
I tifosi mettono Paratici sulla graticola, i giornalisti stigmatizzano le sue mosse flop, paragonandolo all’amico, maestro e predecessore Marotta che, dopo aver acquistato (Lazaro, Barella, Sensi, Lukaku, e prima e dopo Godin e Sanchez) è riuscito comunque a parcheggiare egregiamente tutti i suoi indesiderati in prestito, inclusa la super-grana Icardi.
“Siamo 6 in più”, “vediamo offerte e opportunità” e poi, da allora, zero movimenti, a parte il probabile stop alle trattative in uscita per Rugani, dopo il crac Chiellini.
È indubbio che molte cose, almeno 4-5 mosse stilate dalla dirigenza non siano riuscite:
– cessione esuberi con età avanzata e costo annuo enorme,
– svecchiamento della rosa, con gli obiettivi in Italia, Zaniolo, Chiesa, Icardi, SMS.
– possibilità di approfittare della svendita di alcuni top europei: esuberi Real, Barca, etc.
– allestimento rosa completa ed equilibrata, senza fuori lista che rendono difficile il lavoro di un mister di campo come Sarri.
Eppure oltre che all’eventuale l’incapacità della dirigenza Juventus parte delle mancate vendite va attribuita al merito pregresso: aver fatto tornare alla Juve quell’appeal europeo per cui chi gioca da noi sta bene, sa di essere in un club competitivo, sano, forte, organizzato, che non fa mancare nulla, che protegge e coccola, che paga regolarmente gli stipendi e non espone i giocatori a gogne o lotte interne, che offre la possibilità di vincere, migliorarsi tecnicamente, tatticamente, professionalmente.
Alla Juve si sta bene, ecco perché arrivano Ronaldo, Emre Can, Ramsey, Rabiot, de Ligt. Alla Juve si sta bene, con un ricco stipendio, anche se non si è sicuri del posto, ecco perché non se ne vogliono andare Khedira, Matuidi, Higuain e Mandzukic.
Alla Juve si vince da 8 anni, grazie a grandi professionisti in campo e fuori, ecco perché gli esuberi poi convincono in pre-season lo staff tecnico a schierarli titolari. Non è un caso che anche le due big spagnole hanno un problema di eccesso di rosa: Real (coi i vari Bale, James, Mariano, Isco?) e Barca (Rakitic, Umtiti, Vidal).
Se per gli esuberi Inter (più giovani e con stipendio più basso), accettare in prestito Lokomotiv, Bayern o PSG è un passo intelligente rispetto alla tribuna fissa, lo stesso non si può dire di chi resta a Torino, Barcellona o Madrid a giocarsela.
Campioni del Mondo, campioni di tutto, come Khedira, Matuidi e Mandzukic non vanno “in prestito” al primo club che capita.
Questo comporta un “vantaggio” tecnico, perché avere Khedira e Matuidi ritrovati, oltre a Rabiot e Ramsey, così come avere l’alternativa tra Higuain e Dybala davanti è un lusso per Sarri, basti pensare alla panchina/tribuna vista a Napoli: Dybala, Bernardeschi, Cuadrado, Can, Bentancur, Rabiot, Demiral, Rugani, Danilo. Per tacere di Mandzukic e Chiellini. Un 11 da Scudetto, altro che esuberi o riserve. Avere una tale profondità non può che essere utile in una stagione lunga e impegnativa.
Al contempo è una situazione complicatissima sul piano economico e in termini di programmazione, che richiederà alla Juve uno sforzo titanico nelle prossime sessioni di mercato, in cui ci ritroveremo con 6-7 giocatori over30 da sostituire e altri più giovani da valorizzare e recuperare.
Essere diventati uno dei primi club a livello mondiale comporta onori (grandi giocatori disposti a trasferirsi alla juve) ed oneri (poi non se ne vogliono più andare!) Con questa dolce, ma anche amara realtà, ha dovuto scontrarsi quest’estate il nostro DG, che continuerà a lavorare da domani in poi sul mercato, in entrata e uscita, perché il suo valore si vedrà nella programmazione pluriennale e non in una sola sessione.
Lasciamo volentieri la vittoria nei pagelloni estivi alle altre, noi preferiamo concentrarci sul campo.
Di Milena Trecarichi