PAGELLIBUS / Juve-Cagliari 3-1

Szczesny 6,5
Poche ore fa Gariffo ha scritto della sua inaspettata scarsa nostalgia per uno come Buffon. I motivi possono essere tanti, uno è senz’altro la sicurezza data dal numero uno polacco.

Cancelo 5
Copre male sul tiro di Joao Pedro scoprendo il primo palo, si perde i palloni, si perde la fascia. Disattenzione classica da chi ha sottovalutato l’impegno e gioca con sufficienza.

Bonucci 5,5
Chiavistello sicuro quasi sempre, tranne la volta in cui si perde male Pavoletti.

Benatia 7
Partitone di grande spessore, una volta capita l’antifona è lui a dirigere l’orchestra e non sbaglia una nota. Oggi è suo il ruolo di gran mogol.

De Sciglio 6,5
Segue con ordine il capo, da brava giovane marmotta.

Bentancur 6,5
Risorto dalle ceneri dell’Old Trafford, come sente odore di Manchester si riprende dal torpore delle ultime uscite. Bene nel pressing e nelle ripartenze, bravo perché rinuncia con cervello all’arrembaggio in favore della copertura.

Pjanic 5,5
Minimo indispensabile. Troppo poco per uno coi suoi piedi.
Tirchio.

Matuidi 5,5
Appare poco lucido e la prima cosa a risentirne è quella in cui è più carente: la tecnica.

Douglas Costa 6,5
“S’è mosso” come disse Pozzetto in “noi uomini duri”.

Cristiano Ronaldo 6,5
Veloce, rapido, chiede alla sua orchestra di suonare uno spartito diverso; lui vorrebbe l’heavy samba ma la Juve di stasera va col liscio.

Dybala 6,5
In crescita costante e regolare, inizia la partita con l’highlight della serata poi gioca in scioltezza. Vicino alla porta è un’altra cosa.

 

Cuadrado 6
Bravo a mettere dentro il pallone che ci evita la strizza degli ultimi minuti, prima però sbaglia come al solito l’ultima scelta. Se fosse Marty McFly sarebbe finito a letto con la madre.

Alex Sandro 6
Il suo ingresso è una bella colata di cemento armato sulla struttura bianconera che torna ad un simil 442.

Barzagli sv
Allegri prende un gettone per ogni sua presenza, dai.

 

Allegri 5
Partiamo dalle cose positive: pensate alla storia della Juve, guardatevi intorno, poi allo specchio e ditevi che state assistendo alla migliore partenza bianconera in 84 anni di campionati. Mai i punti erano stati 31 su 33 disponibili. È un merito e alla fine i risultati pesano il resto è apparenza e fiocco da pacco regalo.
Aggiungiamo che inevitabilmente (o forse no?) la testa era alla sfida non più vitale col Manchester. Parzialissima attenuante.
Passiamo ora a discutere sul come è arrivata la vittoria: l’inizio è quello che ogni allenatore e tifoso sogna, gol e vantaggio al primo giro di orologio. Poi la squadra giochicchia, le occasioni per fare altri gol vengono sprecate, il volume si abbassa e sembra di essere tornati indietro alla partita con gli altri rossoblu, con la catalessi che arriva e i bianconeri incapaci di risvegliarsi. Il pareggio cagliaritano è soltanto la giusta conseguenza di atteggiamento di immotivata sufficienza con cui la Juve ha affrontato le ultime 3 gare di campionato che dovevano essere passeggiate nel prato e invece si sono rivelate dei veri e propri campi minati.
Accontentiamoci dei 3 punti, ma questa squadra può e deve fare di meglio e non vale più il discorso del “mica puoi giocarle tutte bene” perché siamo alla terza affrontata con quella sufficienza che trasforma ogni scampagnata in un tranquillo weekend di paura.